A volte anche i pacer possono sbagliare percorso a causa di una scarsa visibilità delle indicazioni. Si crea allora un piccolo problema, perchè possono avere al loro seguito un nutrito stuolo di seguaci. Sabrina Tricarico, runner amatoriale, super-maratoneta italiana e, negli ultimi anni, alla luce della sua esperienza, pacer nelle più note maratone italiane, racconta della sua esperienza alla recente Brescia Art Marathon (dello scorso 15 marzo 2015).
Il pacer è responsabile dell'andatura, ma spesso finisce con l'essere considerato dai suoi follower - quelli a cui dà il ritmo - anche guida del percorso e della direzione da prendere: è un effetto alone che attiva la tendenza di molti ad essere gregari e a deresponsabilizzarsi. E a proposito della scarsa attenzione nel segnalare il percorso, tutto il mondo è paese: ma a volte semplicemente succede, senza che ci sia una vera negligenza da parte degli organizzatori. A volte si tratta di un segnale che strategicamente non è ben situato e che, specie quando i transiti sono numerosi, viene coperto alla vista da alcuni runner in transito.
(Sabrina Tricarico) Dunque.... Alla Brescia Art Marathon: Io, Manu e Michele iniziamo la nostra maratona da pacer delle 5 ore (che novità!). Procediamo bene, nonostante il vento contro. Abbiamo al nostro seguito Chicco, Sara, Lino (che dopo fugge...e fa bene), e ogni tanto si aggrega qualcuno/a.
Arriviamo al km 28 in anticipo di un paio di minuti, che teniamo per far ristorare comodamente il nostro seguito, quando arriveremo al km 30.
Intanto Sara l'abbiamo persa... Ma al 28°, appunto, procediamo per un altro km seguendo la "folla", ed essa ad un certo punto si ferma.
Una trentina di persone, incluse noi, ferme... perché pare che il percorso sia sparito!
Cerchiamo di capire, ne parliamo, c'è chi si indispone...
Poi, un gruppo prende una strada a caso, mentre un altro gruppetto torna indietro al 28° con noi, quindi ben due km in più fatti.
Lì, magicamente, appare una freccina attaccata ad una staccionata.
Possibile che nessuno l'abbia vista? Comunque bastava che qualcuno, passandoci davanti la coprisse con il suo corpo e quelli dietro non l'avrebbero vista...
Vabbè...Io e Manu decidiamo di provare a recuperare ben 17 minuti in 13 km...
Michele si demoralizza e ci abbandona.
Noi iniziamo a correre contro il vento ed il sole (ho la faccia che bolle) ad un passo sostenuto, ma invano. Anche perchè io inizio a sentire i km, l'aumento di passo e quel "simpatico" vento ci mettono la loro.
Quindi, dopo aver recuperato quasi 5 minuti, rallentiamo e decidiamo di arrivare insieme al Giangui, che vuole darci la manina all'arrivo.
E così sia! Siamo arrivate non puntuali, ma abbiamo i testimoni che ce l'abbiamo messa tutta per esserlo, rispettando la nostra mission.
Comunque felice, perché nemmeno oggi ho concimato!
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