12 ore sull'Etna vissute intensamente dal Mare al Cielo e ritorno. Sull'Etna.
Un percorso impegnativo come una gara. Questa volta in una sella ad una MTB, con una combine di trekking e running.
Forse niente di straordinario.
Ma immensamente appagante.
Ecco il racconto di Vincenzo Ferro, protagonista dell'avventura-allenamento, assieme Rosario Catania in preparazione del prossimo Etna Endurance UNESCO, alla sua prima edizione, il prossimo 20-21 giugno 2015.
(Vincenzo Ferro) Ancora adesso tremiamo!!!! Per quello che siamo riusciti a fare, niente di straordinario - in realtà - ma per noi immensamente appagante.
La nostra avventura è iniziata con il sorgere del sole e si è conclusa con il tramonto... in mezzo, dodici ore vissute intensamente, con grandissimo entusiasmo, adrenalina alle stelle e tanta forza e stima in noi stessi; frutto di tanta tenacia, esperienze maturate da ognuno di noi in modalità diverse ma condivise, e di una attenta e scrupolosa programmazione e pianificazione che va oltre la preparazione fisica e atletica, la consapevolezza della forza interiore; e comprende anche una serie di aspetti a contorno, che vanno dall’abbigliamento, alla logistica, all’alimentazione, sine qua non sarebbe molto difficile affrontare una prova del genere. Abbiamo gettato i presupposti per nuovi progetti e ci sentiamo pronti alla prossima sfida.
Non avevamo l’intento di stabilire un record ne tantomeno la presunzione di elevarci ad eroi ma esclusivamente la volontà di mettere alla prova noi stessi, e abbiamo vinto!
Dodici ore fantastiche, più di una gara endurance, al di sopra di una 100km... c’è stata la opportunità di parlare, di confrontarsi e gettare le basi per nuovi progetti e nuove esperienze da condividere.
Siamo tanto distratti e sbadati che neanche ci rendiamo conto delle opportunità che il territorio in cui abbiamo la fortuna di vivere - e che, purtroppo, tanti ancora non conoscono appieno o sottostimano – ci offre.
Partiti dal mare, abbiamo attraversato una città che ancora stentava a svegliarsi, abbiamo iniziato a prendere quota con le nostre MTB insieme al sole e raggiunto i paesi dolcemente adagiati che pian piano iniziavano a vivere e lei era lì davanti a noi ad aspettarci. Né la luce abbagliante, né il caldo torrido, né il vento sferzante di una confusa giornata estiva, hanno messo in dubbio la nostra ferrea determinazione; continuavamo a salire sempre di più fino alla fine della strada asfaltata e dopo in trekking fino a quota 2.700 m slm, che il buon senso e l’ordinanza prefettizia attuale avevano deciso essere sicuri. La sicurezza prima di tutto, la nostra Montagna non scherza! Restiamo sempre affascinati, con i suoi sbuffi e la sua sempre temporanea quiete, meta immaginaria e al contempo reale.
Grazie ad una preparazione metodica siamo riusciti e sostenere questa sfida mentale. Ottima gestione delle forze fisiche, versatilità nell’adattamento e perfetta gestione alimentare pre- e durante, sono stati i punti di forza che hanno permesso di passare da oltre 6 ore in sella in MTB al trekking in salita e running in per quasi 4 ore, senza aver lasciato segni di sofferenza muscolare e/o affaticamento.
Oltre 87 km complessivi e non averli sulle gambe: 1.900 m di dislivello positivo superati in MTB su una distanza di 36 km; 800m di dislivello in trekking(d+) e running(d-) su una distanza di 7 km; quota di partenza 2m slm, massima quota raggiunta 2.700m slm.
Per quanto riguarda l’abbigliamento personalmente ho scelto una maglietta tecnica manica corta e ricambio, tight running, cosciali ciclismo, calze corte running trail, scarpe da trekking A5, guanti con palmo rinforzato, occhialini e casco.
Nello zainetto ho portato una felpa softshell, guanti, bracciali, bandana, k-way, e sempre cellulare con i numeri del soccorso alpino e fischietto. Invece per l’alimentazione consumati n. 2 panini (fesa+pomodoro), n. 1 barretta energetica, n. 3 biscotti, 3,5 litri di acqua e, entrambi, uno spettacolare arancino al Rifugio Sapienza come ricompensa!
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