Continuiamo ad accompagnare Emanuela Pagan lungo il suo Cammino di Santiago. Questa volta pubblichiamo il resoconto della 19^ e della 20^ tappa, compiute rispettivamente il 12 e il 13 agosto.
(19^ tappa: Terradilos de los Templarios - Bercianos del Real Camino). Preferivo le mesetas solitarie e selvagge dopo Burgos.
Ora la strada è una lunga corda dritta distesa tra paesi in mezzo ai campi.
Oggi sono fortunata. Trovo un compagno di viaggio con il mio ritmo. È un ultramaratoneta francese.
Viene da un paese dell'Alvergna che ho visitato. Conosco la zona. Gli parlo anche di una gara che ho corso. Ne scaturisce una simpatica conversazione in inglese e francese sul cammino e sulla corsa. Anche suo figlio è un camminatore. Deve essere una tradizione di famiglia macinare chilometri durante le vacanze.
Quando mi parla delle sue gare, non perdo l'occasione per ricordargli che noi italiani vantiamo atleti tra i migliori al mondo nel settore dell'ultramaratona.
Digerisce l'informazione con un sorriso.
Applicando un ritmo da buoni marcatori, facciamo passare il tempo nel lungo rettilineo che unisce Sahagun a Bercianos del Real Camino.
Nel tardo pomeriggio vado con la mia amica italiana in cerca di cibo e trovo un supermercato mobile. Più tardi scopriremo che ne esiste uno fisso. Un piccolo negozio dove una signora anziana ha incastrato oggetti nelle mensole.
Nella calle arriva una macchina. È l'evento della settimana: una signora è andata a Leon a comprarsi il vestito per il matrimonio della figlia.
Escono tutti gli abitanti della strada per vedere e approvare. Io e la mia amica assistiamo in un angolo come se stessimo vedendo un film.
Paesi nel nulla, ognuno con le sue storie. Piove e compare l'arcobaleno. Dall'Italia mi dicono che cadono le stelle. Rispondo di raccoglierle. Le metterò nel mio angolo di cielo sotto cui essere felice.
(20^ tappa: Bercianos del real Camino - Mansilla de las Mulas) Quasi 27 km contro vento, da sola. Non resta che parlare con lui: il vento.
- Ciao pellegrina!
- Ciao vento, oggi hai proprio voglia di farti sentire!
- Sto sollevando le nuvole per farvi camminare all'asciutto.
- Grazie, allora sei gentile.
- Cosa sei venuta a chiedere, pellegrina?
- Nulla. Sono venuta a dire grazie.
- Da dove sei partita camminando?
- Dalla Francia.
- Non potevi dire grazie da casa tua? Perché fai tutti questi chilometri?
- Arriva un momento nella vita in cui bisogna partire. Lasciare tutto e dire grazie di poterlo fare.
- Vai a Santiago?
- Si. Se la salute mi assiste arriverò a Santiago.
- E poi?
- Poi tutto sarà diverso. È un nuovo inizio e allo stesso tempo un proseguimento. È vita, come quella che ho visto qui.
- Cosa fai ogni giorno nel tuo paese ?
- Insegno e scrivo racconti
- Che bello! Me ne dici uno?
Raccontai tutte le storie che avevo scritto, poi quella che avevo vissuto.
- L'ultima non mi piace.
- Infatti non l'ho scritta io. È la vita.
- Prenderò tutte le parole e le mischiero' per farne una migliore.
- Non ti preoccupare, lo stanno già facendo le stelle.
- Davvero?
- Sì. Ogni sera compongono un capitolo nuovo. Sembra una storia bella.
- Me la racconti?
- Non posso ancora, ma ti dico come inizia: "C'era una volta un piccolo principe..."
- Mi sei simpatica, pellegrina. Dopo il paese di Reliegos, ti spingero' per farti fare meno fatica.
Mai credere al vento. È troppo curioso. Ho dovuto inventarmi altri 6 km di racconti mentre lui mi lambiva il viso per raccoglierne le parole.
Mi lasciò davanti alla porta della pensione. Ho scommesso che ritornerà ancora per ascoltare il seguito di una storia.
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