(La Stampa Aosta) Chiuso, in anticipo, per maltempo. La 6^ edizione del Tor des Géants è stata fermata all’alba del quinto giorno di gara con i primi sei della classifica generale al traguardo e tutti gli altri fermi nelle basi vita e nei punti di ristoro con il naso all’insù e l’orecchio teso alle radio di servizio che capire se la direzione gara avrebbe dato l’ok per la ripresa.
A causa delle avverse condizioni meteo il Tor des Géants - 330 km e 24.000 metri dislivello, considerata la gara di corsa in montagna più dura al mondo - è stato definitivamente sospeso.
Lo hanno deciso gli organizzatori soprattutto per la scarsa visibilità in quota che pregiudicava la sicurezza degli oltre 500 concorrenti ancora in gara. Tra le donne il successo va quindi alla svizzera Denise Zimmermann, seconda Lisa Borzani.
Al maschile la gara è stata vinta dal 51nne francese Patrick Bohard, seguito dall'imolese Gianluca Galeati e dal francese Christophe Le Saux.
«La priorità è sempre stata e rimane assolutamente quella di garantire la sicurezza a ogni concorrente - spiegano gli organizzatori -. La direzione di gara sta provvedendo a organizzare i trasporti per riportare tutti i runner a Courmayeur o a consentire loro di raggiungere i propri mezzi».
La decisione. «Non avevo scelta - ha spiegato Alessandra Nicoletti, a capo dell’organizzazione -. In quota c’era una nebbia fittissima che permetteva un metro di visibilità, non di più. Non potevamo permetterci di mandare a correre 500 persone in quelle condizioni. Questa mattina [il 18 settembre, mercoledì - ndr] ho tirato giù dal letto il meteorologo per capire con esattezza quale sarebbe stata l’evoluzione. In un attimo lui mi ha dato la previsione di netto peggioramento e ho preso la decisione. In serata è uscito il sole ma era tardi: avrei tenuto ferma la corsa per 18 ore perché era già stata sospesa alle 20 di mercoledì. Troppe. E dopo tre notti passate con il tempo avverso un’altra giornata di brutto tempo, per i trailer, non sarebbe stata sopportabile».
Per la prima volta in sei anni il Tor si é fermati poco dopo la metà delle 150 ore previste come tempo massimo per completare la gara.
E il percorso di riserva? Non sarebbe stato possibile far disputare il resto del Tor a quote più basse?
«Il tracciato era pronto ma sarebbe stato problematico arrivarci - ha spiegato la Nicoletti - proprio per la nebbia. Nella zona del Reboulaz era davvero fittissima». Il presidente della Regione Augusto Rollandin, in gara sino a Niel, aveva parlato nei giorni scorsi di «scelta delle settimana sbagliata per far disputare il Tor».
Ha dichiarato ancora la Nicoletti: «È capitata la settimana sbagliata, quella nella quale è piovuto tanto. La prossima, magari, avremo di nuovo il bel tempo. Il Tor è sempre stato disputato la seconda settimana di settembre e abbiamo sempre avuto tutto sommato condizioni buone. Non è stato il Tor più difficile da gestire, anzi: ho capito che è fondamentale poter contare su persone preparate come sono stati i controllori e professionisti con i fiocchi come le guide alpine che hanno presidiato i colli più alti. Ciò che è stato difficile da gestire sono state le polemiche».
Nicoletti: "Ecco perché ho deciso di fermare il Tor des Géants"
Alessandra Nicoletti Chiuso, in anticipo, per maltempo. Il 6° Tor des Géants si ferma all'alba del quinto giorno di gara con i primi sei della classifica generale al traguardo e tutti gli altri ...
"Al Tor ho sconfitto ghiaccio e pioggia, e loro ci fermano per la nebbia"
Il buio al Colle della Vecchia Guardi fuori dalla finestra del rifugio alle prime luci del giorno e vedi che il cielo è ancora coperto. Le nuvole, però, sono alte e non minacciano pioggia. Le 6,4...
(La cronaca di Lunedì 14 settembre nel comunicato stampa ufficiale) I primi concorrenti hanno già fatto il giro di boa e stanno ritornando, sempre a passo di corsa, verso Courmayeur transitando prima sotto gli occhi severi del Monte Rosa e del Cervino. Si contenderanno il traguardo mercoledì mattina. Intanto la “pancia” della gara sta scendendo verso Donnas, il punto più a est del lungo percorso, mentre la coda dei 750 partenti sta ancora affrontando i colli più alti, tra i quali Entrelor e Loson, che superano i 3mila metri e hanno la testa bianca di neve.
Sui colli alti la notte scorsa c’è stata una sospensione della corsa di tre ore, per permettere alle guide alpine di raggiungere un punto critico, ovvero un torrente ingrossatosi per le piogge della notte. Una volta in cima però l’acqua era rientrata nell’alveo e non c’è stato nessun intervento sostanziale da fare. Nel frattempo i concorrenti, tranne quelli di testa che erano già passati prima che il torrente decidesse di allargarsi, erano stati fermati nel punto ristoro di Eaux Rousses (e nelle basi vita precedenti), creando un inevitabile affollamento.
Così, un albergatore molto gentile ha aperto “al pubblico” la hall del suo hotel e anche alcune stanze per permettere ai concorrenti una sistemazione più comoda in attesa della ripartenza. Un intervento molto apprezzato da tutti i concorrenti e anche dagli organizzatori, e comunque segno della grande partecipazione delle genti delle valli valdostane.
Questo fermo gara di tre ore ha naturalmente fatto slittare la chiusura di tutti i cancelli orari successivi di un tempo analogo. La ripartenza, avvenuta alle ore 7, ha permesso a tutti di affrontare la salita del Col Loson, 3299 metri di altezza, dove fin dall’inizio - e ci resteranno fino al termine della gara, ovvero sabato - stazionavano cinque esperti della sicurezza in montagna, tre Forestali e due Guide alpine, che hanno scalinato un buon tratto del sentiero in discesa verso il Rifugio Sella e battuto la pista dallo strato nevoso. Anche questo duro lavoro ha riscosso l’apprezzamento di molti concorrenti.
Qualche scivolone, dovuto alla fatica e alla mancanza di concentrazione, ma niente di più. Nella giornata solo un volo fuori programma (in elicottero) per un concorrente portoghese con sintomi di ipotermia avvisati su Col Entrelor. Al pronto soccorso è arrivato in codice bianco, quindi nulla di preoccupante, ma per precauzione è stato trattenuto in “osservazione”. Alla base vita di Cogne, quindi quella dopo la discesa dalla montagna che aveva destato maggiore apprensione, solo un gran lavoro per i massaggiatori, per rimettere in moto polpacci e quadricipiti provati dalla discesa.
Medici e infermieri sono rimasti per fortuna inoperosi. A Cogne si è dovuto registrare anche il ritiro di Sonia Locatelli, che aveva suscitato grande entusiasmo il pomeriggio precedente alla base vita di Valgrisenche, perché in testa, perché brava, perché valdostana. La giovane runner di Donnas ha avuto problemi di stomaco, forse per il freddo incamerato in quota, è ha dovuto rinunciare a proseguire il viaggio. Ha lasciato dunque la caccia al primo gradino del podio alla svizzera Zimmermann e alla veneta Borzani che procedono spedite a breve distanza l’una dall’altra.
Naturalmente la strada è ancora lunga e tutto può succedere. Infine i ritiri, oltre a quello della Locatelli. Una cinquantina, al momento, ma il dato non è incasellabile perché non tutti ripassano dalle basi vita a segnalare il cambio di rotta. C’è chi cerca un passaggio o si fa caricare in macchina dall’assistente e torna in albergo, comunicando poi il suo ritiro in un secondo tempo. A determinare i ritiri ufficiali soprattutto la stanchezza e il freddo delle creste più alte, ma sono componenti prevedibili di una difficile corsa in montagna. La corsa continua, con un occhio al cielo, per un meteo sempre ballerino.
scrivi un commento …