Africa Extreme 2015. Danilo Callegari, chiamato anche "the Wild Ironman, ha portato a termine la sua titanica - triplice - impresa, che è soltanto la terza tappa di un progetto più ampio chiamato "7 Summits Solo Project", conssitente nella realizzazione di una triplice impresa in "solitaria" in ciascuno dei continenti. Onore a lui e al suo team!
Sì, perché per realizzare una simile imprese occorre essere affiancati da un team di tutto rispetto ed essere in possesso di un'attrezzatura adeguata, epr quanto poi ogni singola parte dell'impresa sia stata compiuta da Danilo Callegari in solitaria.
Si può ammirare - indubbiamente - la grandezza dell'impresa, ma non si può non interrogarsi sull'"eticità" di questa maniera di fare sport che, come nel caso della "mania" per le vette sopra gli ottomila, può essere perseguita soltanto al prezzo al prezzo di un'enorme spreco di risorse, in luoghi dove le popolazioni residenti vivono con poche risorse e sempre al limite della sopravvivenza.
Questo tipo di pratica sportiva "estrema" in luoghi esotici rimane pur sempre - a mio avviso - una forma moderna di colonialismo sportivo: il tiro potrebbe essere corretto soltanto dando la possibilità a persone dei luoghi stessi di cimentarsi in simili avventure.
Ma leggiamo, di seguito, il racconto dell'impresa, attraverso i comunicati stampa che sono stati via via lanciati.
Kilimanjaro Summit, Tanzania - 16 novembre. Si è conclusa con successo stanotte alle 2:30 circa (00:30 ora italiana) Africa Extreme 2015, l’ultima grande sfida di Danilo Callegari, conclusasi con la salita e discesa dell’immenso Kilimanjaro in 20h56m45s no stop, con un dislivello complessivo di 8.300 m (4.000D+/4.300D-).
Si chiude quindi la terza tappa del progetto 7 Summits Solo Project, l’ipotesi di 7 spedizioni in 7 continenti per toccare la cima delle sette vette più alte abbinando altre discipline outdoor estreme. Tutto è iniziato nel 2011 con il South America Extreme, dove Callegari ha percorso 4500 km in bicicletta, attraversato due deserti, percorso 300 km in kayak sul lago Titicaca, volato in parapendio sulla costa cilena, da Lima a Santiago del Cile in 4 mesi per scalare in solitaria e in stile alpino il Cerro Aconcagua (6.962 m) per la diretta dei Polacchi. Nel 2012 è stata la volta di EUROPE EXTREME con l’ascesa in solitaria e in stile alpino dell’Elbrus (5.642 m) e rientro a Pordenone, città in cui vive, in bicicletta, in inverno, per un totale di 4000 km.
Con Africa Extreme 2015, l’alpinista-esploratore friulano ha affrontato in condizioni estreme uno dei continenti più selvaggi dell’intero pianeta, passando dall’umido delle acque oceaniche ai caldi torridi delle distese centrali africane, fino ai ghiacci perenni del Kilimanjaro.
L’impresa è iniziata i primi di ottobre con 50 km di nuoto continuativo nell’Oceano Indiano, da Zanzibar fino a Bagamoyo, sulla costa della Tanzania, per proseguire di corsa con 27 maratone in 27 giorni per i 1.150 chilometri di savana, foreste e altipiani che lo separavano dall’approdo sulle spiagge della Tanzania fino alle falde del Kilimanjaro. Millecentocinquanta chilometri di caldo torrido, piogge torrenziali e fango, lungo il Manyara National Park e il Serengeti fino al tanto atteso Kilimanjaro National Park, base di partenza dell’ultimo step che ha visto Callegari salire e scendere il “Kibo” (5.895 m.s.l.m) in meno di 24 ore no stop senza campi intermedi.
“Un emozione fortissima mi ha sorpreso alla vista del cartello di cima del Kilimanjaro” - racconta a caldo Danilo Callegari - “forse tra le più grandi che abbia mai provato. Ho pianto a dirotto di gioia e felicità, mentre ripercorrevo in modo incondizionato tutto quello che ho passato in questi quasi due anni di preparazione, di allenamento, di sacrifici e di complicazioni. Mi sono rivisto, in un flashback, la mia uscita dall’Oceano e tutte le mie 27 maratone”. Nel suo audio messaggio, strozzato ancora dall’emozione, prosegue: “Qualche acciacco fisico me lo sono portato dietro dalle maratone, un dolore all’anca e una tendinite al ginocchio, ma il fisico ha tenuto bene grazie anche alle iniziali condizioni metereologiche buone che mi hanno accompagnato fino a campo 4. Poi il tempo è girato a pioggia mista neve, impedendomi di godere il panorama dalla cima e accompagnandomi per tutta la lunga discesa, soprattutto verso la fine, nella giungla. Ce l’ho fatta e questo è il giusto coronamento di tutto quello che ho affrontato prima.”
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Video promozionale dell'impresa
I comunicati stampa precedenti
(Alle falde del Kilimanfiaro, Kilimanjaro National Park, Tanzania - 6 novembre. E adesso il Kilimanjaro. Quella che sembrava un’impresa impossibile, ovvero portare a termine 27 maratone in 27 giorni dopo aver nuotato 50 chilometri tra le onde infide dell’Oceano Indiano, si è trasformata invece in un nuovo, grande successo per Danilo Callegari, l’alpinista-esploratore friulano che ora si appresta all’ultima, decisiva frazione di ‘Africa Extreme 2015’, ovvero la scalata e discesa in 24 ore del Kilimanjaro senza ausilio di ossigeno e campi intermedi.
Sono state 27 maratone terribili quelle corse da Callegari, ricche di colpi di scena e difficoltà, che l’hanno portato a coprire nel tempo previsto i circa 1200 chilometri di savana, foreste e altipiani che lo separavano dall’approdo sulle spiagge della Tanzania fino alle falde del Kilimanjaro. Milleduecento chilometri di caldo torrido, piogge torrenziali e fango, affiancando il Manyara National Park e il Serengeti fino al tanto atteso Kilimanjaro National Park.
“A parte i problemi fisici che mi hanno accompagnato per gran parte della corsa, tutto il resto è stato solamente un cocktail di adrenalina, emozioni, felicità, incredulità, fascino e strizza” - racconta Callegari dal campo base. - “Ho avuto momenti difficili per l’accumulo di stanchezza che giorno dopo giorno mi ha indebolito le difese immunitarie, causandomi forti tendiniti che non mi facevano dormire di notte. Mi sono inginocchiato in più occasioni davanti al dolore, ma ho deciso di rialzarmi perché nessun dolore potrà mai superare la forza di volontà nel non voler mollaremai. La ricerca del limite estremo è spesso un gioco che si incastra tra la vita e la morte, ma che ti fa sentire maledettamente vivo.”
Ora Danilo dovrà affrontare i 5.895 metri della più alta vetta africana, una salita che Callegari inizierà tra pochi giorni, non appena avrà smaltito le tremende fatiche delle 27 maratone consecutive percorse nelle ultime settimane.
“I grandi successi sono sempre frutto di team composti da persone straordinarie” - confessa l’alpinista friulano. - “Adesso, terminate le maratone, mi separerò da Yusuph e Dickson, i miei driver, guide e cuoco sempre pronti e disponibili a soddisfare le mie esigenze con un sorriso sulle labbra. Un grazie particolare va a “Viaggia con Carlo” e “eTripAfrica”, partner in “Africa Extreme”, che mi hanno fornito un’organizzazione logistica veramente impeccabile in un luogo di incredibile bellezza, dove, tra piste sabbiose, vaste savane e villaggi sperduti, ho conosciuto un popolo straordinario che ad ogni saluto mi ha sempre regalato un ampio sorriso”.
(Tutto pronto per la grande impresa Afrika Extreme) Milano, 24 settembre 2015 – A una settimana dalla partenza per “Africa Extreme 2015”, prevista per il 2 ottobre, Danilo Callegari, l’alpinista esploratore friulano ha scelto Milano per incontrare la stampa e fare il punto sugli ultimi preparativi prima della grande avventura.
In una location particolare come quella di Natked, il nuovissimo spazio, nel cuore del business district, destinato al recupero dell’energia e dell’armonia del proprio corpo e dalla propria mente attraverso l’allenamento funzionale, Callegari ha presentato la sua prossima avventura in Africa raccontando le sensazioni e le emozioni che lo hanno accompagnato in più di un anno di preparazione.
Per affrontare questa sfida al limite dell’impossibile Callegari ha ovviamente seguito da mesi un’intensa e specifica preparazione, assistito da un’equipe speciale: dal dottor Giulio Roi, direttore del centro studi Isokinetic all’ex campione di nuoto Marco Bellino; dal nutrizionista Antonio Benetti al maestro di yoga indiano Raju Paithankache.
Dunque è tutto pronto per ‘Africa Extreme 2015’, terza tappa del “7 Summits Solo Project“, l’ambizioso progetto con cui Callegari si propone di raggiungere le sette vette più alte dei 7 Continenti unendo all’impresa alpinistica vera e propria altrettante sfide di outdoor estremo in solitaria.
“Sono pronto a partire per questa mia nuova avventura. Non sono per nulla tranquillo, anzi, mi aspetto di trovare diverse difficoltà, in primis nell’Oceano, che mi metteranno a dura prova. Ma è proprio questo stato d’animo che mi stimola ad affrontare situazioni sempre più impegnative”, - dichiara Callegari - “più è alta l’incertezza della riuscita e più è forte la voglia di provarci … perché i limiti esistono soltanto nella nostra testa”.
Dopo South America Extreme (Cerro Aconcagua) nel 2011 ed Europa Extreme (Elbrus) nel 2012 è la volta di Africa Extreme 2015 e mai come in questo caso si può davvero parlare di sport estremo, reso ancora più duro dal contesto in cui Callegari si misurerà a partire dal 2 ottobre 2015: il continente africano.
Da Zanzibar nuoterà infatti nell’Oceano Indiano per 50 chilometri senza sosta (entro 24 ore) per raggiungere il continente a Bagamoyo. Da lì, attraverso la savana della Tanzania, percorrerà di corsa 1.200 chilometri in 27 giorni, in pratica una maratona al giorno. Raggiunte le pendici del Kilimanjaro (1.600 mt) salirà da un versante fino alla vetta (5.895 mt) senza l’ausilio di campi intermedi, senza ossigeno e portatori, per poi ridiscendere dall’altro versante, il tutto entro il tempo-limite delle 24 ore.
In questi ultimi mesi Callegari ha affrontato con successo tre test per valutare le sue condizioni fisiche: 20 km a nuoto (10,7 miglia) a Lignano Sabbiadoro, la salita e discesa in meno di 24 ore del Monte Rosa con un dislivello da + 3.400 mt a – 3.400 mt, e le 5 maratone in 5 giorni nella foresta slovena.
Una sfida ancora una volta ai limiti dell’impossibile, di fronte alla quale le vette più alte già conquistate delle Alpi, delle Ande, del Caucaso e dell’Himalaya, i 4 deserti attraversati sinora, il tentativo di passaggio in kayak dello Stretto di Magellano ed i 18.000 chilometri percorsi in solitaria nei luoghi più impervi ed inospitali del pianeta, appaiono davvero poca cosa.
Sarà possibile seguire Danilo Callegari durante la sua impresa sui suoi social, sul sito che a breve sarà completamente rinnovato e reso più interattivo.
(Ultimo test prima della partenza) Postumia - Slovenia, 28 agosto 2015 – A poco più di un mese dalla partenza per l’incredibile avventura di “Africa Extreme 2015”, Danilo Callegari, l’alpinista esploratore friulano, partirà oggi per la Slovenia per l’ultimo test, quello della corsa, in preparazione alla grande impresa che lo porterà il 2 ottobre nella selvaggia Africa.
Dopo il successo dei primi due test, il primo sui 20 km a nuoto (10,7 miglia) a Lignano Sabbiadoro, il secondo con la salita e discesa in meno di 24 ore del Monte Rosa con un dislivello da + 3.400 mt a – 3.400 mt, è la volta delle maratone in serie.
Con partenza da Postumia, nella Slovenia sud occidentale, dal 29 agosto al 2 settembre Callegari percorrerà 5 maratone in 5 giorni attraversando la spettacolare foresta di Kocevje passando per Masun, Sneznik, Grcarice, Kozarisce.
Giusto un assaggio di quello che dovrà affrontare nella sua prossima avventura, dove di maratone ne dovrà percorrere 27 in 27 giorni nella savana incontaminata della Tanzania.
Non a caso il test della corsa è stato lasciato per ultimo: “è il momento di rimanere da solo, concentrato su me stesso e sulla mia resistenza in un luogo selvaggio che mi faccia trovare la concentrazione e che mi prepari a quello che dovrò affrontare in Africa tra un mese”, dichiara Danilo Callegari spiegando così il motivo della scelta di correre all’interno della magica foresta della Slovenia.
‘Africa Extreme’ vedrà il wild iron man nuotare per 50 km nell’oceano Indiano da Zanzibar fino alla costa, da lì – attraverso la savana – percorrere una maratona al giorno per 27 giorni per raggiungere le pendici del Kilimanjaro che poi scalerà senza l’ausilio di campi intermedi, ossigeno e portatori fino a raggiungere la vetta per poi ridiscendere l’altro versante.
Proprio per affrontare questa sfida al limite dell’impossibile Callegari ha iniziato da mesi un’intensa e specifica preparazione, assistito da un’equipe speciale - dal dottor Giulio Roi, direttore del centro studi Isokinetic all’ex campione di nuoto Marco Bellino; dal nutrizionista Antonio Benetti al maestro di yoga indiano Raju Paithankache - che l’ha portato al test in acqua di Lignano, prima vera prova per verificare l’efficacia del lavoro svolto in questi mesi.
Conclusi i test, prima di chiudersi in un “isolamento” propedeutico alla partenza, Danilo Callegari parlerà della sua prossima avventura a tutti gli amici durante "Africa Extreme Official Launch Event", l’evento nel contesto del Fuori tutti Summerside, che lo vedrà protagonista venerdì 4 settembre presso il ristorante “Al Baffo” di Roveredo in Piano – PN. Durante la serata Danilo, grazie al suo sponsor “Viaggia con Carlo”, regalerà un viaggio trekking in Nepal.
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