Nel 2011, Andrea Bianchi, da sempre affascinato dalle ascensioni verso le grandi altezze montane come simbolo della ricerca interiore dell'uomo, durante un'escursione in altitudine, si è tolto le scarpe e ha scoperto che camminare a piedi nudi può essere un'esperienza di grande benessere e di riconnessione con la natura. Dopo la prima, timida e casuale prova, si è andato sperimentando in contesti di terreno sempre più difficili e sempre più a lungo, anche nella pratica escursionistica su sentieri impervi. Il suo camminare a piedi scalzi è assieme una "pratica" e una filosofia di vita che sconfina in una relazione con la natura tesa a coglierne lo spirito vitale e l'energia.
Da allora non ha più smesso e, con una serie di articoli che si sono trasformati in libri, ma anche con la il suo insegnamento diretto, ha tentato di trasmettere ad altri la sua visione.
Non possiamo dimenticare, ovviamente, che il suo camminare a piedi nudi, è un ritorno alla semplicità francescana e, più in generale, ad una filosofia di vita in base alla quale, per il raggiungimento di un pieno benessere, in tutte le nostre abitudini/attitudini occorra semplificare, ridurre drasticamente l'utilizzo di tutti quegli oggetti di cui ci siamo circondati e di cui siamo dipendenti sino all'osso, lasciando invece solo ciò che è essenziale.
Ma d'altronde in questa pratica ci sono degli antecedenti illustri, come ala pratica dello sport a piedi scalzi tra i quali il cosiddetto "gimnopodismo" ha molteplici rappresentanti illustri (e non illustri), per non parlare delle pratiche ancestrali dei Tarahumara che usano correre ritualmente su i montagnosi sentieri della Sierra, praticamente a piedi nudi - solo con la protezione della sottile intercapedine di sottili sandali che essi stessi (come parte del percorso iniziatico tribale) si sono costruiti: pratica ampiamente descritta da Christopher McDougall e riportata al grande mondo del podismo attraverso il volume interessantissimo - e di grande successo su scala planetaria - Born to Run.
Lo snello, ma succoso volume Il silenzio dei passi. Piccolo elogio del camminare a piedi nudi nella natura, pubblicato nel 2016 da Ediciclo nella Collana Piccola Filosofia di Viaggio, contiene appunto il percorso scalzo di Andrea Bianchi e la sua "filosofia di viaggio".
Mi sono ritrovato molto in ciò che Andrea Bianchi scrive e trovo pienamente condivisibili le sue considerazioni: non è così semplice mettere in pratica questo Verbo, poiché come lo stesso autore avverte ci sono, attorno al camminare e al correre a piedi nudi, molti pregiudizi culturali che è difficile abbattere. Bianchi, nel corso della sua esposizione che ha l'autorevolezza derivante dalla pratica diretta e da una lunga esperienza, controbatte puntualmente tutte le possibili obiezioni (in maniera garbata e non fondamentalista), nello stesso tempo invitando tutti i suoi lettori non del tutto convinti a provare in prima persona, cominciando ovviamente con situazione relativamente protette e comode, per passare poi ad impegni via via più hard ed ambiziosi, in un percorso che diventa viaggio e filosofia di vita.
Io stesso dopo aver letto le sue pagine, visto che non corro più, mi sono ritrovato a fare una parte dei miei lavoretti in campagna a piedi scalzi, ritrovando un forte stimolo vitale nel contatto diretto dei miei piedi con la terra e con la pietra: ritrovando le sensazioni adrenaliniche ed energetiche che avvertivo in me, quando - più giovane - correvo a piedi nudi, sulla spiaggia o anche sugli sterrati e sull'asfalto., oppure, al mare, saltabeccando da uno scoglio all'altro.
I podisti che adoperano scarpe tecniche altamente protettive perdono la finissima capacità propriocettiva del piede e la sua capacità di adattamento naturale ad ogni tipo di terreno. Camminare o correre a piedi nudi ci consente di trovare un rinnovato equilibrio e una maniera più naturale di articolare con un appoggio prevalente sull'avampiede: cosa che nel lungo termine consente di curarsi da inspiegabili malanni che affliggono i camminatori o i runner calzati e che non hanno riscontri strumentali significativi.
Provare per credere.
Questo libretto trova il suo ideale complemento nel volume sempre di Andrea Bianchi, A piedi nudi-Il cammino silenzioso dalla A alla Z (Edicliclo, 2017, collana Ciclostile)
(nota editoriale) Togliersi le scarpe e percorrere scalzi un piano sentiero boscoso, un prato umido di rugiada, o i gradini naturali di un sentiero d’alta quota e imparare a percepire sotto le piante dei piedi nudi il flusso di calore della pietra esposta al sole e le sue diverse tessiture: tutto questo è alla portata di ognuno, appartiene alla preistoria e alla storia dell’umanità, eppure è anche una cosa che oggi è diventata rara nella vita di molti. Basta invece poco per re-imparare a camminare scalzi, e ritrovare una dimensione in cui si intrecciano la meccanica del piede umano, le connessioni benefiche con l’elettromagnetismo terrestre, l’arte di passare dal freddo al caldo che Kneipp elevò al rango di terapia, i milioni di stimoli sensoriali che si accendono nella mente, fino alla scoperta di aspetti più sottili, come l’invisibilità delle tracce e il silenzio che accompagna questo passo leggero, quasi felpato, che mai si impone ma sempre trova il suo personale e unico percorso.
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