Quella di cui leggiamo in questo volume è la terza inchiesta del commissario Atttila e della sua squadra.
La serie è rimarchevole non solo perchè, a giudicare da quest'ultimo che ho letto, è ben scritta e ben congegnata, ma anche perchè il suo autore oltre che essere giornalista di cornaca è uno sportivo amatoriale di grande valore, nell'ambito del nuoto.
Igor Attila, responsabile della "Sezione crimini sportivi" della PS di Roma, con la sua squadra, viene incaricato di indagare sulla morte di un maratoneta, ucciso con un dardo scoccato da una micidiale balestra da un killer senza volto durante la Maratona di Roma e, dalle evidenze, emerge la supposizione che possa trattarsi d'un killer seriale, pronto a colpire ancora.
Dove? Quando? Chi? Tutti enigmi che dovranno essere risolti durante l'indagine che parte, con mille difficoltà - anche di ordine burocratico e di opportunismi politici - intersecate con altre indagini minori e con piccoli flashback sulla vita di Igor Attila e sulle sue imprese sportive, oltreché con excursus agili e godibili sull'uomo, la sua vita privata, le sue preferenze e le sue debolezze.
Alla fine il colpevole verrà acciuffato, ma non dico come per non sciupare il piacere della lettura.
Il libro godibilissimo, da leggere nell'arco di una giornata a riparo di un ombrellone sulla spiaggia, è stato scritto da Paolo Foschi (1967), giornalista al Corriere della Sera e appassionato di sport, musica e letteratura. E' stato pubblicato dalla casa editrice e/o ed è ancora fresco di stampa (febbraio 2013).
L'inchiesta viene affidata al commissario Igor Attila, ex pugile professionista e a sua volta corridore amatoriale, responsabile della strampalata ma efficiente Sezione crimini sportivi della questura. Le indagini però si arenano subito. Nessun legame, a parte la corsa, fra le vittime.
Nessun movente. Nessuna traccia. Il commissario Attila, peraltro travolto dagli imprevedibili sviluppi della sua tormentata love story con Titta, è in difficoltà.
Il governo pretende l'immediata cattura dell'assassino. Così, dopo poche settimane, l'inchiesta viene tolta a Igor Attila, che si ritrova dunque a fare i conti con l'ennesimo fallimento della sua vita e viene spedito a indagare su alcuni furti di magliette nel campo di allenamento della Roma a Trigoria. Ma proprio quando la deriva sembra inarrestabile, il commissario, in maniera del tutto casuale, scopre una nuova pista, che porta nell'Afghanistan dilaniato dalla guerra.
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