E' uscito nel 2013, per i tipi di Einaudi (Collana Frontiere) un nuovo saggio di Robert Mcfarlane che sicuramente potrà interessare i camminatori: si tratta di un "elogio del camminare", realizzato mettendo assieme personali esperienze di viaggio a piedi dell'autore lungo "le antiche vie", cioè percorsi di cammini tradizionali e di pellegrinaggi devozionali.
Il volume si chiama, appunto, "Le antiche vie. Un elogio del camminare".
Percorrendo a piedi sentieri noti e piste meno battute di Inghilterra, Scozia, Palestina, Spagna, Tibet, Robert Macfarlane ha scritto un «elogio del camminare» che riaccende di vita l'antico legame tra la strada e il racconto, tra il camminare e il pensare. Macfarlane ha la capacità unica di prendere il lettore per mano come un compagno di strada e ridare un senso allo spaesamento di chiunque si mette in cammino, di ogni uomo che esce fuori per conoscersi dentro.
«Gli uomini sono animali, e come tutti gli animali anche noi quando ci spostiamo lasciamo impronte: segni di passaggio impressi nella neve, nella sabbia, nel fango, nell'erba, nella rugiada, nella terra, nel muschio. È facile tuttavia dimenticare questa nostra predisposizione naturale, dal momento che oggi i nostri viaggi si svolgono per lo piú sull'asfalto e sul cemento, sostanze su cui è difficile imprimere una traccia.
Molte regioni hanno ancora le loro antiche vie, che collegano luogo a luogo, che salgono ai valichi o aggirano i monti, che portano alla chiesa o alla cappella, al fiume o al mare».
Robert Macfarlane è l'ultimo, celebrato poeta della natura, erede di una tradizione che da Chaucer fino a Chatwin e Sebald è capace di trasformare una strada in una storia, un sentiero su un altopiano in un viaggio nella memoria.
Riallacciando l'ancestrale legame tra narratore e camminatore, Macfarlane compie il gesto piú semplice, eppure oggi anche il piú radicale: quello di uscire dalla sua casa di Cambridge e iniziare a camminare, a camminare e osservare, a osservare e raccontare. Battendo i sentieri dimenticati di Inghilterra e Scozia, l'antico «Camino» di Santiago, le strade della Palestina costellate di checkpoint e muri di contenimento, gli esoterici tracciati tibetani, Macfarlane riesce, come un autentico sciamano, a far parlare paesaggi resi muti dall'abitudine, a dare voce ai fantasmi che li abitano, a leggere per noi i racconti con cui gli uomini hanno abitato il mondo.
Hanno detto di questo libro:
«Un libro che, come i sentieri piú preziosi, è sempre diverso ogni volta che lo percorri». (The Guardian)
«Leggi Macfarlane e sarà impossibile fare di nuovo una passeggiata insignificante».(Metro)