Un professore tedesco di filosofia, Eugen Herrigel, vuole essere introdotto allo Zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con l'arco. Comincia così un emozionante tirocinio, nel corso del quale Herrigel si troverà felicemente costretto a capovolgere le sue idee - e soprattutto il suo modo di vivere. All'inizio con grande pena e sconcerto: dovrà infatti riconoscere prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire. Ma il tocco sapiente del Maestro aiuterà Herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare 'vuoto' per accogliere, quasi senza accorgersene, l'unico gesto giusto, che fa centro - quello di cui gli arcieri Zen dicono: "Un colpo - una vita". In un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e Io si intrecciano in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell'arciere e il bersaglio da colpire è l'arciere stesso.
Eugen Herrigel (1885-1995), filosofo tedesco, ha il merito di aver fatto conoscere in Europa lo Zen. La particolarità del suo percorso è che, attraverso il tiro con l'arco, egli è riuscito a comprendere profondamente tale filosofia. Celeberrimo è Lo Zen e il tiro con l'arco (1948) che racconta appunto del suo incontro con un maestro giapponese di tiro con l'arco il quale non solo gli insegnò quest'antica arte tradizionale ma anche che il vero bersaglio da colpire è in realtà l'arciere stesso.