Salvatore Sulsenti è davvero un vulcano d'idee. Forse perché camminare - oltre a donare al camminatore indubbi vantaggi psichici - aiuta la meditazione e fa sorgere idee.
Perché ciò accade? E' la contemplazione di ciò che ci circonda che sfila sotto i nostri occhi ad una velocità sostenibile, è la ricchezza pacata degli stimoli che traiamo dalla continua osservazione della grana delle cose, è la disposizione di spirito che ci rende ricettivi a certi stimoli e non ad altri, è la capacità di mettersi in contatto con il mondo interno e creare delle sintesi originali con ciò che arriva dall'esterno, è il fatto di potersi soffermare sulle cose, di muoversi avvertendo nello stesso tempo la piena libertà di fermarsi: questi sono tutti fattori che contribuiscono a questa fertile avventura mentale e spirituale per il nostro Salvatore.
Tutti dovrebbero camminare, senza affrettarsi, oppure affrettandosi, perchè per quanto ci si affretti non si potrà andare veloci come quando si corre. Forse, anche perchè camminare è di per sé estasi, nel senso più letterale del termine: il modo per uscire da una forzata immobilità, forse più simile alla morte che molti nella propria vita sedentaria si impogono. Il camminare è dinamismo, soprattutto se protratto per diverse ore al giorno: ti porta a sperimentare la necessità di un riequilibrio psico-fisico costante, fatto di continui disequilibri. Ed è questa la grande forza intrinseca del Camminare nel riequilibrare lo psico-soma e nel trovare costantemente nuove frontiere da valicare (compresi quei limiti che di continuo si riprongono, diavoletti che spingerebbero a recedere o a rinunziare a favore di una più confortante inerzia).
Molti insegnamenti, forse, dovrebbero essere impartiti camminando: non a casa Socrate e i suoi allevi venivano definiti peripatetici, poichè il più delle volte camminavano mentre discettavano di filosofia.
Non dimentichiamo inoltre che, secondo gli aborigeni australiani il mondo era stato creato dai loro antenati (considerati equivalenti a delle entità divine) camminando e che era loro compito mantenere in vita il mondo, percorrendo (e cantando) incessantemente le "vie dei canti", ogni gruppo tribale lungo la via propria.
Per non parlare dei monaci itineranti o di quelli corridori che fanno del movimento continuo uno strumento di meditazione profonda.
L'anno nuovo sta portando Salvatore Sulsenti a maturare dei nuovi progetti (dei quali per il momento non diamo anticipazioni, in attesa che lui stesso sia pronto a comunicarli in una forma completa) e ad affacciarsi a nuove realtà:
Il 20 febbraio 2016 Salvatore Sulsenti ha compiuto 50 anni e, per lui, si è trattato sicuramente di un compleanno sotto buoni auspici e il suo cammino procede sicuramente sotto una buona stella
Our earthly condition is that of passers-by, of incompleteness moving towards fulfilment, and therefore of struggle
GENNAIO
29 gennaio 2016, venerdì sveglio alle 4.00 mi dedico a sistemare alcune schede del mio diario. Maurizio, ed è da ieri che voglio scriverlo, racconta la vita e la fotografa. Io prendo nota, mi fermo al fatto e sporadicamente vado oltre. Maurizio si muove a caccia di una foto che sia una storia. In realtà credo che lui le foto le abbia già in testa, fissate nella sua immaginazione e che la sua macchina fotografica sia solo uno “strumento” esecutivo, un pennello con cui dipingere la sua tela. Sono le 5,30. Alle 12,30 comincio a muovermi per le mie strade. Ci sono 19° gradi e sembra primavera inoltrata, al punto che un paio di matti decidono di fare il bagno. Una ragazza porta a spasso, senza guinzaglio, due cani neri che hanno ognuno un collare rosa ma l’uno diverso dall’altro, grande fatto che andava decisamente annotato. Faccio a gara per qualche metro con un bambino in bici, e, per chi se lo chiedesse, in questo confronto ho vinto io: evvai Salvatore! Una coppia di turisti nordici, credo Veneti, mi chiede le indicazioni per Pozzallo. Ricevo la telefonata di mio nipote. Alle 14,30 concludo la mia camminata con il saluto di un’avvenente signora francese.
30 gennaio 2016, sabato sveglio prestissimo, mi fiondo sulla caffettiera. Mi collego ed aggiorno le mie pagine sui social, un solo social per il vero. Controllo la mia mail, curioso il sito della Tomtom e della Garmin. E’ ancora presto e decido di tagliarmi i capelli con la macchinetta, pochi minuti ed il gioco è fatto. Borotalco le mie zampette. 8,30 incontro il mio gruppo e parto loro. Ci accompagnano per tutto il tragitto Billo, la nostra mascotte, ed il suo amico Birillo. L’ultima ora cammino al fianco di una nuova amica non vedente, le faccio da guida. Mi piacerebbe portarla a camminare con me altre volte. Arriviamo alle 11,30 e, dopo alcuni minuti di piacevole e riposanti chiacchiere, saluto. Tutti. Mio padre in realtà aveva bisogno di sfogarsi perché ha ricevuto una telefonata poco piacevole da mia sorella. Oggi sono stato in pace con me stesso, quasi in uno stato di grazia. Abbiamo scattato delle foto con alcuni compagni sorridendo tantissimo di come, a 50 anni di media ognuno, ci si possa divertire con molto poco.
31 gennaio domenica 7,45/12,00 compresa la pausa tecnica ed un caffè. Ho camminato per 4 ore per un totale di 20 km. Incontro un’amica insieme ad altre due donzelle. Fatte le presentazioni decidiamo di camminare insieme. Mi offrono un passaggio verso casa ed io accetto di buon grado. Foto di gruppo al porto. Gli ultimi 300 metri sono camminati sulla spiaggia e qui conosciamo Bea una cagnetta di un paio di mesi o al massimo tre. Pranzo leggero con carote e cavolfiore lesso accompagnate da due uova, poco pane e del formaggio. Mi concedo un dolce: uno yogurt ananas con tre biscotti secchi. E domani? Sarà febbraio. Altro mese, altri chilometri, altre speranze, altre delusioni, altri sorrisi.
Febbraio
Lunedì 1° febbraio 2016, Cammino per circa 100 metri molto lentamente, al di sotto del mio standard. Mi chiedo cosa mi succeda, ma subito mi rassereno, nulla di cui preoccuparmi. Il mio riscaldamento è camminare per alcuni minuti prendendo confidenza con l’habitat. Mi viene incontro Billo, un meticcio, bianco e nero, muscoloso, di media taglia, a pelo raso e sempre in cerca di una carezza. La temperatura è piacevolissima, ma resto infastidito da una brezza che gela il sudore. Uso il cappuccio della mia felpa amaranto. Incrocio Olga in bici, quasi nascosta dentro la sua felpa bianca e al riparo dal sole con grandi occhiali scuri. È la prima volta che la vedo in bici, scambiamo due parole velocemente, senza fermarci come a non voler perdere tempo in futilità, la strada è lì per noi e non va fatta aspettare. Cammino per 12 km e buona parte di questi a ritmo sostenuto. Ricordo le indicazioni di Maurizio su come allenare la velocità che, ahimè, non è nel mio DNA (5 minuti ed 1 minuto veloce…). Il mio peso è aumentato durante le feste e, ad oggi, ho 5 chili da smaltire oltre i chili per arrivare al mio obbiettivo: kg 85. Totale 15 kg. Un grammo alla volta Salvatore, un grammo alla volta.
Martedì 2 febbraio 2016. Pranzo fruttariano: una pera, un’arancia, un finocchio, uno yogurt al cocco ed un caffè con miele. Lavoro ad una mia opera, una vecchia tegola con una croce latina di mio disegno. Scrivo ed ascolto della musica pensando al mio marciapiede, alla mia strada. Arrivo in anticipo in piazza portando con me la macchina fotografica. Quasi dal nulla vedo due mie compagne di camminata che guidano un quadriciclo ed io, come un falco, click ed ancora click per immortalare due gentili signore che si divertono come delle bambine. Va sottolineato che questo ameno mezzo di locomozione è un auto-regalo che si è concessa una delle due signore per il 50esimo compleanno appena passato. Che spasso, la serata comincia bene. Dopo la consueta foto di gruppo partiamo alle 18,30 in compagnia di Billo che fa disperare tutti perché attraversa strade e trazzere senza curarsi delle auto in arrivo. Si cammina in tranquillità, quando a poco più di 2km dall’arrivo in piazza ci ritroviamo io, Peppe e Lina impegnati in un allungo intenso, ritmo velocissimo, voglia di divertirsi andando forte. In piazza siamo i primi e dopo alcuni minuti arriva il resto del gruppo. Un po’ di stretching, un po’ di commenti e tutti a casa. Io mi sento soddisfatto per la camminata, decisamente meno per i miei diavoletti che tornano a farsi sentire.
Mercoledì 3 febbraio 2016. Sono le 5,15 del mattino. Rileggo le note del mio diario di ieri, rivedo delle foto e faccio pulizia dentro al PC. Conto sei giorni consecutivi di uscite e sono incerto se concedermi del riposo o camminare anche oggi. Deciderò nelle prossime ore. In realtà ho già deciso. Sono passate da poco le 11,30 e sono già per strada a smaltire un certo nervosismo che mi fa visita di tanto in tanto. Mi muovo subito veloce e riesco a mantenere lo stesso ritmo per tutto il tempo sia in andata sia al ritorno, sia in pianura sia in salita. Mi chiamano Anna e Carlo. Con loro ha avuto inizio la mia carriera di walker. Riunione di gruppo per rinnovo tesseramento, presentazione bilancio, varie ed eventuali… A letto alle 22,00 per dedicarmi alla rilettura di “Voglio Correre” di Enrico Arcelli. Ogni volta scopro qualcosa di nuovo e magari un giorno mi deciderò ad acquistarlo anziché prenderlo in prestito alla Biblioteca del mio paese.
Giovedì 4 febbraio 2016. Sveglio alle 3 ed alcuni minuti. Sono al PC fino alle 4.00 mettendo ordine. Mi soffermo sul diario di un pellegrino sulla via di Santiago de Compostela. Il diario è ricco di note e suggerimenti e foto e vicende. Scorro velocemente le foto dei paesaggi e delle chiese, mi soffermo con vivace interesse sui volti di altri pellegrini, sulle loro storie e sulle loro espressioni. Mi vedo fra di loro, anche io a raccontare la mia strada, la mia avventura, il mio pellegrinaggio. Sono le 4 e poco più. Oggi è giorno di mercato in paese. Domani sono fuori con Margherita e farò delle spese per una giornata fuori. Sono le 18,30 e fino alle 20,15 si cammina in gruppo anche se a regnare è la voglia di un assolo. L’idea dell’affitto del camminatore si sedimenta in me. Dal confronto con chi ho vicino colgo segnali incoraggianti. Manca il grafico per studiare un logo da registrare. Torno a casa, e questo per oggi mi basta.
Venerdì, 4 febbraio 2016. Esco con Margherita puntando a 10 ore di camminata che nella realtà saranno 7 ore e 45 minuti. la mia ernia si fa sentire e si fa sentire la stanchezza di 9 giorni consecutivi di camminate. Camminiamo l’equivalente di una maratona con vento sostenuto che gela il sudore. Margherita mi porta dei limoni dell’albero che ha davanti casa. Io consumo diversi limoni nei miei integratori ed ho gradito l’omaggio. Ricevo l’invito di Maurizio a Palermo, ho accettato. Stasera sono a cena a casa di amici per un ricotta-party. D’improvviso realizzo la presenza di chi non c’è.
Sabato 6 febbraio 2016. Stamani diserto la camminata con il mio gruppo e mi dedico a smaltire della corrispondenza in arretrato e soprattutto scrivo ad un’azienda per presentare la mia idea di organizzare il periplo della Sicilia. Mi risponde in serata Enrico, il loro referente commerciale per l’Italia, che si dimostra interessato e mi chiede ulteriori dettagli che prontamente invio. Adesso aspetto una risposta. Nel pomeriggio ci vediamo davanti al Decathlon di Ragusa per una camminata congiunta fra il mio gruppo ed i ragazzi di Amunì. 12 km in 1 ora e 45 minuti. Ho recuperato abbastanza bene i 42 km di ieri. La temperatura si abbassa ed il ritmo sostenuto aiuta a tenersi al caldo.
Domenica 7 febbraio 2016. Ho camminato per 10 giorni consecutivi senza alcuna pausa ed oggi riposo. Faccio il casalingo. Pulisco casa, faccio il bucato e cucino per il pranzo. Mi dedico al mio diario e faccio una bozza delle prime 4 tappe del mio giro di Sicilia.
Lunedì 8 febbraio 2016. Una leggera pioggia accompagna ed apre questo inizio settimana. Mi dedico alla demolizione di vecchio intonaco da una parete del mio laboratorio, evidenziando la pietra con cui fu costruito il muro. Invio delle mail a società che fabbricano scarpe, GPS da polso ed altro materiale per presentare la mia idea di un giro di Sicilia in solitaria. Ci sono 2 riscontri, spero non tardino gli incontri.
Martedì 9 febbraio 2016. Arrivo prima allo start point del mio gruppo. Incontro Lina e decidiamo - ma è lei a decidere in realtà - di concederci 10 minuti veloci. Molto veloci prima che si esca con gli altri compagni. Camminiamo in tanti, circa 30, dalle 18,30 alle 20,15 percorrendo le vie di Marina di Ragusa in un saliscendi stimolante. Il mio umore non è dei migliori e camminare mi aiuta a far tornare il sereno. Continuano i lavori edili, l’intonaco è stato asportato ed il muro di pietra torna alla luce, prendendo nuova vita.
Mercoledì 10 febbraio 2016. I miei lavori edili ormai volgono al termine. Lavoro alla stesura e a maggiori dettagli di un progetto da presentare ad eventuali sponsor del mio giro di Sicilia. Un giro che sembra stia diventando la metafora della mia vita. Oggi salto il pranzo, non ho nemmeno voglia di mettermi a cucinare.
Giovedì, 11 febbraio 2016. Una leggerissima pioggia mi accompagna per parte del tragitto. Percorro 12 km chiacchierando con alcuni compagni del gruppo. Parliamo delle nostre vicende quotidiane, ma non sempre sono disposto ad ascoltare. Credo che, nella maggior parte delle volte, il migliore compagno per una camminata siamo noi stessi. Assentarsi non è possibile se qualcuno ti parla della crisi sociale, dei problemi di lavoro, di fatti di cronaca nera e di ricette di cucina. A casa mi sono dedicato ad ultimare la demolizione dell’intonaco di parte del mio laboratorio. Preparo la base su cui montare la riproduzione di un logo che mi è stato richiesto. Arricchisco di particolari il programma per il mio giro di Sicilia.
Venerdì, 12 febbraio 2016. Polvere e calcinacci da togliere, e ora la pietra è a vista. Piove. Invio altre foto per i premi che ho realizzato per i primi arrivati all’Ecotrail della Val d’Ippari a Vittoria il prossimo 28 febbraio. San Valentino? Festività che mi lascia divertito nel vedere i ritardatari affannarsi nei negozi o dai fiorai per gli ultimi acquisti. Tutti i bar si tingono di rosso e di cuori, anche di peluche.
Sabato 13 febbraio 2016. Sono le 5,30. Questo sabato apre gli occhi su un week-end dedicato agli innamorati. Faccio un salto nel passato ricordando un pub di Aci Castello. Entro per una birra in tranquillità e, invece, mi vedo sommerso dal luccichio delle fiammelle di candele in attesa degli innamorati. La prima impressione fu quella di essere entrato in un cimitero con tutti i lumini in bella mostra. Fui invitato ad andare via, poiché era tutto prenotato. Ma io sono innamorato, dissi mentendo a me stesso ed al cameriere. Nulla da fare. Rinunciai alla mia birra un po’ amareggiato ed un po’ divertito. Cenare fuori il 14 febbraio vale solo se hai una compagna. Mah! Stamani indosso la mia armatura da walker ascoltando “Ciuri Ciuri” nella versione di Roy Paci, Maurizio mandandomi il video mi ha messo di buon umore. Oggi sabato di ritmo caldo, non mi importa se piove, io viaggio veloce e mi vesto danzando. 47 morto che parla, film di Totò del 1950, lo guardo a pranzo.
Domenica, 14 febbraio 2016. La pioggia mette il sigillo “NO” alla mia camminata. In realtà sono indeciso se uscire o meno ma alla fine la mia pigrizia ha il sopravvento. E poi veder tutti tenersi per mano, scambiarsi affettuosità, occhi languidi ovunque… non mi va. Oggi è la festa degli innamorati, peccato che qualcuno se ne ricordi solo oggi. Tutti gli stolti del cuore riabilitati da uno sguardo dolce che due nonni di 90 anni ancora si scambiano ad occhi lucidi. Passo la giornata con la musica nell’anima.
Lunedì 15 febbraio 2016. Lunedì di riposo da camminata, giornata che passa fra i ritocchi alla parete del mio laboratorio, fotocopie, preparazione di una nuova opera. Alle 6,30 finisco di leggere “La Via del Sentiero. Un’antologia per camminatori" (a cura di Wu Ming 2, Edizioni dei Cammini, 2015). Ho un lunedì pieno e mi dedico alla meditazione senza camminare. Lavoro ad una nuova opera. Il mio addome è dolorante, sono nervoso e ciò si riflette sul mio stato di salute.
Com'è picciotti? tutt'apposto?
Ciuri ciuri (ciuri di tuttu l'annu)
L'amuri ca (mi rasti ti lu tornu)
Ciuri ciuri (ciuri di primavera)
si tu nun m'ami (io moru di pena)
nun cantu nè p'amuri (nè p'amanti)
ca nun mi passa mancu (pi la menti)
jè pi la donna mia (ca nun mi voli)
jè pi la donna mia (ca nun mi senti)
u sicilianu sugnu e mi nni vantu
Picchì la terra mia jè china china d'incantu
Lu sole, le saline rici lu sbarcaturi
"Su tutti cosi ca mi fannu strinciri lu cori"
C'è lu giardinu in mezzu di lu mari
Tutto intessuto fitto di limiuni e ciuri
Tutti l'aciddi vannu liberi a cantari
Puri i sireni ca c fannu sempre amuri
St'amuri va tu na para di na pausa
mi pare giusto che nè sempre pi na causa
ma è tornare sempre frischi cchiù di prima
mi fai, mi fai ballari macari chiddi ca so lì ma
mi fai ballari cu chi granni picciriddi
ca s'ammuttano,
ca ja muzzicano,
ca si pigghiano pi capiddi,
ca si stricano,ca si sciusciuliano,
ca si pigghiano a chianchiate
Ma con la gioia della gente spensiarata
shake shake
e allora
Ciuri ciuri (ciuri di tuttu l'annu)
l'amuri ca (mi rasti ti lu tornu)
e allura
ciuri ciuri ciuri ciuri ciuri ciuri (ciuri di primavera)
si tu nun m'ami (io moru di pena)
nun cantu nè p'amuri (nè p'amanti)
ca nun i passa mancu (pi la menti)
jè pi la donna mia (ca nun mi voli)
jè pi la donna mia (ca nun mi senti)
ju sicilianu sugnu e mi nni vantu
picchì la terra mia jè china china d'incantu
fuego roy fuego.
Oggi, 20 febbraio 2016, Salvatore Sulsenti (appartenente all'Associazione di camminatori "Siemu a peri"), walking man e artista materico, ha compiuto 50 anni tondi tondi. A lui, amico e corrispondente, Ultramaratone Maratone Dintorni, rivolge i più calorosi auguri. Nell'occasione, al termine di una camminata societaria, il Nostro è stato festeggiato dai suoi compagni di camminate e di cammino. Si tratta per lui di un compleanno importante che arriva in un momento di effervescenza, di grandi cambiamenti e di progetti vitalizzanti. Auguri vivissimi, caro Salvatore!
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