Continua il Cammino verso Santiago di Emanuela Pagan che ha inviato le cronache di altre tre tappe che l'hanno portata da Mansilla de las Mulas ad Astorga, passando per La fastosa Leòn e per l'anonimo e minuscolo abitato di San Martino del Camino.
Passo dopo passo, Emanuela sta erodendo la distanza che la separa da Santiago de Compostela. Ormai, il transito dalla Pronvicia di Castilla e Leòn e l'attraversamento delle sue Mesetas è cosa fatta: tra breve, il suo cammino si addentrerà nell'accidentato e montagnoso territorio delle Asturias.
Non ho fatto conti chilometrici, nè tantomeno li ha fatti Emanuela: tuttavia, rimane una distanza relativamente modesto nell'ordine di circa 250 km.
Emanuela si avvia a trasformarsi, plasmata dal Cammino, in un'autentica "Giacobea".
21^ tappa da Mansilla de las Mulas a Virgen del Camino (14 agosto 2015). Queste tappe sono noiose, corrono a fianco della statale addentrandosi in un paesaggio piatto e monocromatico.
Invitano a pensare. Molti si preoccupavano perché sono partita da sola. Premettendo che non ho bisogno di nessuno che mi tenga la mano mentre viaggio, sono sempre stata in compagnia. In ogni mio passo le persone che mi vogliono bene mi hanno accompagnato. Il loro affetto non conosce distanza. In questi lunghi tratti ho pensato alle persone conosciute. Oggi ho ricordato Annalisa. L'ho incontrata a scuola. Metteva in ordine le classi alla fine della mattinata. Aule ridotte a piccoli campi di battaglia dove si mangia istruzione insieme a pizzette unte. Non riesco a ricordare una sola volta in cui lei non sorridesse. Ha lasciato questa terra pochi mesi fa. Un cancro l'ha divorata, ma la sua fede non è riuscito a ingoiarla. Conservo ancora il santino che mi aveva regalato. Esortava alla preghiera. Lei non ha mai smesso e la morte non ha spento il suo sorriso. L'importante è quello che si riesce a trasmettere.
La cattedrale di Leon è grandiosa. Appare nella piazza dopo una calle. Un preludio di Santiago. Mi sembra incredibile di esserci arrivata. Sto ammirando le guglie quando sento qualcuno esclamare: "Viva l'Italia!".
Mi volto. Sono dei francesi conosciuti lungo il cammino.
Sono venuti per fare una gita e si sono trovati con le gambe doloranti. Ci siamo parlati mentre li superavo cordialmente negli ultimi giorni. Hanno promesso di tornare allenati. Nel frattempo hanno usato il taxi e salutano i pellegrini che arrivano in piazza.
Leon è bella. Da visitare senza zaino.
Dopo Leon i miei piedi trovano ali.
Dall'Italia qualcuno ha staccato un biglietto per la felicità. Una scommessa che vale un sogno enorme.
Scivolano le ultime stelle nella notte. Non sono lacrime. Solo scie di speranza.
22^ tappa da Virgen del Camino a San Martin del Camino (15 agosto 2015). Annoiata dal paesaggio e aiutata dai numerosi tratti asfaltati, compio questa tappa al ritmo di una corsa rallentata. I 18 km si esauriscono in meno di tre ore. Ferragosto non è una festività nota a San Martin del Camino. Il paese giace sulla strada inerme senza attrarre l'attenzione dei passanti.
I pellegrini convergono tutti nello stesso ostello.
La cena si trascorre in compagnia di abitanti di terre lontane: Nuova Zelanda e Costa Rica.
La notorietà del Camino è giunta fino a laggiù.
Le nuvole chiudono il sipario. La luna resta senza luce. Si vede solo stanchezza nella camera.
23^ tappa da San Martin del Camino ad Astorga (16 agosto 2015). La strada corre a fianco della statale.
Nulla di nuovo. Solo le montagne si avvicinano.
Uscendo dall'albergue troviamo un gatto morto investito. Il giorno prima la mia amica l'aveva fotografato. La fame lo ha portato ad attraversare una strada di troppo.
Le nuvole sono cupe, come il mio sorriso spento.
Si cammina. Avanti.
Ventiquattro chilometri in solitaria verso Astorga.
Penso alla vita. Ritengo ci siano due possibilità: subirla giustificando le proprie non azioni con scuse dettate dall'esigenza oppure affrontarla, accettare il dolce e l'amaro condendo tutto con ironia e avere il coraggio delle proprie scelte. Talvolta non si verrà capiti. Probabilmente ci si troverà soli, ma questo è un tempo che non si ripete, troppo corto per sprecarlo.
Questo cammino è di sola andata, come la vita. Mi sono presa il tempo che mi serviva per compierlo tutto dall'inizio alla fine. È un insieme di emozioni uniche. Dal primo passo l'ho capito: lo scopo era arrivare. La strada avrebbe fornito le risposte. Respiro al presente perché è questo il tempo che sto consumando.
Astorga appare da un'altura. L'hanno segnata con una croce. Uno spagnolo privo di età suona la chitarra e canta.
Gli lascio due soldi. Mi chiede da dove arrivo. Vorrebbe un oggetto del mio paese, ma non posso dargli nulla perché ho veramente poco con me. Mi stringe la mano e inizia a cantare un motivo sull'italiana che cammina verso Santiago.
Apro la mia mano in un saluto, mentre la cattedrale di Astorga si avvicina.
L'interno è uno straordinario gioiello.
Arrivo in tempo per partecipare alla messa.
Riesco anche a visitare il palazzo episcopale di Astorga, nato da un progetto di Anton Gaudi. Rimango rapita dalle sue volte. La bellezza la può creare anche l'uomo.
León (Llión in leonese), è un comune spagnolo di 135.059 abitanti (2007) situato nella comunità autonoma di Castiglia e León e capoluogo della provincia omonima; situata alla confluenza dei fiumi Bernesga e Torío sul versante meridionale dei Monti Cantabrici.
È luogo di intenso turismo, essendo una città d'arte ricca di monumenti romani, medievali, moderni e antica tappa dell'itinerario seguito dai pellegrini provenienti dal centro Europa verso Santiago de Compostela detto "Camino de Santiago (Cammino di Santiago di Compostela)". È sede universitaria e vescovile.
L'insediamento umano inizia come "castrum romano" della VI Legio (da cui deriva il nome León) fra il 68 e il 70 d.C., sul territorio degli asturi cismontani, popolo celtico del cui derivano i moderni leonesi.
Capitale militare della Hispania Romana, con mura fra le più importanti dell'Impero e che rimangono insieme alle medievali ancora oggi, in seguito alle invasioni barbariche alla metà del VI secolo fu una città "indipendente" fra gli svevi e i visigoti, già cristianizzati e in parte romanizzati che si stabilirono in gran parte della Spagna.
Nel 910 essendo già da quasi due secoli incominciata la lenta Reconquista, guidata all'inizio da alcuni re goti cristiani come il mitico Pelagio, venne costituito il Regno di León, uno dei regni più importanti dell'Europa medievale.
Nel regno di León è nato il parlamentarismo moderno, con le Cortes del 1188 dove i nobili, il clero e il popolo insieme con il re si riunirono per la prima volta in Europa. Il Regno di León possedeva anche "Fueros" in cui veniva garantita la proprietà individuale, e in cui si assicurava che il re non potesse dichiarare la guerra né legalizzare la pace senza il consenso del regno.
Nell'anno 1230 il re di Castiglia non rispettò il testamento di suo padre, re di León, ed "acquistò" il regno dalle legittime ereditiere, le figlie del re leonese: in questo modo nacque il regno di Castiglia e León. Il regno di León riacquistò la sua indipendenza dal 1296 al 1301 e comunque mantenne un parlamento proprio fino al XIV secolo ed ebbe moneta propria fino al Rinascimento.
Astorga è un comune spagnolo di 12.039 abitanti situato nella provincia di León, comunità autonoma di Castiglia e León.
Cittadina medioevale, sorge nell'aspra e povera zona montagnosa detta La Maragatería del versante sud-ovest della Cordigliera cantabrica.
Il primo insediamento umano risale al periodo dei Celto-Liguri, conquistata dai Romani la città prese il nome Asturica Augusta e si ingrandì. È citata da Plinio il Vecchio che la definisce una splendida città. Tiberio nel 24-25 costruì la strada che congiungeva la capitale della Lusitania Emerita Augusta(Merida) con Astorga e una testimonianza della presenza romana sono resti delle mura e dell'Ergastula grande carcere di schiavi visibile oggi nei sotterranei delle casas consistoriales Nel Medioevo divenne un'importante tappa del Camino de Santiago nel tratto fra León e Ponferrada; qui infatti la via di pellegrinaggio proveniente dal sud, la Vìa de la plata, si riuniva al Camino francés, e per questo rafforzò la sua cinta muraria. La lingua leonese è ancora parlata nella regione.
Durante la Guerra d'indipendenza spagnola (1808 - 1812) Astorga resistette ad un duro assedio da parte delle truppe napoleoniche che risultò in una dura sconfitta per gli attaccanti. Questo episodio valse alla città il titolo di Benemerita.
Per i meriti conseguiti dalla città e dai suoi abitanti lungo i secoli Astorga vanta il titolo di Città nobilissima, leale, benemerita, magnifica, augusta e bimillenaria.
Il Palazzo episcopale di Astorga è un edificio progettato dall'architetto spagnolo Antoni Gaudí, che fu il massimo esponente del modernismo catalano. Si trova nella città di Astorga, a una distanza relativamente piccola da León, dove si trova la Casa Botines. La costruzione ebbe luogo tra il 1889 e il 1913. Un incendio avvenuto nel vecchio palazzo episcopale lo distrusse completamente. Dato che la città non poteva contare su di un architetto della diocesi, il vescovo Grau decise di incaricare la costruzione del nuovo palazzo episcopale al suo amico Gaudí. La amicizia tra di loro era cominciata anni prima mentre Grau era il vicario generale dell'arcidiocesi di Tarragona e inaugurò una chiesa il cui altare era stato disegnato da Gaudí. Quando Gaudí ricevette l'incarico, era ancora molto occupato nel terminare il Palazzo Güell a Barcellona, e così non poteva spostarsi ad Astorga per studiare il terreno e i dintorni del nuovo edificio. Per non ritardare il progetto chiese al vescovo che gli inviasse delle fotografie, disegni e altre informazioni del luogo, che gli permettessero di cominciare a progettare il palazzo in modo che si trovasse in armonia con le edificazioni circostanti. Una volta che ebbe studiato tutto il materiale ricevuto, Gaudí preparò i progetti e li mandò ad Astorga. Grau si sentì soddisfatto e iniziò i preparativi per ottenere i permessi amministrativi. Dopo che furono introdotte alcune modifiche, il progetto fu approvato nel mese di febbraio del 1889. Alcuni mesi dopo, in giugno, venne posata la prima pietra. Il Palazzo episcopale di Astorga è un edificio che presenta un aspetto medievale, appropriato per la sua finalità. La pietra con il quale è costruito è rispettosa dell'intorno, specie della cattedrale che si trova nelle immediate vicinanze, così come con la natura che nella Astorga della fine del XIX secolo era più presente di quanto non lo sia ora. Ciò nonostante, l'edificio incorpora alcuni degli elementi che caratterizzeranno Gaudí nei suoi lavori futuri, come gli archi dell'entrata principale e il volume situato sopra di loro o le grandi ciminiere che si integrano nelle facciate laterali. La morte di Joan Grau, avvenuta nell'893, comportò la quasi immediata rinuncia all'architetto catalano che quindi lasciò incompiuti il piano superiore e il tetto dell'edificio. Questi vennero terminati un decennio più tardi, con soluzioni più modeste, dall'architetto madrileno Ricardo Garcia Guereta. Egli comunque fu estremamente rispettoso del progetto originale di Gaudì nella scelta dei motivi decorativi in granito e ferro battuto.