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13 settembre 2015 7 13 /09 /settembre /2015 06:41
(Foto di Emanuela Pagan)
(Foto di Emanuela Pagan)

(Foto di Emanuela Pagan)

Ultramaratone Maratone e Dintorni ha seguito passo dopo passo il Cammino verso Santiago di Emanuela Pagan, pubblicando le cronache giornaliere del suo progredire.
Alla fine del Cammino e dopo il suo rientro in italia, la abbiamo intervistata per raccogliere in qualche modo il senso della sua esperienza e per attuare un confronto tra le nostre riflessioni (quelle scaturenti dalla lettura delle cronache giornaliere) e le sue riflessioni.
Ecco, quindi di seguito l'intervista a Emaniela Pagan, anche se molte cose relative all'esperienza del Cammino rimangono ineffabili ed inspiegabili, nel senso che ciascuno può sì raccontare la sua esperienza, che - tuttavia - rimane soltanto la sua esperienza.
Per capire veramente il Cammino e poter costruire su di esso una propria verità e una propria personale architettura di pensieri ed emozioni, c'è solo un modo: farlo e sperimentarsi in prima persona.

Il cammino laico: è possibile? Ci si può accostare all'esperienza del Cammino in assenza di una motivazione religiosa?

Il cammino può essere compiuto anche senza una motivazione religiosa. Lo si può vedere come impresa sportiva. In questo caso diventano solo dei chilometri da percorrere in un certo tempo. Può essere vissuto come esperienza di vita e cammino interiore. Il credere in Dio e in quale Dio rimane solo un fatto personale. La scelta di percorrere un lungo percorso che abbia come traguardo una cattedrale già induce a riflettere sulla fede. Penso che qualsiasi laico che intraprenda la strada verso Santiago finisca inevitabilmente con il confrontarsi con un cammino segnato dalla religione.

A te, Emanuela, cosa ha insegnato il Cammino?

Il Cammino mi ha insegnato a camminare. Sembra quasi scontato, ma il passo di marcia influenza il ritmo dei pensieri. Penso che il Cammino di Santiago sia una vita in miniatura. Ho imparato a vedere il mondo con altri occhi. Ora tutto è uguale, ma allo stesso tempo diverso. Le ansie e le paure che a volte si provano nella vita di tutti i giorni non sono altro frutto dell’insicurezza di non riuscire ad affrontare una particolare situazione. Il Cammino mi ha insegnato che basta mettere un passo dopo l’altro e si arriva alla fine. E’ inutile pensare alla quantità di chilometri totali da compiere, al cammino intero. Bisogna concentrarsi solo sul passo attuale. Respirare il presente e tutto si può affrontare.

Riconosci nel tuo viaggio un momento "topico", da quale hai tratto degli insegnamenti che rimarranno, dentro di te, indelebili?

Il momento topico è stato a meno 555 km da Santiago. La strada si conta in base alla distanza che manca alla meta. Quella notte ho pianto. Volevo smettere di camminare perché avevo male al tendine, una vescica e mille ansie e paure che mi paralizzavano. La mia amica mi ha consigliato di dormire tenendo una lattina fredda sul piede. Il giorno dopo ho mosso il primo passo verso Santiago. Il dolore non era scomparso, ma dentro di me erano svanite tutte le preoccupazioni. Non mi importava più di nulla. Volevo solo arrivare a Santiago. In quel momento ho capito che quando nella vita si vuole raggiungere qualcosa di veramente importante per il proprio cuore, tutti gli ostacoli si superano. Ho scoperto di avere un’immensa forza interiore e fisica che non credevo di possedere. Questo rimarrà sempre un punto fermo nella mia vita perché Santiago non è stato il traguardo, ma solo un nuovo inizio di un cammino più grande: il percorso che mi resta da vivere.

Parli molto delle stelle nei tuoi resoconti del viaggio lungo il Cammino. Puoi spiegarci perchè?

Le stelle da sempre costituiscono un punto di riferimento per chi si deve orientare. Le stelle sono luce che viaggia attraverso lo spazio e nel tempo. Non esiste notte in cui io non alzi gli occhi verso il cielo a cercare quei puntini luminosi. Mi rassicura vederle, come fossero delle amiche silenti ma sempre presenti nella mia vita.

Ma, anche, altrettanto spesso del cielo e delle nuvole in tutte le loro variazioni e cromatismi

Con la natura ho uno stretto legame. Mi piace respirarla. Sono un’osservatrice. Il paesaggio che mi circonda entra nei miei occhi e dà impulsi al cuore.

Facendo un volo pindarico per un ardito raffronto cosa c'è in comune tra i cieli del Grande Nord con le loro aurore boreali e i cieli che sovrastano le mesetas e la Galizia?

Assolutamente nulla. L’aurora boreale è un evento meraviglioso e unico. Una luce che danza nel cielo e cattura il cuore di chi la vede. L’aurora la sento sulla pelle. Le mesetas sono enormi spazi in cui lo sguardo può perdersi. Sembra di essere sempre nello stesso punto, nonostante i piedi continuino a camminare.

Trovi che ci sia un momento in cui ti accorgi che è il Cammino di Santiago a servirsi di te, come pellegrino, per i suoi fini e che tu, compiendo il Cammino, alimenti la vita del cammino e lo fai vivere?

Non mi è sembrato di essere usata dal Cammino. Ogni pellegrino alimenta il Cammino con i propri passi. La storia del Cammino è quella della strada o di chi ha percorso la strada?

Dentro di te, al termine del Cammino, rimane qualcosa di incompiuto: qualcosa che ancora vorresti nel Cammino e per il Cammino?

Non mi è sembrato di essere usata dal Cammino. Ogni pellegrino alimenta il Cammino con i propri passi. La storia del Cammino è quella della strada o di chi ha percorso la strada?

Infine due ultime domande che riguardano coloro che non vogliono lasciarsi "dominare" da l Cammino e che lo vivono in maniera in qualche modo distorta. Cosa pensi dei pellegrini turistici e di quelli che, pur di avere riconosciuto il pellegrinaggio con tanto di timbri sul tesserino del Pellegrino, compiono a piedi soltanto gli ultimi 100 km? Trovi che il Cammino sopravviverà anche a questa forma di consumismo turistico?

L’attestato finale è solo un pezzo di pergamena. Si può mostrare agli amici, ma la vera prova di aver compiuto il cammino è la persona che lo ha fatto. La sua vita non è più uguale. Ritengo che questo sia un percorso da compiere per intero e in una volta sola altrimenti non si possono capire e avere gli adattamenti fisici e mentali che tutto il percorso comporta. Fare gli ultimi 100km serve a poco. E’ come mangiare una porzione di cibo. Non è un pasto, non lo si assapora del tutto e non sazia. Non esistono le scuse del tempo da dedicargli. Quando qualcosa è importante per la propria vita il tempo lo si deve trovare. Gli ultimi 100 km sono molto turistici. Santiago si trasforma in un mercato. Quanto di più distante dallo spirito del Cammino. Gli interessi economici cercano di invadere ogni aspetto della vita. Bisogna isolarsi. Se non si è in grado di compiere l’intero cammino, esistono pellegrinaggi più brevi nel mondo. Secondo me qualsiasi percorso va compiuto dalla partenza alla fine, non esistono scorciatoie.

E cosa pensi, alla luce di ciò che hai osservato, di quelli che vi si accostano con piglio sportivo, tentando di fare del Cammino un'occasione di performance sportiva da misurare, cronometrare, etc etc?

Chi cerca una prestazione sportiva può scegliere migliaia di percorsi nel mondo. Chi sceglie Santiago, secondo me, troverà strada facendo qualcosa di più di quello per cui era partito.

Quali consigli daresti a chi si accinge ad affrontare per la prima volta il Cammino di Santiago.
Spaziando dai suggerimenti tecnici a quelli relative all'attitudine interior
e.

Santiago bisogna compierlo quando si sente la necessità. E’ un richiamo. Non si riesce a sopprimere. La motivazione per partire deve essere forte. L’arrivo sembra non giungere, ma è fermo lì ad aspettare, ognuno con il proprio passo. Dal punto di vista tecnico consiglio di portare al massimo 5-6 kg sulle spalle. Utilizzare un buon paio di scarpe comode. Bere molto e spesso. Ci sarebbero mille consigli tecnici a partire dalla prevenzione e cura delle vesciche all’abbigliamento, servirebbe un capitolo intero. L’importante resta, secondo me, la motivazione. Tutto il resto sono dettagli che si aggiustano. E’ il volere che conduce alla realizzazione.

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24 agosto 2015 1 24 /08 /agosto /2015 23:36
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Le ultime due tappe, di cui l'ultimissima ancora da fare

Ed ecco le ultime due tappe del viaggio di Emanuela Pagan verso Santiago de Compostela: la 31^ tappa e la 32^ ancora in fieri. Siamo così alle soglie di Santiago: ma il diario di Emanuela si ferma qui.
Non scriverà nulla del suo ingresso a Santiago de Compostela:per lei sarà un'esperienza troppo intima ed intensa per poterla consumare in poche parole che rischierebbero di banalizzare le sue emozioni e ridurle ad un'esteriorità ce non pertiene loro.
Chi sa, forse ne scriverà a distanza di tempo, ma non adess
o.

L'ultimo tratto di viaggio è stato caratterizzato dalla difficile convivneza con quelli che Emanuela definisce i "turigrinos", cioè di coloro che percorrono soltanto gli ultimi 100 km, pur di avere l'attestato finale e che affollano il Cammino creando una gazzarra che altera il silenzio compunto di un'esperienza che va consumata da soli o, al massimo in compagnia di pochi con i quali parlare a bassa voce.

Giusto per la cronaca, Emanuela Pagan compirà l'ultima tappa che la separa da Santiago de Compostela con un giorno d'anticipo, rispetto a quanto aveva previsto. 
Procedendocon prudenza e con l'assistenza del Cielo, delle Nuvole e delle Stelle, Emanuelaè arrivata alla fine della sua fatica: in spirito saremo accanto a lei, durante il compimento degli ultimi, emozionanti, chilometri.

E la fine è solo un inizio.

31^ tappa da Palas de Rei ad Arzùa (24 agosto 2015). Inizio dalla fine.

Sono seduta in un giardino con fontana. Case in pietra arredate come un castello. La campagna di fronte a me riposa pigramente come le mucche adagiate sull'erba. Le pale eoliche sopra il monte continuano a fare il loro lavoro. Un gatto, sicuramente un sir gatto, mi si avvicina iniziando a farmi le fusa.

Nuvole, disegnate da un pittore, riempiono il cielo.

Oggi sono state buone. Il vento non le ha spremute.

Tutti gli albergue erano completi. I turigrinos li hanno prenotati. C'è una difficile convivenza in questi ultimi chilometri tra chi ne ha camminato molte centinaia e coloro che percorrono il minimo per avere un attestato. Penso che il cammino di Santiago vada percorso per intero e in una sola volta. Altrimenti è come prendere i 42.195km e suddividerli in tappe. Alla fine la distanza percorsa è sempre quella, ma solo chi la compie in un fiato sa cosa sia la maratona.

Analogamente bisogna farla tutta la strada di questo cammino per capire la sua essenza. Portandosi la mochilla, dormendo negli ostelli, lavando la biancheria mentre si curano le vesciche. Mi sono concessa dopo circa 400 km le habitationes con bagno per motivi igienici.

Le tremende cinchas avevano iniziato a colpire. Il mio sistema immunitario era in difficoltà. Avevo fisicamente necessità di dormire. L'unico lusso. Per il resto ho lasciato a casa anche la crema idratante.

Ammiro la fontana di questo giardino. Per arrivarci ho percorso più di due chilometri fuori dal cammino. Ora mi sto godendo un attimo perfetto. Prima di Santiago. È l'ultima sera.

Oggi niente bucato. Per domani ho già pronta la maglietta. Sembra incredibile. Finisco con un giorno di anticipo rispetto alla data preventivata. Se tutto va bene. L'attenzione deve essere sempre massima. Il percorso è un continuo saliscendi nei boschi. Milioni di sassi pronti a storcere una caviglia. Pietre scivolose aiutano a passare accanto a piccoli ruscelli. Non è mai scontato il passo successivo.

Guardo l'acqua della fontana. Sono serena.

Santiago è lì, appena dietro quelle colline. Mi aspetta.

Il piccolo Monumento al Pellegrino, lungo la via principale di Arzùa
Il piccolo Monumento al Pellegrino, lungo la via principale di Arzùa

Il piccolo Monumento al Pellegrino, lungo la via principale di Arzùa

Il cammino di Santiago di Emanuela Pagan. Ultima tappa

32^ tappa da Arzua a Santiago de Compostela (25 agosto 2015). Se la salute mi assiste domani sarò a Santiago.

Finisce qui il mio diario. Nella sera che precede l'alba. Non scriverò dopo l'eventuale arrivo. Non esistono parole in grado di contenere certe emozioni.

Ho percorso la mia strada per ringraziare Dio per la vita.

Ho imparato a respirare nel presente. Per un mese ho seguito una strada indicata da frecce gialle solcata nei secoli da migliaia di pellegrini. Nella vita non ci sono segnali da seguire per la via corretta. Penso che bisogna solo seguire cuore e fede.

Ho lasciato tutto per trovare me stessa.

Ho attraversato la Spagna a piedi.

Il coraggio non sta nel traguardo, ma nel partire.

Mi sono resa conto che molte persone hanno viaggiato insieme a me, anche a distanza di migliaia di chilometri. Non sono mai stata sola. Il loro affetto teneva compagnia a me e alla mia ombra.

Qui ho trovato un'amica e molte persone con cui ho condiviso un'esperienza unica.

La strada percorsa è impressa nel mio cuore. Una moltitudine di immagini unite da un filo: il tempo. Mentre tutto scorre, ho fermato in questo attimo la mia vita.

Ora sono serena. E felice.

Todo se compie. Per me, forse, sarà domani.

È giunta l'ora di vedere che forma ha un sogno nella realtà.

E poi... un tramonto non è una fine, è solo l'inizio di una nuova aurora.

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24 agosto 2015 1 24 /08 /agosto /2015 05:09
Prosegue il Cammino di Santiago di Emanuela Pagan che, in queste ultime tappe, si destreggia tra le bellezze naturalistiche della Galizia, le asperità del percorso e le folle dei "turisti" del Cammino, con i ridondanti segni che il consumismo si è infiltrato anche qui. Ma il popolo dei veri Giacobei va avanti malgrado tutto: "Ultreya!" e il sogno può diventare realtà.

Prosegue il Cammino di Santiago di Emanuela Pagan che, in queste ultime tappe, si destreggia tra le bellezze naturalistiche della Galizia, le asperità del percorso e le folle dei "turisti" del Cammino, con i ridondanti segni che il consumismo si è infiltrato anche qui. Ma il popolo dei veri Giacobei va avanti malgrado tutto: "Ultreya!" e il sogno può diventare realtà.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtà
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtàEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtàEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtà

28^ tappa da Laguna de Castilla a Tricastela (21 agosto 2015). L'alba da O Cebeiro è una magia di luce che si spalma sui monti in poco tempo.

Questa è una tappa breve, ma muscolarmente impegnativa. Questa parte della Spagna esibisce case in pietra e villaggi in cui gli escrementi di mucca tappezzano le strade. Le mosche volano sopra di tutto.

Tricastela è una via con pochi, ma ottimi, ristoranti. I menù sono multilingua.

Il business è arrivato fino a qui.

A cena si sentono degli italiani cantare. Dei comaschi si esibiscono nei loro inni locali. Ritrovo un bresciano conosciuto nei primi giorni. Questo cammino è proprio una vita in miniatura. È passato il tempo, le persone sono segnate dai chilometri. È gioia rivedersi. Tutti in cammino verso Santiago. Ognuno con i suoi tempi.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtàEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtà
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtàEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtà

29^ tappa da Tricastela a Ferreiros (22 agosto 2015). La nebbia confonde i contorni. I pellegrini sono figure prive di forma lentamente in movimento tra gli alberi di una foresta. Timidamende il sole prova a entrare nella tenda densa di vapore. Regala sfumature dorate ad alberi e sassi.

È il paesaggio adatto per inventare una storia di streghe e principesse. Così la mia mente vola tra castelli e magie. La storia è fatta. La scriverò appena potrò permettermi il peso di una penna e di un quaderno. Penso a tutte le volte che ho portato le nipoti delle mie amiche a camminare. Raccontavo loro le favole per non farle pensare alla fatica. Continuo ad attraversare piccoli paesi formati da poche case in pietra. Sembrano abitati solo da polli e galline. Oggi i pulcini sono usciti a prendere aria e scorazzano in mezzo alla strada. Il paesaggio è piacevole, la temperatura temperata. Si cammina bene. I chilometri sono tanti. Le scarpe iniziano a sfaldarsi. Un tedesco davanti a me perde un pezzo della suola. Lo fisso inorridito. Convinco le mie scarpe a passare oltre senza agitarsi. Secondo me i miei plantari sono finiti.

Faccio finta di nulla. Per le ultime tappe userò quelli vecchi, meno usurati. Le mucche mi scrutano da un recinto di pietra. "Ho mangiato pesce ieri sera", le rassicuro.

L'albergue è isolato, appena dopo il paese. Parlo veneto con altri pellegrini ospiti. Sapore di casa.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Laguna de Castilla a Palais de Rei. Il sogno può diventare realtà

30^ tappa da Ferreiros a Palas de Rei (23 agosto 2015). La tappa più dura. La prima costituita da oltre trenta chilometri. La seconda sarà l'ultima di questo viaggio, se la salute continua ad assistermi.

Cammino con il freno a mano tirato. Non voglio affaticarmi troppo. Mancano due giorni di Cammino a Santiago. Il mio tendine sinistro si lamenta da centinaia di chilometri. Le sue contrarietà sono diminuite strada facendo, ma vorrei arrivare integra. Soprattutto desiderei arrivare.

Il vento sferza viso e corpo. Devo tenermi con le bacchette in certi punti. Attraverso paesi fantasmi. Solo qualche cane esce a vedere chi passa. I gatti scappano nelle stalle. I pellegrini sono infagottati in sacchi colorati.

Voglia di arrivare. Vedere la fine di questo cammino.

Sembra interminabile, invece mancano meno di settanta chilometri a Santiago. Il sogno può divenire realtà.

 

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22 agosto 2015 6 22 /08 /agosto /2015 05:40
Prosegue il Cammino di Santiago di Emanuela Pagan. Siamo alla 27^ tappa da Villafranca del Bierzo a La Laguna de Castilla. Il "Mal del Cmmino" comincia a manifestarsi: e ciò è evidente nel desiderio, avvertito da Emanuela di rallentare la marcia e di tenere la sua meta fissa all'orizzonte, in modo da rimanere in quello che è a tutti gli effetti  "il tempo del sogno". Il Cammino di Santiago da questo punto di vista, con tutte le sue diramazioni, potrebbe essere catalogato tra le "vie dei sogni", che si sviluppano lungo linee di forza preesistenti che vanno percorse, sognate e cantate e che, così "servite", mantengono insieme il mondo che conosciamo e che vogliamo, a condizione che ciascuno di noi nel percorrere una via del canto accetti pienamente il suo fardello e la responsabilità di essa.

Prosegue il Cammino di Santiago di Emanuela Pagan. Siamo alla 27^ tappa da Villafranca del Bierzo a La Laguna de Castilla. Il "Mal del Cmmino" comincia a manifestarsi: e ciò è evidente nel desiderio, avvertito da Emanuela di rallentare la marcia e di tenere la sua meta fissa all'orizzonte, in modo da rimanere in quello che è a tutti gli effetti "il tempo del sogno". Il Cammino di Santiago da questo punto di vista, con tutte le sue diramazioni, potrebbe essere catalogato tra le "vie dei sogni", che si sviluppano lungo linee di forza preesistenti che vanno percorse, sognate e cantate e che, così "servite", mantengono insieme il mondo che conosciamo e che vogliamo, a condizione che ciascuno di noi nel percorrere una via del canto accetti pienamente il suo fardello e la responsabilità di essa.

27^ tappa da Villafranca del Bierzo a Laguna de Castilla (20 agosto 2015). Vorrei rallentare il tempo per tenermi Santiago fermo all'orizzonte. La meta che so di poter raggiungere, ma che non vorrei prendere perché così non mi appartiene. Ciò che non si ha non si può perdere. Vorrei restare nel sogno, dove tutto è possibile e perfetto.

Invece i chilometri scorrono. Molto veloci sui tratti di asfalto. Una ciclabile più o meno protetta conduce ad attraversare graziosi paesi di montagna.

Ricordi di quando ero piccola. Vacanze in famiglia. Un valore che si sta perdendo.

Questa è una delle più belle tappe per me. La montagna mi piace. In salita accelero perché voglio sentire il cuore pulsare. Mi fa sentire viva.

Sbaglio il rifornimento del camelback. L'ultimo chilometro lo percorro da assetata. Vado più forte. Cinque ore e anche oggi sono arrivata. O Cebreiro è l'ultima vera montagna da scalare. A Santiago meno 154km.

 

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Da Villafranca del Bierzo a Laguna de Castilla. Vorrei restare nel sognoEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Da Villafranca del Bierzo a Laguna de Castilla. Vorrei restare nel sogno
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20 agosto 2015 4 20 /08 /agosto /2015 01:20
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo

24^ tappa da Astorga a Foncebadon (17 agosto 2015). Astorga resta alle spalle, mentre le montagne si avvicinano.

Finalmente il paesaggio inizia a cambiare: la strada parallela alla statale lascia posto a un sentiero in salita.

È incredibile, ma più mi avvicino a Santiago, più mi sento forte, fisicamente e mentalmente.

Inizio la salita pensando ai giovani. Troppe volte vengono accusati di non aver determinazione e volontà. La colpa è di chi li addita in tale modo. Se gli adulti non danno l'esempio, quale riferimento possono avere i ragazzi? Bisogna insegnare loro a sognare, a decidere un obiettivo e cercare di raggiungerlo con tutta la forza a disposizione. Senza mollare. La vita è piena di salite, ma non per questo non si deve percorrerla.

Questo sentiero di montagna mi piace e mi diverte.

L'arrivo è un ex-convento in un pueblo che consiste di quattro case in pietra e una strada polverosa in salita.

Vestiti colorati danzano appesi ad un filo.

Le stelle sono un soffitto vicino stanotte.

Santiago dorme a poco più di 200 km.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpoEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo

25^ tappa da Foncebadon a Ponferrada (18 agosto 2015). L'alba è di quelle piene di speranza e magiche. Il sole appare all'improvviso, un disco che si riempie, rosso, galleggiando tra le nuvole.

L'aria è frizzante. Si respira bene a questa altitudine. La salita del giorno prima prosegue fino alla Cruz de Hierro. Un palo fermato alla base da molteplici sassi. Rappresentano i fardelli dei pellegrini. Li abbandonano qui, con una preghiera, per proseguire più leggeri.

I miei li ho già lasciati a casa. Non volevo appesantirmi psicologicamente per oltre 500 km. Mentre salgo ci penso. Lascio ai piedi del palo delle parole più pesanti dei sassi.

Ora neanche il ricordo del passato mi accompagna. Scivolo attenta e leggera verso la pianura. Ogni tanto mi fermo e contemplo. Tra le montagne mi sento libera. La mia ombra non conosce legami. È felice. Io con lei.

Non nascondo di essere un po' infastidita dai pellegrini degli ultimi chilometri. Riempiono la strada belli arzilli, la maggior parte senza mochila. Fanno dei tratti a piedi e poi salgono meno atleticamente su un autobus.

Anche il cammino è business. Turismo mordi e fuggi. Figlio dell'odierna società: non c'è mai tempo sufficiente. Si arraffa qualcosa considerandolo meglio di niente. Un boccone non fa un pasto. Non alimenta lo stomaco e neppure l'anima.

Chiedo permesso e me li lascio alle spalle.

Santiago è un affare serio.

Ponferrada vive sulla nomea dei cavalieri templari. Il castello è stato restaurato. Costituisce un'ottima attrazione turistica. Mangiare in piazza i piatti locali è un tocco di vita.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpoEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpoEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo

26^ tappa da Ponferrada a Villafranca del Bierzo (19 agosto 2015). Ponferrada se ne va dopo un labirinto di vie. Appaiono i vigneti. Bassi, rigogliosi di foglie e carichi di uva.

Chilometri di asfalto dove i miei piedi trovano il ritmo. Una marcia serrata. Non riesco a trattenere la frequenza. Ho bisogno di correre. Ho promesso alle gambe di trovare ali sull'oceano. Alla fine del mondo. Alla conclusione del cammino. Correro' lungo il confine che separa la terra dall'acqua, la frontiera di una nuova vita.

Respiro al presente. Saluto qualcuno che conosco. Sorrido. Qualche parola veloce.

Non riesco a fermarmi. Dopo ventisei giorni di cammino mi piace percorrere la tappa tutta in un fiato. A volte anche troppo veloce. Si attraversano paesi caratteristici che necessitano più di una foto.

Villafranca del Bierzio trova spazio lungo un fiume. La sua collegiata è magnifica. Un castello ricorda le sue antiche origini.

Nuoto nella piscina municipale, spaziosa ma non molto pulita. Famiglie in cerca di refrigerio. La giornata è veramente calda. Lungo la ciclabile hanno allestito una palestra a cielo aperto. Arzilli vecchietti si sfidano a pétanque. Vita di paese. Vera, semplice.

Scende la sera. La luna sferza il cielo con un sorriso messo un po' di traverso. Il polpo alla galiziana è un piacere che cura ogni affaticamento muscolare.

La sangria serve a brindare ai meno 180 km da Santiago.

Sempre più vicina. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo

La Cruz de Hierro (croce di ferro) è uno dei luoghi più importanti del Cammino di Santiago
Si trova nei Montes de Leon, a pochi chilometri da Foncebadón e a quasi 250 km da Santiago de Compostela. È uno dei punti più significativi del Camino de Santiago per la sua importanza simbolica.

Vi è una forte tradizione che include un rituale che molti pellegrini sono soliti compiere, che consiste nel trasporto di una pietra, di una dimensione proporzionata ai peccati di cui ci si vuole liberare, dal punto di partenza del Cammino fino alla Cruz de Hierro, e una volta lì, viene posta nel mucchio di pietre che sostiene la croce.

Questo simboleggia liberarsi da quei peccati mediante il sacrificio. Altre persone, in aggiunta o in sostituzione della pietra, depositano oggetti personali, ai piedi della croce, che gli conferisce un aspetto tra pittoresco e mistica. Anticamente al posto della Cruz sorgeva un tempio pagano dedicato a Mercurio che era anche il protettore dei cammini.

Caratteristiche. È costituita da un palo di legno di circa cinque metri di altezza, sormontato da una croce di ferro, una replica dell'originale è conservato nel Museo dei modi di Astorga.
Alla sua base, nel corso degli anni, si è andata formando una collinetta. La leggenda narra che quando hanno costruito la Cattedrale di Santiago de Compostela, i pellegrini sono stati invitati a contribuire portando una pietra.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Astorga a Villafranca del Bierzo: e siamo a -200 km da Santiago. Un brivido intenso nell'anima e nel corpo
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16 agosto 2015 7 16 /08 /agosto /2015 23:03
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Altre tre tappe da Mansillas de las Mulas ad Astorga, passando per Leòn. Scie di speranza nel cielo

Continua il Cammino verso Santiago di Emanuela Pagan che ha inviato le cronache di altre tre tappe che l'hanno portata da Mansilla de las Mulas ad Astorga, passando per La fastosa Leòn e per l'anonimo e minuscolo abitato di San Martino del Camino.
Passo dopo passo, Emanuela sta erodendo la distanza che la separa da Santiago de Compostela. Ormai, il transito dalla Pronvicia di Castilla e Leòn e l'attraversamento delle sue Mesetas è cosa fatta: tra breve, il suo cammino si addentrerà nell'accidentato e montagnoso territorio delle Asturias.
Non ho fatto conti chilometrici, nè tantomeno li ha fatti Emanuela: tuttavia, rimane una distanza relativamente modesto nell'ordine di circa 250 km.
Emanuela si avvia a trasformarsi, plasmata dal Cammino, in un'autent
ica "Giacobea".

21^ tappa da Mansilla de las Mulas a Virgen del Camino (14 agosto 2015). Queste tappe sono noiose, corrono a fianco della statale addentrandosi in un paesaggio piatto e monocromatico.

Invitano a pensare. Molti si preoccupavano perché sono partita da sola. Premettendo che non ho bisogno di nessuno che mi tenga la mano mentre viaggio, sono sempre stata in compagnia. In ogni mio passo le persone che mi vogliono bene mi hanno accompagnato. Il loro affetto non conosce distanza. In questi lunghi tratti ho pensato alle persone conosciute. Oggi ho ricordato Annalisa. L'ho incontrata a scuola. Metteva in ordine le classi alla fine della mattinata. Aule ridotte a piccoli campi di battaglia dove si mangia istruzione insieme a pizzette unte. Non riesco a ricordare una sola volta in cui lei non sorridesse. Ha lasciato questa terra pochi mesi fa. Un cancro l'ha divorata, ma la sua fede non è riuscito a ingoiarla. Conservo ancora il santino che mi aveva regalato. Esortava alla preghiera. Lei non ha mai smesso e la morte non ha spento il suo sorriso. L'importante è quello che si riesce a trasmettere.

La cattedrale di Leon è grandiosa. Appare nella piazza dopo una calle. Un preludio di Santiago. Mi sembra incredibile di esserci arrivata. Sto ammirando le guglie quando sento qualcuno esclamare: "Viva l'Italia!".

Mi volto. Sono dei francesi conosciuti lungo il cammino.

Sono venuti per fare una gita e si sono trovati con le gambe doloranti. Ci siamo parlati mentre li superavo cordialmente negli ultimi giorni. Hanno promesso di tornare allenati. Nel frattempo hanno usato il taxi e salutano i pellegrini che arrivano in piazza.

Leon è bella. Da visitare senza zaino.

Dopo Leon i miei piedi trovano ali.

Dall'Italia qualcuno ha staccato un biglietto per la felicità. Una scommessa che vale un sogno enorme.

Scivolano le ultime stelle nella notte. Non sono lacrime. Solo scie di speranza.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Altre tre tappe da Mansillas de las Mulas ad Astorga, passando per Leòn. Scie di speranza nel cielo
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Altre tre tappe da Mansillas de las Mulas ad Astorga, passando per Leòn. Scie di speranza nel cieloEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Altre tre tappe da Mansillas de las Mulas ad Astorga, passando per Leòn. Scie di speranza nel cielo

22^ tappa da Virgen del Camino a San Martin del Camino (15 agosto 2015). Annoiata dal paesaggio e aiutata dai numerosi tratti asfaltati, compio questa tappa al ritmo di una corsa rallentata. I 18 km si esauriscono in meno di tre ore. Ferragosto non è una festività nota a San Martin del Camino. Il paese giace sulla strada inerme senza attrarre l'attenzione dei passanti.

I pellegrini convergono tutti nello stesso ostello.
La cena si trascorre in compagnia di abitanti di terre lontane: Nuova Zelanda e Costa Rica.

La notorietà del Camino è giunta fino a laggiù.

Le nuvole chiudono il sipario. La luna resta senza luce. Si vede solo stanchezza nella camera.

23^ tappa da San Martin del Camino ad Astorga (16 agosto 2015). La strada corre a fianco della statale.

Nulla di nuovo. Solo le montagne si avvicinano.

Uscendo dall'albergue troviamo un gatto morto investito. Il giorno prima la mia amica l'aveva fotografato. La fame lo ha portato ad attraversare una strada di troppo.

Le nuvole sono cupe, come il mio sorriso spento.

Si cammina. Avanti.

Ventiquattro chilometri in solitaria verso Astorga.

Penso alla vita. Ritengo ci siano due possibilità: subirla giustificando le proprie non azioni con scuse dettate dall'esigenza oppure affrontarla, accettare il dolce e l'amaro condendo tutto con ironia e avere il coraggio delle proprie scelte. Talvolta non si verrà capiti. Probabilmente ci si troverà soli, ma questo è un tempo che non si ripete, troppo corto per sprecarlo.

Questo cammino è di sola andata, come la vita. Mi sono presa il tempo che mi serviva per compierlo tutto dall'inizio alla fine. È un insieme di emozioni uniche. Dal primo passo l'ho capito: lo scopo era arrivare. La strada avrebbe fornito le risposte. Respiro al presente perché è questo il tempo che sto consumando.

Astorga appare da un'altura. L'hanno segnata con una croce. Uno spagnolo privo di età suona la chitarra e canta.

Gli lascio due soldi. Mi chiede da dove arrivo. Vorrebbe un oggetto del mio paese, ma non posso dargli nulla perché ho veramente poco con me. Mi stringe la mano e inizia a cantare un motivo sull'italiana che cammina verso Santiago.

Apro la mia mano in un saluto, mentre la cattedrale di Astorga si avvicina.

L'interno è uno straordinario gioiello.

Arrivo in tempo per partecipare alla messa.

Riesco anche a visitare il palazzo episcopale di Astorga, nato da un progetto di Anton Gaudi. Rimango rapita dalle sue volte. La bellezza la può creare anche l'uomo.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Altre tre tappe da Mansillas de las Mulas ad Astorga, passando per Leòn. Scie di speranza nel cielo
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Altre tre tappe da Mansillas de las Mulas ad Astorga, passando per Leòn. Scie di speranza nel cieloEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Altre tre tappe da Mansillas de las Mulas ad Astorga, passando per Leòn. Scie di speranza nel cieloEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Altre tre tappe da Mansillas de las Mulas ad Astorga, passando per Leòn. Scie di speranza nel cielo

León (Llión in leonese), è un comune spagnolo di 135.059 abitanti (2007) situato nella comunità autonoma di Castiglia e León e capoluogo della provincia omonima; situata alla confluenza dei fiumi Bernesga e Torío sul versante meridionale dei Monti Cantabrici.
È luogo di intenso turismo, essendo una città d'arte ricca di monumenti romani, medievali, moderni e antica tappa dell'itinerario seguito dai pellegrini provenienti dal centro Europa verso Santiago de Compostela detto "Camino de Santiago (Cammino di Santiago di Compostela)". È sede universitaria e vescovile.
L'insediamento umano inizia come "castrum romano" della VI Legio (da cui deriva il nome León) fra il 68 e il 70 d.C., sul territorio degli asturi cismontani, popolo celtico del cui derivano i moderni leonesi.
Capitale militare della Hispania Romana, con mura fra le più importanti dell'Impero e che rimangono insieme alle medievali ancora oggi, in seguito alle invasioni barbariche alla metà del VI secolo fu una città "indipendente" fra gli svevi e i visigoti, già cristianizzati e in parte romanizzati che si stabilirono in gran parte della Spagna.
Nel 910 essendo già da quasi due secoli incominciata la lenta Reconquista, guidata all'inizio da alcuni re goti cristiani come il mitico Pelagio, venne costituito il Regno di León, uno dei regni più importanti dell'Europa medievale.
Nel regno di León è nato il parlamentarismo moderno, con le Cortes del 1188 dove i nobili, il clero e il popolo insieme con il re si riunirono per la prima volta in Europa. Il Regno di León possedeva anche "Fueros" in cui veniva garantita la proprietà individuale, e in cui si assicurava che il re non potesse dichiarare la guerra né legalizzare la pace senza il consenso del regno.
Nell'anno 1230 il re di Castiglia non rispettò il testamento di suo padre, re di León, ed "acquistò" il regno dalle legittime ereditiere, le figlie del re leonese: in questo modo nacque il regno di Castiglia e León. Il regno di León riacquistò la sua indipendenza dal 1296 al 1301 e comunque mantenne un parlamento proprio fino al XIV secolo ed ebbe moneta propria fino al Rinascimento.

Astorga è un comune spagnolo di 12.039 abitanti situato nella provincia di León, comunità autonoma di Castiglia e León.

Cittadina medioevale, sorge nell'aspra e povera zona montagnosa detta La Maragatería del versante sud-ovest della Cordigliera cantabrica.

Il primo insediamento umano risale al periodo dei Celto-Liguri, conquistata dai Romani la città prese il nome Asturica Augusta e si ingrandì. È citata da Plinio il Vecchio che la definisce una splendida città. Tiberio nel 24-25 costruì la strada che congiungeva la capitale della Lusitania Emerita Augusta(Merida) con Astorga e una testimonianza della presenza romana sono resti delle mura e dell'Ergastula grande carcere di schiavi visibile oggi nei sotterranei delle casas consistoriales Nel Medioevo divenne un'importante tappa del Camino de Santiago nel tratto fra León e Ponferrada; qui infatti la via di pellegrinaggio proveniente dal sud, la Vìa de la plata, si riuniva al Camino francés, e per questo rafforzò la sua cinta muraria. La lingua leonese è ancora parlata nella regione.

Durante la Guerra d'indipendenza spagnola (1808 - 1812) Astorga resistette ad un duro assedio da parte delle truppe napoleoniche che risultò in una dura sconfitta per gli attaccanti. Questo episodio valse alla città il titolo di Benemerita.

Per i meriti conseguiti dalla città e dai suoi abitanti lungo i secoli Astorga vanta il titolo di Città nobilissima, leale, benemerita, magnifica, augusta e bimillenaria.

Il Palazzo episcopale di Astorga è un edificio progettato dall'architetto spagnolo Antoni Gaudí, che fu il massimo esponente del modernismo catalano. Si trova nella città di Astorga, a una distanza relativamente piccola da León, dove si trova la Casa Botines. La costruzione ebbe luogo tra il 1889 e il 1913. Un incendio avvenuto nel vecchio palazzo episcopale lo distrusse completamente. Dato che la città non poteva contare su di un architetto della diocesi, il vescovo Grau decise di incaricare la costruzione del nuovo palazzo episcopale al suo amico Gaudí. La amicizia tra di loro era cominciata anni prima mentre Grau era il vicario generale dell'arcidiocesi di Tarragona e inaugurò una chiesa il cui altare era stato disegnato da Gaudí.  Quando Gaudí ricevette l'incarico, era ancora molto occupato nel terminare il Palazzo Güell a Barcellona, e così non poteva spostarsi ad Astorga per studiare il terreno e i dintorni del nuovo edificio. Per non ritardare il progetto chiese al vescovo che gli inviasse delle fotografie, disegni e altre informazioni del luogo, che gli permettessero di cominciare a progettare il palazzo in modo che si trovasse in armonia con le edificazioni circostanti.  Una volta che ebbe studiato tutto il materiale ricevuto, Gaudí preparò i progetti e li mandò ad Astorga. Grau si sentì soddisfatto e iniziò i preparativi per ottenere i permessi amministrativi. Dopo che furono introdotte alcune modifiche, il progetto fu approvato nel mese di febbraio del 1889. Alcuni mesi dopo, in giugno, venne posata la prima pietra.  Il Palazzo episcopale di Astorga è un edificio che presenta un aspetto medievale, appropriato per la sua finalità. La pietra con il quale è costruito è rispettosa dell'intorno, specie della cattedrale che si trova nelle immediate vicinanze, così come con la natura che nella Astorga della fine del XIX secolo era più presente di quanto non lo sia ora. Ciò nonostante, l'edificio incorpora alcuni degli elementi che caratterizzeranno Gaudí nei suoi lavori futuri, come gli archi dell'entrata principale e il volume situato sopra di loro o le grandi ciminiere che si integrano nelle facciate laterali.  La morte di Joan Grau, avvenuta nell'893, comportò la quasi immediata rinuncia all'architetto catalano che quindi lasciò incompiuti il piano superiore e il tetto dell'edificio. Questi vennero terminati un decennio più tardi, con soluzioni più modeste, dall'architetto madrileno Ricardo Garcia Guereta. Egli comunque fu estremamente rispettoso del progetto originale di Gaudì nella scelta dei motivi decorativi in granito e ferro battuto.

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14 agosto 2015 5 14 /08 /agosto /2015 05:39
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il vento

Continuiamo ad accompagnare Emanuela Pagan lungo il suo Cammino di Santiago. Questa volta pubblichiamo il resoconto della 19^ e della 20^ tappa, compiute rispettivamente il 12 e il 13 agosto.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il vento
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il ventoEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il vento
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il ventoEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il vento

(19^ tappa: Terradilos de los Templarios - Bercianos del Real Camino). Preferivo le mesetas solitarie e selvagge dopo Burgos.

Ora la strada è una lunga corda dritta distesa tra paesi in mezzo ai campi.

Oggi sono fortunata. Trovo un compagno di viaggio con il mio ritmo. È un ultramaratoneta francese.

Viene da un paese dell'Alvergna che ho visitato. Conosco la zona. Gli parlo anche di una gara che ho corso. Ne scaturisce una simpatica conversazione in inglese e francese sul cammino e sulla corsa. Anche suo figlio è un camminatore. Deve essere una tradizione di famiglia macinare chilometri durante le vacanze.

Quando mi parla delle sue gare, non perdo l'occasione per ricordargli che noi italiani vantiamo atleti tra i migliori al mondo nel settore dell'ultramaratona.

Digerisce l'informazione con un sorriso.

Applicando un ritmo da buoni marcatori, facciamo passare il tempo nel lungo rettilineo che unisce Sahagun a Bercianos del Real Camino.

Nel tardo pomeriggio vado con la mia amica italiana in cerca di cibo e trovo un supermercato mobile. Più tardi scopriremo che ne esiste uno fisso. Un piccolo negozio dove una signora anziana ha incastrato oggetti nelle mensole.

Nella calle arriva una macchina. È l'evento della settimana: una signora è andata a Leon a comprarsi il vestito per il matrimonio della figlia.

Escono tutti gli abitanti della strada per vedere e approvare. Io e la mia amica assistiamo in un angolo come se stessimo vedendo un film.

Paesi nel nulla, ognuno con le sue storie. Piove e compare l'arcobaleno. Dall'Italia mi dicono che cadono le stelle. Rispondo di raccoglierle. Le metterò nel mio angolo di cielo sotto cui essere felice.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il vento
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il ventoEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il ventoEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Due tappe da Terradilos de los Templarios a Mansilla de las Mulas: parlando con il vento

(20^ tappa: Bercianos del real Camino - Mansilla de las Mulas) Quasi 27 km contro vento, da sola. Non resta che parlare con lui: il vento.

- Ciao pellegrina!

- Ciao vento, oggi hai proprio voglia di farti sentire!

- Sto sollevando le nuvole per farvi camminare all'asciutto.

- Grazie, allora sei gentile.

- Cosa sei venuta a chiedere, pellegrina?

- Nulla. Sono venuta a dire grazie.

- Da dove sei partita camminando?

- Dalla Francia.

- Non potevi dire grazie da casa tua? Perché fai tutti questi chilometri?

- Arriva un momento nella vita in cui bisogna partire. Lasciare tutto e dire grazie di poterlo fare.

- Vai a Santiago?

- Si. Se la salute mi assiste arriverò a Santiago.

- E poi?

- Poi tutto sarà diverso. È un nuovo inizio e allo stesso tempo un proseguimento. È vita, come quella che ho visto qui.

- Cosa fai ogni giorno nel tuo paese ?

- Insegno e scrivo racconti

- Che bello! Me ne dici uno?

 Raccontai tutte le storie che avevo scritto, poi quella che avevo vissuto.

- L'ultima non mi piace.

- Infatti non l'ho scritta io. È la vita.

- Prenderò tutte le parole e le mischiero' per farne una migliore.

- Non ti preoccupare, lo stanno già facendo le stelle.

- Davvero?

- Sì. Ogni sera compongono un capitolo nuovo. Sembra una storia bella.

- Me la racconti?

- Non posso ancora, ma ti dico come inizia: "C'era una volta un piccolo principe..."

- Mi sei simpatica, pellegrina. Dopo il paese di Reliegos, ti spingero' per farti fare meno fatica.

 

Mai credere al vento. È troppo curioso. Ho dovuto inventarmi altri 6 km di racconti mentre lui mi lambiva il viso per raccoglierne le parole.

Mi lasciò davanti alla porta della pensione. Ho scommesso che ritornerà ancora per ascoltare il seguito di una storia.

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11 agosto 2015 2 11 /08 /agosto /2015 22:31
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é libera

Ecco altre due tappe del Cammino verso Santiago di Emanuela Pagan, compiute rispettivamente il 9 e il 10 agosto 2015: il morale si risollevato e Santiago non sembra più così lontana.
Il Cammino comincia a dare i suoi frutti in termini di elaborazini e di lavoro interiore.
Alla fine il Cammino sarà dentro. la filosofia dell'Ultreya! diventerà una filosofia di vita e la nostalgia di quell'esperienza diventerà come il "Mal d'Africa
".

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é libera
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é liberaEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é liberaEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é libera

(17^ tappa: Fromista - Carrion de los Condes) Il percorso della tappa di oggi è noioso. È una parallela sterrata lungo una statale. In prossimità di Revenga de Campos sento dei botti. Inizio a pensare che stanno sparando ai pellegrini zoppi per liberarli dalla sofferenza, come si fa con i cavalli. Decido che passerò saltellando in modo da togliere ogni dubbio sulle mie condizioni fisiche. Penso ai giapponesi incontrati sulla via. Completamente coperti in modo da non abbronzarsi. Avevano zaini enormi e zoppicavano inondando sudore già nelle prime tappe. Mi chiedo se siano già arrivati a Santiago. Forse sono evaporati lungo la strada. Entrando nel paese, scopro l'origine dei colpi in aria. Qui si festeggia san Lorenzo. Bandiere colorate legano le case della via. Due simpatici signori vestiti da antichi pellegrini servono la zuppa all'aglio, tipica pietanza del luogo.

L'entusiasmo con cui la offrono ripone ogni rimostranza.

L'ho bevuta nel bicchiere di plastica mentre continuavo a camminare, come se fosse un ristoro in una gara podistica. Era molto caliente, ma energetica e ristoratrice.

Carrion de los condes è un paese vivace. Vanta una piscina 50mx25m inserita in un parco. L'entrata costa solo pochi euro.

Nuotare è una gioia per le mie gambe.

I miei piedi sfidano il sole stanco di tramontare.

Le mie stelle restano fisse nel cielo, mentre un gruppo di italiani decide di andare a cercare quelle cadenti nelle mesetas.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é libera
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é liberaEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é libera

(18^ tappa: Carriòn de los Condes - Terradillos de los Templarios) Una lunga strada di campagna. I trattori interrompono la monotonia sollevando nuvole di terra.

C'è poco da vedere, quasi nulla da ascoltare. Il primo paese appare come un miraggio lontano. Calzadilla de La Cueza. Poche case con i muri color ocra. Una tienda e due bar. Poi di nuovo silenzio. Una strada sassosa taglia i campi aiutata da una statale che le corre parallela.

Era inutile restare a casa. Vacanze al lago, al mare, in montagna. Allenarsi per le gare. Correre. Il frenetico vivere in questa società. Il tempo è sempre poco. 
Perdere se stessi o una parte di sé è una faccenda seria.
Prendere pochi oggetti, quelli che servono.
Scoprire che per vivere basta veramente poco.
Partire per ritrovarsi.
Camminare per conoscersi veramente.
Il tempo è avaro. È una verità. Non si può sprecare, come l'acqua nel deserto.
Questo era il cammino di cui avevo bisogno. In ogni passo ritrovo determinazione e grinta, insieme a un sentimento nuovo: la forza di difendere la mia felicità.
La mia ombra è libera. Nessuna terra la trattiene. Sto attraversando la Spagna a piedi. Sono dove volevo essere sotto il cielo che volevo vedere.

Santiago non è più così lontano.

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é liberaEmanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é libera
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. In due tappe da Fromista a Terradillos de los Templarios. La mia ombra é libera

Revenga de Campos è un comune spagnolo di 156 abitanti situato nella comunità autonoma di Castiglia e León.

Carrión de los Condes è un comune spagnolo di 2.302 abitanti situato nella comunità autonoma di Castiglia e León, comarca della Tierra de Campos, a 40 km di distanza da Palencia, capitale della provincia di cui fa parte, 80 km da Burgos e 95 km sia da Valladolid che da León. È situata su una collina sulla sponda sinistra del fiume Carrión e domina da un lato l'arida e piatta Meseta castigliana, dall'altro la fertile pianura del fiume Carrión. È stata nel medioevo ed è tuttora un'importante tappa del Camino de Santiago. Del periodo medievale conserva diversi monumenti romanici e gotici. Oggi è un centro rurale i cui abitanti si dedicano prevalentemente all'agricoltura e alla pastorizia ed esistono alcune piccole industrie manifatturiere.

La località di Torre de los Molinos fa parte del comune di Carrión de los Condes.

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10 agosto 2015 1 10 /08 /agosto /2015 08:21
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. Tre tappe da Burgos a Fromista. Gli scarponi da Trekking tornano in Italia

Altri tre giorni di tribolazioni e di gioie per Emanuela Pagan, ormai a metà circa della sua fatica.
Se uno li sa cogliere il Cammino di Santiago sa dispensare infiniti doni e la gioia è nelle piccole cose e nelle pieghe inattese, negli interst
izi.

14^ tappa: Burgos - Hornillos del Camino. Hanno finito il loro viaggio. Non vengono a Santiago. Non lo meritano. Le mie scarpe trail se ne tornano in Italia. Responsabili di una vescica che mi sta martirizzando da due giorni, le inserisco in una borsa insieme al carica batterie per la macchina fotografica e alla coperta termica. Mi piacerebbe vedere il volto dell'addetto quando verrà a prendere la consegna.
Il mio zaino ora è di circa 4kg, compresa l'acqua.

Lascio Burgos ancora dolorante per via della vescica. Incontro una coppia di irlandesi. Si avvia una conversazione in stretto e veloce inglese. A una deviazione per lavori stradali appare una spagnola in bicicletta. Vuole sapere la nostra nazionalità. Sembra che abbia girato il mondo, perché asserisce di essere stata in tutte le città da cui veniamo. Le avrà viste negli occhi dei pellegrini. Lei è nata in un piccolo paese sorto come insediamento romano. Ci indica un'altra strada. Più corta. È quella originale, indicata sulle guide. La seguiamo, mentre lei ci accompagna per un tratto in bicicletta. Ha creato delle frecce con dei sassi affinché i pellegrini non si perdano.

A Tardajos saluto gli irlandesi. Non posso fermarmi, altrimenti ripartire è doloroso. Incontro la mia amica italiana in un bar lungo la strada. Decidiamo di fermarci dopo circa 20 km di camminata a Hornillos del Camino. Un paese di undici anime. D'estate circa trenta. Non hanno neanche un wifi funzionante.

Il vento inizia a soffiare forte e oltre le nuvole reca cupi presagi. Penso alle mie gambe. Sono una delle pellegrine messa meglio. Essere atleta non facilita il cammino. La percezione del mio corpo è più elevata. Ogni dolore diviene una cascata di presagi negativi. Provo a dormire. Dall'Italia mi è arrivato un pacco che mi ha rincorso per mezza Spagna.

C'è dentro una storia. Chiudo la finestra. Le stelle sono ancora lì. Aspettano.

15^ tappa: Hornillos del Camino - Castrojeriz. Non ho mai amato le cose semplici. Mi piacciono le salite. Secondo me, chi si accontenta gode, ma vive in pianura. L'anno scorso, fermata da uno strappo al diaframma, ho iniziato a fissare la montagna davanti alla mia finestra. Due giorni dopo ero in cima.

A volte mi dispero, ma non mollo mai. Rifiato e arrivo in fondo, sempre.

Andare a Santiago non è una semplice passeggiata.

Negli ostelli i pellegrini si alzano all'alba. Hanno paura del sole. Da quando ho iniziato ad allenarmi con i triatleti, ho imparato che basta dire:"Non fa caldo" e una corrente refrigerante attraversa il cervello. Inoltre bisogna partire idratati e con un capellino in testa.

Per questo parto come ultima peregrina. Sfrutto il bagno libero e faccio stretching in pace.

Da Burgos sono iniziate le mesetas. Chilometri in mezzo a campi di grano e sassi spostati dai contadini. Sterminati spazi aperti. Mi sento come i miei erbivori preferiti, i cavalli. Soffro di leggera claustrofobia. Qui respiro.

Castrojeriz è un vecchio insediamento romano. Si fanno i chilometri lungo vie ciotolate e case color ocra.

Dopo cena entra la musica dalla piazza nella camera. Qualcuno festeggia. L'indomani scoprirò che si in trattava di una festa di matrimonio. Troppo stanca solo per pensare di andare a vedere.
437 km a Santiago.
Ci posso arrivare.

16^ tappa: Castrojeritz - Fromista. Lo spettacolo dalla cima del Teso de Mostelares corrisponde alla descrizione della guida. La salita invece è sopravvalutata. Non è difficile, basta prenderla con calma.

Ammirando la vista delle Terre de Campos, sento la voce di mia zia Santina. Era dentro il vento. È morta da tantissimi anni, ma mi è rimasto nelle orecchie il suo incitamento. Non lo sentivo da tanto tempo. Sono pochi minuti, ma qui sono veramente felice. L'ultima volta lo ero stata in Groenlandia dopo essermi arrampicata su una piccola altura della valle dei fiori a Tasiilaq.

Passo a salutare i connazionali che gestiscono l'ostello di San Nicolas. Gentili. Mi offrono anche un caffè che non prendo.

A due chilometri da Itero de la Vega ordino a voce alta un bocadillo con tortilla. Il desiderio è stato ovviamente recepito quando mi sono seduta al bar del paese.

Ancora 13 km oggi. Tutti sotto il sole. Non mi lamento. Il vento porta via il sudore.

Sul campanile della chiesa di Boadilla del Camino hanno fatto i loro nidi le cicogne. Me le fanno notare due italiani incontrati qualche passo prima. Al nostro passaggio si sollevano a salutarci. Fromista arriva dopo aver costeggiato il Canal de Castilla.

L'albergue è a fianco di una stazione in cui non passano treni. Sembra di essere nel Far West, ma questo paese è dotato di una piscina. Nuoto, mi rilasso.
La mia amica arriva.

Poco più di 400 km a Santiago. Dall'Italia tifano per noi.

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9 agosto 2015 7 09 /08 /agosto /2015 02:27
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. La 13^ tappa da Agés a Burgos. Basta roncadores! Ultreya!
Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. La 13^ tappa da Agés a Burgos. Basta roncadores! Ultreya!Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. La 13^ tappa da Agés a Burgos. Basta roncadores! Ultreya!

(Emanuela Pagan, 6 agosto 2015) La notte è troppo lunga incastrata tra il soffitto e un letto traballante senza scaletta. Un vietnamita mi aiuta a scendere per andare in bagno perché il letto è sprovvisto di scaletta.
L'alba è una liberazione dalla piccola stanza densa di persone in cerca di riposo disturbato da mosche e zanzare.

Parto, ma dopo pochi metri mi fermo per sistemarmi la scarpa che combatte con una vescica.

Passano i chilometri, li percorro tutti in un fiato, perché se mi fermo la vescica avverte la mia testa e mi fa camminare male. Scelgo la via asfaltata, noiosa. Costeggia l'aeroporto e si inoltra nella zona industriale. Un lungo rettilineo tra fabbriche e negozi. Burgos è davanti a me. Penso a tutti quei noiosi rettilinei che ho corso in alcune gare. Questa esperienza è una preparazione mentale efficace per le mie corse.
La quantità non mi fa più paura. Se arrivo a Santiago, la maratona me la berro' come aperitivo.

Il rettilineo entra nella città. Negozi molto belli. Ci sono i saldi. Non posso comprare nulla per non aumentare il peso del mio zaino, ma scopro con gioia che gli sconti durano fino al 31 agosto. Inizio a progettare che se arrivo a Santiago compro un trolley, perché sulla schiena non intendo portare più nulla per almeno dieci giorni e dilapido il patrimonio che ho risparmiato dormendo negli ostelli in vestiti.

Avrei voluto fotografare la faccia della ragazza della reception quando mi ha visto entrare nella hall raffinata e antica con il mio abbigliamento da pellegrina: short, manica corta, cappellino, guantini, bastoncini. Le comunico che ho una prenotazione e poi sarebbe arrivata un'altra mia amica. Rassegnata, ma diligente, risponde alle mie domande e mi consegna la chiave di una fantastica stanza in stile antico con bagno privato e vasca da bagno.

Niente roncadores questa notte.

Burgos mi piace. Il suo centro storico è incantevole. La cattedrale mi lascia a bocca aperta. Vorrei tornarci con calma per visitarla godendomela, invece di girarla in infradito

per lasciar respirare i piedi arrossati.

Aperitivo con tapas e cena con specialità locali insieme a spagnoli con la mia amica italiana. L'ho conosciuta camminando. Lungo il cammino si diventa amici in pochi passi. Ora dividiamo una camera con bagno alla fine di ogni tappa.

Bisogna riposare per recuperare la stanchezza, basta roncadores!

Emanuela Pagan e il Cammino di Santiago. La 13^ tappa da Agés a Burgos. Basta roncadores! Ultreya!
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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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Articoli pubblicati 4259


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Lara arrivo pisa marathon 2012  arrivo attilio siracusa 2012
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