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28 settembre 2019 6 28 /09 /settembre /2019 07:33
Joe Mungo Reed, Magnifici perdenti, Bollati Boringhieri, 2019

Magnifici perdenti (titolo originale:"We Begin Our Ascent", nella traduzione di Daniela Guglielmino), pubblicato nella collana Varianti da Bollati Boringhieri nel 2019 è l'opera prima di Joe Mungo Reed, un giovane autore britannico,che ha già firmato dei racconti comparsi in antologie diverse.

Il titolo italiano è fuorviante, per quanto ovviamente contenga un richiamo abbastanza esplicito al testo: accoppiato all'immagine di copertina evoca immediatamente di cosa possa trattare la storia.
Il titolo "magnifici perdenti" tuttavia riporta al noto romanzo di Leonard Cohen "Beautiful Losers" che fu tradotto in italiano a suo tempo con il titolo "Belli e perdenti", senza che le due storie abbiano alcuna attinenza.

Magnifici perdenti é una storia di sport e di amore. Il protagonista, Sol, che fa parte come gregario di una squadra di ciclisti che partecipa al Tour de France, accetta assieme ad altri la proposta del loro team leader di iniziare delle procedure di doping. 
Ed è interessante la metafora che usa Raphael, mentore, allenatore, responsabile organizzativo della squadra, per convincerli ad accettare la via della frode sportiva.
Tappa dopo tappa il Giro si svolge con alti e bassi e nel frattempo Sol riflette in silenzio e ricorda a sprazzi momenti della sua vita "ordinaria": la sua carriera ciclistica, il suo fidanzamento, il matrimonio con Liz, la nascita di un bimbo, Barry.
E intanto, inconsapevolmente, la squadra precipita in un baratro di eventi incontrollabili ed imprevedibili.
E' una sorta di nemesi per aver troppo tentato.
Il libro, molto ben scritto, offre anche una riflessione su quanto possano essere diventate "normalizzate" le pratiche del doping.
Se lo fanno tutti - è il ragionamento seduttivo di Raphael, cattivo maestro - perché non rimettersi in pari con gli altri, consentendo a se stessi la possibilità di fare emergere le proprie doti naturali che risultano offuscati dal fatto che siano altri a doparsi?
Una storia tragica che si conclude con un disfacimento della squadra e con una amara disfatta morale.
L'autore illustra molto bene - e fa capire come funzioni veramente - il ciclismo di alto livello e il gioco di squadra fatto unicamente per "proteggere" e per portare avanti i candidati alla vittoria, mentre i gregari sono soltanto pedine sacrificabili in un mondo chiuso che non ammette - se non di rado - intrusioni dall'esterno.
Ma tutto ciò è soltanto una finta realtà, le vere salite si devono affrontare nella vita, ma per questo tutto l'allenamento e i trucchi possibili, le strategie e le tattiche,  non sono sufficienti. Ci vuole tutt'altra grinta per poter essere campioni nella vita, dove le salite si affrontano da soli, senza nessuna copertura.

(dal risguardo di copertina) Sol e Liz sono sposati, e innamorati. Sol è innamorato di Liz, e Liz di Sol, ma Sol è anche innamorato della sua professione di ciclista, e Liz del proprio lavoro di genetista. Sol, il cui motto è «Per noi la vita è ciclismo, il ciclismo la vita», corre al Tour de France come gregario di Fabrice, non per vincere, ma per far vincere la squadra. Liz definisce lo scopo del proprio lavoro «Capire a cosa serve un gene in un pesce», e capisce bene anche Sol perché è interessata alle dinamiche di gruppo, molto simili alle leggi biologiche. Entrambi comprendono il senso del loro successo anonimo a beneficio di altri, e si sostengono a vicenda, ma devono difendersi dal contesto che li circonda: per Katherine, la madre di Liz, e per Rafael, il direttore sportivo, se non si vince si fallisce.
Seguiamo i ciclisti nella routine giornaliera, spesso comica, e nelle situazioni agonistiche, spesso difficili, nel bene e nel male, fino al traguardo finale, catartico. Le difficoltà e le divergenze cominciano quando il cinico Rafael invita a mezza voce Sol e gli altri corridori e ricorrere a qualche trucchetto di «innocuo» doping. Sol vorrebbe rifiutare, ma Liz, sempre pronta ad agire con entusiasmo e dedizione, decide che la proposta va accettata. Non solo, si offre come «corriere» dietro lauto compenso, seguendo la corsa in automobile e trasportando le sostanze vietate, coperta dalla presenza del piccolissimo Barry, figlio suo e di Sol.
Naturalmente dove ci sono anabolizzanti e sacche di sangue per trasfusioni, ci sono anche guai, e infatti il dramma non manca. Ma Reed riesce a equilibrare il tono della scrittura in modo da alleggerirne i risvolti tragici, concentrandosi sul suo scopo ultimo, quello di raccontare una corsa in salita per raggiungere una meta che non è la vittoria. E la metafora corre insieme ai ciclisti e all’automobile di Liz per tutta la narrazione, senza mai incepparla, senza che il lettore quasi se ne accorga.

Joe Mungo Reed

Di "We begin Our Ascent", hanno detto
«Una breve, essenziale delizia di romanzo... leggendo, si continua a girare compulsivamente pagina, anche quando non succede niente di particolare, anche quando si tratta solo di un’altra giornata sulle colline del Tour de France» (The New York Times)
«Per il ritmo e il tono, la prosa di Reed ricorda quella di Don DeLillo. Accanto alle idee e ai dialoghi umoristici, c’è vera suspense, e un dramma umanissimo» (Kirkus Reviews)
«Meditativo, e insieme eccitante come un thriller»
(Vanity Fair)

L'Autore. Joe Mungo Reed è nato a Londra e cresciuto nel Gloucestershire. Ha un Master in filosofia e politica della University of Edinburgh e un Master of Fine Arts in scrittura creativa della Syracuse University, dove ha vinto il Joyce Carol Oates Award in Fiction. Magnifici perdenti è il suo primo romanzo, e i suoi racconti sono apparsi su «Gigantic» e nell’antologia «Best of Gigantic». Vive a Edinburgo, UK.

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3 dicembre 2015 4 03 /12 /dicembre /2015 06:29
Doping. Esiste un confine tra realtà e illusione? Uno scritto di Emanuela Pagan
Doping. Esiste un confine tra realtà e illusione? Uno scritto di Emanuela Pagan
Doping. Esiste un confine tra realtà e illusione? Uno scritto di Emanuela Pagan
Doping. Esiste un confine tra realtà e illusione? Uno scritto di Emanuela Pagan

Mentre è fresca la notizia degli atleti azzurri sanzionati per avere eluso i controlli antidoping nel biennio 2011-2012, Emanuela Pagan propone una dolente riflessione che, ispirata alle pratiche anti-doping che uccidono lo sport vero, vuole spingere su di una strada che consenta di recuperare i più autentici valori dello sport, fatto di fatica, di attese, di tanto sudore e di strade da percorrere in salita, senza cedere alla tentazione di cercare facili scorciatoie.
Altrimenti, cosa può insegnare lo sport ai più giovani? Cosa rimarrebbe dei tanto decantati valori etici e morali delle discipline sportive
?

(Emanuela Pagan) La realtà è difficile da apprezzare, soprattutto quando riguarda le persone. Vi sono troppe variabili, si vedono solo alcune facce di un poliedro, difficilmente si coglie la visione d'insieme.

Per questo motivo deve cadere ogni forma di giudizio o pregiudizio.

I fatti vanno analizzati con l'oggettivita' di un patologo.

Se esiste un coinvolgimento emotivo l'osservazione diviene sfalsata.

Mi sono chiesta molte volte se sia meglio vivere in una rosea illusione o affrontare una cruda verità.

Mi viene in mente il quadro che ho recentemente visto di Salvador Dalì: "Gradiva retrouve les ruines antropomorphes" in cui una donna formata da fasci di fibre abbraccia una figura apparentemente possente. Osservando è solo un adone con cicatrici e buchi.

Idealmente il loro sguardo è rivolto su una casa in rovina.

Il vuoto e la superficialità sono i mali della moderna società, sempre più diffusi. Il risultato è un mondo di cartapesta, facile preda della prima tempesta.

L'apparire è divenuto più importante di essere. Per questo si ricercano strade sempre più brevi e facili da percorrere.

Le salite sono fuori moda.

Purtroppo, le vittorie si costruiscono con tanta fatica, molte lacrime, fiumi di sudori, ma quando si ottengono sono le gioie più belle.

Lo sport deve elevare la condizione umana e migliorare la sua qualità di vita.

Il rispetto deve partire verso se stessi, automaticamente si estende agli altri.

Chi cerca scorciatoie ha solo bisogno di riempire un vuoto figlio dell'insicurezza. Accettare i propri limiti è difficile. Affrontare le conseguenze dei propri errori comporta notti insonni.

Non esiste la perfezione, è un continuo tendere verso di essa.

Nel film: "La storia infinita", una delle prove che il protagonista Atreiu doveva affrontare era quella di guardare nello specchio che avrebbe mostrato l'essenza della persona, nuda di ogni apparenza.

La società attuale presenta molte occasioni facili e moralmente discutibili. Tutto si consuma in fretta. I sentimenti hanno lo spessore della carta velina. Il cuore è diventato una bandiera nel vento.

La forza di fare scelte controcorrente e poco popolari si può trovare in un sorriso: quello dei bambini mentre corrono.

Ogni persona adulta ha una responsabilità da cui non può scappare: alimentare quel sorriso.

I giovani sono il futuro, la speranza da non tradire.

Questa è la realtà e nessuno di noi può permettersi di diventare un'illusione.

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3 dicembre 2015 4 03 /12 /dicembre /2015 06:10

Sono in corso i deferimenti di 26 atleti azzurri, con richiesta, da parte della Procura Antidoping della Nado-Italia, di 2 anni di squalifica per "eluso controllo" (che - come è noto - è del tutto equiparato a positività per doping).
In questo caso, poi, per molti degli atleti deferiti alla Procura anti-doping l'"eluso controllo" è consistito in una mancata e tempestiva comunicazioni dei rispettivi spostamenti, al fine di garantirne la reperibilità e la tracciabilità dei propri spostamenti al fine di poter essere controllati per l'anti-doping, in qualsiasi momento venga deciso.
I provvedimenti sono stati decisi in seguito agli sviluppi dell'indagine 'Olimpia' condotta dai NAS-ROS dei carabinieri di Trento, su mandato della procura di Bolzano, e agli accertamenti della stessa Procura Antidoping.
I fatti si riferiscono agli anni 2011-12.
Molti degli atleti si protestano innocenti: ma nel momento in cui si parla di "deferimento" alla Procura anti-doping, molti della platea di appassionati si sentono già traditi e delusi e gridano allo "scandalo anti-doping".
In effetti, si crea attrono agli atleti, un'aura di presunto doping che non giova alla loro credibilità.
D'altra parte, c'è anche da dire che se é fallito il sistema della reperibilità ciò rappresenta un dfallimento dell'intero sistema e comporomette, a prescindere dalla eventuale innocenza di singoli atleti, la credibilità dell'intero sistema e della governance della Federazione di Atletica in Italia.
Si vedrà in seguito quale sarà l'evoluzione delle cose e se gli atleti inclusi nella lista, tutti o soltanto alcuni, verranno porsciolti per non aver commesso azioni di doping.
Intanto, nelle more, il rischio consistente è che salti via l'intera squadra (o quasi tutta) che dovrebbe rappresentare l'Italia ai prossimi Giochi Olimpici nel 2016.
Come si vede dalla lista che segue, molti sono i nomi "eccellenti" tra i deferiti alla Procura Anti-doping.
Una triste realtà che gli appassionati dell'Atletica dovranno fronteggiare, con molti dei loro "idoli", sinora ritenuti immuni dal morbo del doping contagiati.
Il fatto che i fatti di cui questi atleti sono imputati si riferiscano al biennio 2011-2012 non è rassicurante, poiché - com'è ovvio - getta un'ombra di dubbio anche sulle loro prestazioni più rec
enti.

Ecco i 26 atleti deferiti

BERTOLINI Roberto per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

BOURIFA Migidio per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

CAMPIOLI Filippo per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

COLLIO Simone per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

DONATI Roberto per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

DONATO Fabrizio per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

FALOCI Giovanni per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

GALVAN Matteo per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

GIBILISCO Giuseppe per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di inibizione e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

GRECO Daniele per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

HOWE Andrew per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

INCERTI Anna per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

LALLI Andrea per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

LA ROSA Stefano per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

LICCIARDELLO Claudio per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

MEUCCI Daniele per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

OBRIST Christian per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

PERTILE Ruggero per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

RIPARELLI Jacques per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

SALIS Silvia per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

SCHEMBRI Fabrizio per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

SECCI Daniele per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

SLIMANI Kaddour per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

TAMBERI Gianluca per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

VISTALLI Marco Francesco per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A;

WEISSTEINER Silvia per violazione dell’art. 2.3. del C.S.A. con richiesta di irrogazione della sanzione di anni 2 di squalifica e di non doversi procedere per l’addebito contestato di cui all’art. 2.4 del C.S.A.

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27 settembre 2015 7 27 /09 /settembre /2015 06:13
Alberico Di Cecco riabilitato. Fresca sentenza del Tribunale di Pescara

Alberico Di Cecco è riabilitato in sede penale dall'accusa di Doping dopo una sentenza in primo grado emessa - dopo sette lunghi anni - il 25 settembre 2015 dal Tribunale di Pescara a conclusione di un iter giudiziario iniziato nel 2008 e durato ben sette anni

Ricordiamo qui che Alberico Di Cecco aveva sempre professato la sua innocenza e di essere estraneo ai fatti che gli erano contestati, tant'è che aveva immediatamente dato corso all'azione legale che si è in questi giorni conclusa.

Presto, con l'assistenza del suo legale, Alberico Di Cecco si muoverà - alla luce di questa entenza - per essere riabilitato anche di fronte alla giustizia sportiva. Sono molti quelli che hanna creduto ad Alberico e lo hanno supportato, malgrado il parere contrario e le invettiver dei tanti di più che lo hanno diffamato senza esitazioni.

Penso che molti dovrebbero ora scusarsi per i toni di acredine che hanno usato nei suoi confronti.

(Andrea Gileno) Hanno lucrato, offeso, diffamato, punito e mal trattato... Lui, Alberico, sempre a testa alta verso la sua passione: il podismo, per se stesso e per gli altri! Stamane finalmente, dopo 7 lunghissimi anni la sua verità unica ufficiale e dimostrata! Tra 15 giorni circa tutti i dettagli specifici che lo hanno portato al risultato che pochi realmente sapevano, che quasi nessuno credeva e che solo per lui oggi...

L'alba di una nuova era d'immagine e la verità sognata per 7 lunghissimi anni!

Ci sarebbe molto da dire ma.... non credo sia necessario!

L'articolo di giornale che riporta la notizia dell'assoluzione di Di Cecco

L'articolo di giornale che riporta la notizia dell'assoluzione di Di Cecco

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18 agosto 2015 2 18 /08 /agosto /2015 06:45

Ha colpito tutto il mondo dello sport la morte improvvisa di Chiara Pierobon, promettente ciclista azzurra, deceduta alcuni giorni addietro, a quanto si è detto per "embolia polmonare", e non in corso di attività sportiva.
Una donna sottoposta a stress e a cui sono stati richiesti elevati livelli di performance.
Naturalmente, nel sentire la notizia i più accorti non hanno potuto fare a meno di pensare che, in qualche modo, questa sua morte sia stata un'accidente legato ad attività dopanti.
Intanto è stata disconfermata la diagnosi iniziale e, a quanto sembra, sono stati richiesti ulteriori accertamenti post mortem più approfonditi.

Ne danno notizia i mezzi di stampa che, secondo una tradizione collaudata, mantengono una posizione prudenziale e promettono rivelazioni senza tuttavia farle.

Come ad esempio, si può constatare leggendol'articolo linkato sotto.

Staremo a vedere, ma è importante che si dica la verità, in un momento in cui - da numerose fonti e per effetto di inchieste su grandi numeri - risulta che il doping negli sport di vertice, anche di quelli sino ad ora ritenuti relativamente immuni dal fenomeno (ma anche e soprattutto nell'ambito dei diversi sport amatoriale) sia un fenomeno dilagante, ben al di là dei livelli di guardia e di tollerabilità da parte della società onesta e rispettosa dei valori etici applicati alla pratica sportiva.
Per combattere il fenomeno maledetto del Doping quel che occorre è la verità, non il pietoso e colpevole occultamento.

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11 agosto 2015 2 11 /08 /agosto /2015 07:48

Nel Ragusano, a partire da una denuncia alla Procura della Repubblica rimasta anonima, sono scattati degli accertamenti a tappeto dei NAS su attività dopanti di atleti praticanti sport diversi, quali il ciclismo, il podismo e il fitness e gli sport di palestra, in ambito amatoriale.

Gli accertamenti condotti su larga scala e preceduti da intercettazioni ed appostamenti hanno consentito di mettere in luce una rete vasta eramificata di attività correlate al doping, con fornitori, di somministratori di farmaci e di improvvisati consiglieri.
L'ultimo anello della sequenza di accertamenti èstato il sopraluogo effettuato in occasione di alcune gare amatoriali tra cui una ciclistica a Chiaramonte Gulfi e la Maratona alla Filippide, entrambe in calendario domnica 9 agosto 2015.

Quando il ciclismo si avvelena col doping anche nelle gare amatoriali: al taglio dell’agognato traguardo ieri pomeriggio, una cinquantina di ciclisti si attendevano parenti ed amici festanti, e magari pure mogli e fidanzate adoranti e desiderose di baciarli, invece hanno trovato ad attenderli i poliziotti, pronti ad «acchiapparli». É successo il parapiglia: ciclisti che hanno fatto dietrofront, altri che sono caduti per terra, vinti dalla fatica e, soprattutto, dalla sorpresa, altri ancora che hanno tentato una improbabile fuga a piedi. Evidentemente avevano la «coda bagnata» questi ciclisti amatoriali, che, pur di vincere la gara, non avevano esitato a sfidare anche il temporale che si era abbattuto con particolare violenza nel piccolo centro montano, evidentemente eccitati dalle sostanze dopanti che, almeno una parte di loro, avevano assunto. Non è difatti purtroppo una novità che l’illegale pratica del doping sia particolarmente diffusa anche nella sterminata categoria delle manifestazioni amatoriali, come quella in oggetto, organizzata da anni dal comitato per i festeggiamenti del Santissimo Salvatore.

Quando i ciclisti, di età compresa tra i 35 e i 50 anni, uno addirittura 60enne, stavano vedendo avvicinarsi il traguardo della gara di ciclismo amatoriale in corso Umberto, in pieno centro cittadino, tutto sembrava normale: poi una decina di persone si sono tolte il giubbino lasciando in bella mostra la maglietta e la pettorina con su scritto «Polizia». Apriti cielo! L’epilogo a sorpresa della gara amatoriale ha quindi assunto i contorni del grottesco. Coloro che hanno tentato di fuggire evidentemente temevano i controlli anti doping. I ciclisti fermati senza non poca fatica dai poliziotti, sono stati sottoposti agli esami di routine, in primis quello delle urine, e diversi di loro sono risultati positivi ai test anti doping. Gli indagati sono in tutto 34, a carico dei quali sono scattate altrettante denunce penali per uso di sostanze vietate in quanto dopanti: si tratta di 19 ragusani, 9 siracusani, 5 catanesi e un reggino. Tra di loro vi sono anche i presidenti di alcune squadre di dilettanti che in occasione delle gare fornivano supporto logistico. Tra i fornitori dei farmaci anche un infermiere di Ragusa che si occupava di procacciare medicinali senza ricetta ed in molte occasioni allestiva un ambulatorio per fare delle flebo con diverse sostanze chimiche.

E’ bene ricordare che l’uso di sostanze dopanti, oltre ad essere molto pericolo e talvolta pure letale per la salute, è considerato un reato penale.
Non era mai successo che la tradizionale gara ciclistica amatoriale di metà agosto si concludesse in questo modo. Gli agenti avevano ricevuto una «soffiata» da un "ciclista della domenica" pulito ma stanco di essere umiliato dai compagni più "dotati" ed erano andati a colpo sicuro, cogliendo alcuni ciclisti in flagranza. Sconcerto anche tra gli organizzatori dell’evento, ovviamente all’oscuro di tutto e che non avrebbero mai potuto immaginare che un appuntamento sportivo a corollario della sentita festa religiosa potesse offuscare l’immagine stessa della tradizione. Purtroppo c’è chi ama vincere facile a tutti i costi, mettendo a repentaglio la propria vita anche se si tratta, come nel caso in oggetto, di una semplice gara amatoriale dove dovrebbe farla da padrone lo spirito sportivo. Dovrebbe.

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14 aprile 2015 2 14 /04 /aprile /2015 20:47

Stop di sei mesi "in attesa delle conclusioni di un’inchiesta" per l’agente italiano e per quello olandese: gestiscono campioni come Kiprop, Sum, Kimetto, Kipsang e Geoffrey Mutai.

Alla base di tutto ciò la positività della Jeptoo. Rosa ha dichiarato: "Porteremo in tribunale lei e la Federazione kenyana".

 

La mossa è a sorpresa e rischia di dare il la a un clamoroso caso internazionale: la federazione keniana ha chiuso il training camp di Keringet, in passato base di lavoro dall’allenatore torinese Renato Canova e dai propri allievi e ora gestito dal discusso Charles Ngeno e, soprattutto, ha sospeso per sei mesi le licenze degli agenti di Rosassociati e di VolareSports che rappresentano alcuni degli atleti più prestigiosi degli altopiani. La prima fa capo all’italiano Federico Rosa e gestisce, tra i tanti, gli attuali iridati in pista Asbel Kiprop ed Eunice Sum (oltre a Jairus Birech, Janeth Kepkosgei, Nancy Langat e Mercy Cherono), la seconda all’olandese Gerard Van de Veen e cura anche gli interessi dei tre migliori maratoneti del momento, il primatista del mondo Dennis Kimetto, l’ex Wilson Kipsang e Geoffrey Mutai.

Questi gli sviluppi. La federazione stessa, nei loro confronti, ha aperto un’inchiesta circa i casi di doping che, di recente, hanno coinvolto propri rappresentati. Sarà condotta dalla commissione medica federale, dall’agenzia antidoping di fresca costituzione e dalla Polizia locale. "Se al termine gli agenti saranno ritenuti colpevoli di violazioni – ha tuonato il presidente Isaiah Kiplagat – saranno squalificati definitivamente. Intanto, in attesa che venga fatta chiarezza, non potranno lavorare nel nostro Paese".

Il nome più importante coinvolto è quello della maratoneta Rita Jeptoo (scuderia Rosa), tre volte vincitrice a Boston e due a Chicago, che sta scontando uno stop di due anni per positività all’EPO, dopo un controllo effettuato in Kenya in settembre. Mentre da giorni si susseguono le voci circa la possibile positività di uno dei tre maratoneti top (Kipsang in novembre era stato ammonito dalla federazione per aver saltato un controllo e per irregolarità nei whereabouts).

Querste le prime reazioni.  "Non siamo stati informati di niente – dice Rosa – nè abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Abbiamo saputo di quanto accaduto da rappresentanti dei media. La federazione stessa ci ha sollevato da ogni responsabilità circa il caso Jeptoo e, se la sospensione verrà confermata, adiremo le vie legali perché abbiamo le prove della nostra estraneità dai fatti". Va ricordato che la famiglia Rosa, prima col dottor Gabriele, opera in Kenya da 26 anni e ha "creato" centinaia di atleti, sviluppando la disciplina come nessun’altro. "Porteremo in tribunale sia la Jeptoo, che si è fatta abbindolare da qualcuno nel suo Paese e ci ha ingannato, sia la federazione keniana, che ci sospende senza avere documenti né prove — aggiunge lo stesso Gabriele — siamo puliti come il sole e non accettiamo di farci infangare. Sono scorretti e ne risponderanno. Il doping è un problema in Kenya e la responsabilità è di medici e farmacisti locali. La federazione abbia il coraggio di punire loro, perché i casi sono tanti e troppi giovani vengono convinti a prendere scorciatoie".

Il futuro. Chi gestirà, nel mentre, gli atleti coinvolti? "Ci incontreremo con la IAAF e coi gli organizzatori dei meeting di Diamond League – ha detto Kiplagat – e ci faremo garanti nei loro confronti". Resta che molti, a cominciare proprio da Kiprop, hanno già fatto sapere che si opporranno all’eventualità, perché nessun contratto li lega alla federazione: "Chi ci rappresenterà, ora? – ha domandato il campione del mondo dei 1500 – non posso credere a quel che sta succedendo. Non ho mai utilizzato sostanze vietate, ma ora le leggi antidoping colpiscono anche noi sportivi di vertice puliti". Qualcuno, in attesa di una presa di posizione ufficiale da parte dell’Associazione Atleti Professionisti guidata dallo stesso Kipsang, avrebbe già minacciato di boicottare le convocazioni in Nazionale.

Politica.  Alla base di tutto una possibile "guerra" politico-sportiva. La federazione keniana non vede di buon occhio le ingerenze esterne e Kiplagat, non a caso, in queste stesse ore, ha annunciato che dal 1° maggio e per tre mesi rinuncerà alla carica di presidente federale occupata da 22 anni per fare campagna elettorale per la posizione di vicepresidente IAAF (siede già in Consiglio) nella squadra di Sebastian Coe: l’elezione avverrà a fine agosto a Pechino. Al suo posto, al vertice nazionale, è stato nominato il vice Jackson Tuwei.

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29 gennaio 2015 4 29 /01 /gennaio /2015 19:24
Alberico Di Cecco, al suo arrivo, al termine della 100 km di Seregno 2012, valevole come Campionato del Mondo IAU di specialità (foto di Maurizio Crispi)

Alberico Di Cecco, al suo arrivo, al termine della 100 km di Seregno 2012, valevole come Campionato del Mondo IAU di specialità (foto di Maurizio Crispi)

Il "caso" Di Cecco è, a quanto pare, un passato che non passa. In questo caso si torna a rimestare sulla sua pregressa positività per Doping e sugli effetti che questa dovrebbe avere sulla continuità della sua inclusione nell'Arma dei Carabinieri.
Rispetto ad altre fonti di stampa, precisiamo qui che quella mossa dall'onorevole Cova non è stata un'interpellanza, bensì un'interrogazione a domanda e risposta scritta, inoltrata il 20 gennaio scorso..

L'interrogazione parlamentare è la domanda che uno o più parlamentari rivolgono al governo nel suo complesso o a un singolo  ministro per essere informati sulla veridicità di un fatto o di una notizia e sui provvedimenti che il Governo intende adottare o ha già adottato in merito.

La domanda viene formulata per iscritto e la risposta del Ministro interpellato (o da parte del governo nella sua interezza) potrà essere in forma scritta o orale secondo quanto richiesto dal parlamentare interrogante che indica pure se intende ottenere risposta in commissione o in aula.

La differenza sta nel fatto che l'interrogazione mira a conoscere quali provvedimenti il Ministro o il Governo intendano assumere rispetto ad una questione specifica, mentre l'interpellanza è che é rivolta al governo nella sua interezza, mira a consocere e a poter discutere la posizione e l'orientamento del governo in merito a determinate questione di livello più generale..
Quello evidenziato é un disguido terminologico che fa apparire la mossa dell'onorevole cova più roboante e più grave.
Si precisa inoltre che l'interrogazione è rivolta al Ministro della Difesa e riguarda pincipalmente gli effetti del riscontro della positività per doping e della successiva squalifica per due anni sulla appartenenza di Di Cecco all'Arma dei Carabinieri, in merito al fatto se si ravvisino delle contraddizioni tra lo Spirito e l'Etica dell'Arma rispetto al fatto contestato.
Quindi, si tratta di qualcosa che travalica il semplice principio della "giustizia sportiva" e della sua applicazione. 
Francamente, sembra una mossa eccessiva, soprattutto se arriva a distanza di 8 anni dal fatto incriminante.
C'è da chiedersi perchè ciò - se doveva essere fatto - non sia stato fatto subito. Come a dire: "Se qualcuno ha da dire qualcosa, la dica ora o taccia per sempre", come recita la nota formula che fa parte del cerimoniale dei matrimoni.
Una mossa che non ha molto senso: sembrerebbe che abbia a che vedere con una forma di accanimento in cui un onorevole si muove con i suoi strumenti, perchè deve in qualche misura rendere conto ai suoi elettori.
E ci sono molti che, purtroppo, si accaniscono contro Di Cecco, incuranti di qualsiasi forma di empatia e di umana pietas.
Di fronte a eventi di questo tipo,  ci sono purtroppo molti che gioiscono: quelli gioiscono delle umane disavventure e quelli che sono animati da atteggiamenti moralistici alla Savonarola che escludono la salvezza di eventuali peccatori (ma dei quali il peccato  non è stato mai provato con assoluta certezza; e a gioire sono anche quelli animati da un'intolleranza che rasenta il fondamentalismo più bieco.
Io, invece, nelleggere notizie di questo tipo, posso soltanto rattristarmi, considerando anche che l'onorevole Cova, interrogante, a sentire il triste racconto della vicenda del "doping di stato" in Italia, sviluppato con ampie evidenze documentali da Alessandro Donati, nei suoi trascorsi atletici di eccellenza non è certamente un personaggio "illibato".
Come sempre, chi è senza peccato scagli la prima pietra.

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16 gennaio 2015 5 16 /01 /gennaio /2015 07:28
65 atleti FIDAL convocati per un'audizione all'Ufficio di Procura Antidoping

La Procura Antidoping ha convocato gli atleti che una o più volte sono risultati "irreperibili": via con Gibilisco e Howe. Chiamati i primi 10 di una lista di 65 che violarono i regolamenti sulla reperibilità. Rischiano un anno di squalifica. Il tutto alla vigilia dell'udienza per Carolina Kostner, per la quale il procuratore ha chiesto 51 mesi di stop per aver coperto Schwazer
Nel giorno della vigilia del processo a Carolina Kostner, è riesploso il caso delle mancate reperibilità ai controlli antidoping, evidenziato dalle carte dell'inchiesta penale di Bolzano e oggi ufficialmente aperto anche in sede sportiva.

Dieci dei 38 atleti della Fidal che avevano accumulato più di tre infrazioni per i ritardi nella comunicazione dei loro dati, saranno interrogati la prossima settimana dalla procura Antidoping del Coni.
Le dimensioni dell'inchiesta sono più grandi, perché nelle prossime settimane sfileranno negli uffici dello stadio Olimpico altri 55 atleti.

A un’attenta analisi della lista degli atleti che avevano almeno una mancata comunicazione o missed test si evidenzia che si tratta esattamente di 65 atleti, dei quali 38 con almeno 3 mancate comunicazioni (il limite dal quale si è a rischio squalifica), e 27 con una o due.
Una cifra che va addirittura al di là dei 38 che, secondo l'inchiesta della Magistratura sarebbero stati potenzialmente squalificabili, col rischio di un anno di stop.


I convocati sono: Gianluca Tamberi, Claudio Licciardelli, Andrea Lalli, Giuseppe Gibilisco, Matteo Galvan, Giovanni Paloci, Andrew Howe, Fabrizio Schembri, Fabrizio Donato e Marco De Luca.
Il tutto è accaduto alla vigilia (fissata per il 16 gennaio 2015) dell'udienza per Carolina Kostner, per la quale il procuratore ha chiesto 51 mesi di stop per aver coperto Schwazer.

 

Fonte: www.atleticalive.it) Riportiamo quanto presente sul sito del CONI: (clicca qui per un approfondimento sui nomi e sui possibili rischi squalifica per gli atleti)

L’ Ufficio di Procura Antidoping comunica di aver disposto le audizioni dei seguenti atleti [i cui nominativi sono stati riportati sopra] per essere sentiti in merito alla violazione della normativa antidoping (artt. 2.3 e 2.4 delle Norme Sportive Antidoping), a seguito delle risultanze dell’indagine denominata Olimpia condotta dai NAS–ROS dei Carabinieri di Trento su mandato della Procura della Repubblica di Bolzano, nonché degli autonomi accertamenti svolti dall’Ufficio di Procura Antidoping. Le audizioni programmate al momento si riferiscono a 65 atleti tesserati FIDAL, con riserva di procedere all’esito degli accertamenti in corso, anche nei confronti di atleti di altre Federazioni.

Per maggiore chiarezza di seguito é riportato anche il testo integrale dei due articoli contestati della normativa antidoping:

2.3 Eludere, rifiutarsi od omettere di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici.
Eludere il prelievo dei campioni biologici, ovvero, senza giustificato motivo, rifiutarsi di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici previa notifica, in conformità alla normativa antidoping applicabile.
2.4 Mancata reperibilità. Violazione delle condizioni previste per gli Atleti che devono sottoporsi ai controlli fuori competizione, incluse la mancata presentazione di informazioni utili sulla reperibilità e la mancata esecuzione di test in base a quanto previsto dal D-CI. Ogni combinazione di tre mancati controlli e/o omesse comunicazioni entro un periodo di dodici mesi, accertata dalle Organizzazioni antidoping aventi giurisdizione sull’Atleta, costituirà violazione delle NSA.

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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