(Elena Cifali) Da che sono tornata dal Cammino di Santiago il Cammino stesso si è trasformato in sogno ricorrente.
Credo di sognarlo tutte le notti, ma solo poche volte ne ricordo perfettamente la dinamica.
Stanotte dovevo fare il Cammino a ritroso: dovevo andare dalla Sicilia a Santiago. Mi dispiacevo perché non avevo con me una guida cartacea e sentivo forte il peso e la responsabilità di portare con me altre persone.
In un momento di egoismo e liberazione, mi ritrovavo a pensare che avrei potuto lasciarli in Sicilia e avrei potuto continuare il Mio Viaggio da sola, senza dover rallentare il passo o sottomettermi a soste che non ritenevo opportune.
Quando mi svegliai, a causa della sveglia che suonava, non riuscivo a nascondere a me stessa una forte irritazione.
Volevo che il sogno non si interrompesse; volevo tornare in quella dimensione onirica a me tanto cara.
"Il Cammino ti entra dentro e non ti lascia mai più!" - mi dissero prima della partenza.
E fu così, anzi, così è!
Mi sento in Cammino ogni volta che guardo un campanile, ogni volta che monto lo zaino, ogni volta che guardo l'alba, ogni volta che osservo le foto di Saro e Pedro, ogni volta che mi sento libera tra i boschi, ogni volta che non so che strada scegliere.
Mi sento in Cammino ogni notte, quando mi sveglio, avvolta dalle tenebre e mi chiedo dove sono.
Il Cammino è una scelta, un sogno, una passione ma anche un modo di vivere.
Invidio chi ha avuto il coraggio di non tornare mai più, chi ha scelto di vivere in quella natura, tra boschi, sentieri, strade, mucche, lupi e soprattutto tra le persone.
Già, quelle persone che non sono più "la gente" ma sono esseri umani.
Quel mondo fantastico, dove non esistono i miei sentimenti negativi, esiste ... io l'ho toccato, l'ho vissuto e non riesco a dimenticarlo ...
Sindrome del Cammino, bentornata anche oggi!
(commento di UMD) E' appunto il sogno che aiuta a vivere nel quotidiano. Guai se non avessimo le nostre vie dei sogni!
Con il Cammino di Santiago che per molti rimane un sogno nel cassetto si verifica questo ineffabile sovrapposizione del "sogno" con il reale, in quanto procedendo lungo il cammino viviamo nella realtà, ma nello stesso tempo rendiamo vivo e presente un sogno.
E il sogno, poi, continua a manifestarsi a noi, a riemergere, e noi siamo strappati alla realtà del quotidiano e trasportati a vivere nella dimensione del sogno.
Avendo percorso il Cammino nella realtà, con fatica e sudore, il passaggio alla dimensione del sogno è più semplice, perché si basa su dati reali immagazzinati in modo indelebile nella nostra memoria.
Il Cammino di Santiago è - autenticamente - una via dei sogni, attraverso cui si può coltivare una mistica del desiderio e dell'altrove.
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