(Maurizio Crispi) A fine gennaio 2015 é stato lanciato nelle sale cinematografiche italiane il film di Angelina Jolie, Unbroken, "una storia di resistenza e di coraggio" che racconta la storia vera di Louis Zamperini, grande esponente della corsa di mezzofondo statunitense e mondiale negli anni dell'anteguerra e titolare per molti anni del record sul miglio (con 4'08"). La sua aspirazione di scendere sotto i fatidici 4' venne per sempre interrotta dall'esordio della II Guerra Mondiale. Il film di Angelina Jolie (alla sua seconda fatica come regista), si ispira sia ad un diretto rapporto di conoscenza con lo stesso Louis Zamperini che, diverse volte é intervenuto sul set, nella fase di realizzazione della pellicola e che ha partecipato ad interviste congiunte in corso d'opera, sia al romanzo biografico di Laura Hillenbrand, Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e di coraggio (titolo originale: Unbroken. A True World War II Story of Survival, Resilience, and Redemption), pubblicato da Mondadori nel 2012.
Il film, come il libro cui si ispira (che è stato preceduto da un altro volume, scritto dallo stesso Zamperini assieme a David Rensin, Sopravvissuto. La vita dell'atleta olimpionico, eroe di guerra e sopravvissuto alla prigionia giapponese (pubblicato in lingua italiana solo nel 2015, da Newton Compton), è naturalmente una "storia morale" e va visto (o letto), avendo bene impresso in mente il messaggio che vuole veicolare: il fatto che Zamperini, temprato dalla paratica sportiva ad essere "resistente" (oggi si direbbe più appropriatamente "resiliente") è stato capace di affrontare con stoicità, coraggio e abnegazione le dure prove che la vita gli ha riservato al posto dell'ambita partecipazione ai Giochi olimpici di Tokyo che avrebbero dovuto avere luogo nel 1940 e che furono annullati a causa dello scoppio del conflitto mondiale.
Prove che furono durissime e sfibranti, alle quali riuscì a sopravvissere senza mai dire "Basta, non ce la faccio più" e senza lasciarsi spezzare.
La storia di Zamperini non si esaurì con la fine della II Guerra Mondiale: ci fu un lieto fine, ovviamente, con il ritorno a casa, con il ricongiungimento con la famiglia, con il matrimonio e la nascita dei figli. Ma poi Zamperini fu sopraffatto - in seconda battuta - da quello che oggi viene definito "Disturbo Post-Traumatico da Stress" e scivolò nell'etilismo, dal quale ciò nondimeno si riprese, grazie al supporto della nascente organizzazione degli Alcolisti Anonimi, per poi avviare delle attività di supporto agli adulti in difficoltà, attingendo aslle sue esperienze di sportivo e utilizzando il potenziale aggregante, risocializzante ed anche di lenimento psichico delle attività all'area aperta.
E, tal fine, fondò un'associazione benefica, attraverso la quale furono molti quelli da lui "salvati".
Ma nello stesso tempo, sia per le necessità dell'Associazione da lui fondata, sia per il suo piacere/benessere personali continuò a praticare sino a tarda età molte e disparate attività sportive, come il trekking e l'arrampicata su roccia.
Egli divenne - a causa di questo complesso percorso - un punto di riferimento e un esempio positivo per molti tanto che, negli ultimi anni della sua vita, riceveva giornalmente centinaia di lettere inviate da persone in difficolotà o prostrate che gli chiedevano consigli e vie da seguire; e a molte delle rispose che egli invio per iscritto, furono raccolte per "tematiche" in un libro scritto anche questo in collaborazione con David Rensin, dal titolo Vivi! La vita che vuoi (titolo originale: Don't Give Up, Don't Give In, pubblicato in traduzione italiana da Piemme nel 2015.
Il suo successo come "guida" delle persone in difficoltà fu dovuto al fatto che egli coniugò le sue esperienze presso gli AA e il recupero di una forte e profonda convinzione fideistica, con la sua esperienza di sportivo dotato e resiliente, capace di affrontare le più difficili prove con abnegazione, non disgiunta dal tener una salda presa sui valori della solidarietà tra uomini.
Si convinse ad esempio dell'importanza del "perdono" nei confronti di coloro che ci abbiano fatto del male: e, questo riguardo, in occasione del suo viaggio in Giappone, cercò di incontrare quelli tra i suoi aguzzini che erano sopravvissuti, per dire loro che non serbava rancore per il male che gli avevano fatto e per dire che li perdonava. Solo il maggiore dei suoi tormentatori il sergente Mutsuhiro "The Bird" Watanabe, sfuggito alla condanna come criminale di guerra per via delle amicizie altolocate della sua famiglia, si rifiutò di incontrarlo.
Coronò infatto il suo sogno di andare a Tokyo per un Olimpiade: infatti, in occasione dei Giochi Olimpici Invernali che si tennero a Nagano in Giappone nel 2008, fu uno dei Tedofori che portarono la fiaccola olimpica per le vie di Tokyo, acclamato da due ali di folla.
Purtroppo, il film, a mio giudizio, da poco risalto alla sua carriera di atleta e alle esperienze successive di caduta e di "resistenza che avrebbero dato al film qualcosa in più nell'illustrare in modo più convincente la dimensione della "resilienza" in situazioni estreme.
Lo sforzo, peraltro encomiabile, di Angelina Jolie, si traduce principalmente in una storia di guerra e, in particolare, in una vicenda ambientata in un POW (Prisoner of War) camp negli scenari di guerra in Estremo Oriente e nel Pacifico, divenendo così l'ultimo prodotto di un fertile filone dal quale sono scaturiti film come Il Ponte sul Fiume Kwai (tratto dal romanzo omonimo di Pierre Boulle), Furyo (meglio conosciuto con il titolo in lingua originale di Merry Christmas, Mr Lawrence) dal romanzo di Laurens van der Post, L'impero del Sole di Steven Spielberg, tratto dall'omonimo romanzo parzialmente autobiografico di James Ballard. E, anche guardandolo in questa luce, il film della Jolie non sfigura: ma in fondo tutti i film citati offrono allo spettatore delle storie di resilienza.
La vera ed unica originalità della storia di Louis Zamperini è andata però in dissolvenza, ma in ogni caso è da vedere: Per quanto sintetica, lparte della storia che riguarda la crescita di Zamperini come atleta é appassionante.
(da Wikipedia) Nato a Olean, nello stato di New York, da genitori italiani, Louis Zamperini ha iniziato la sua carriera sportiva nel 1932, praticando lo sci di fondo. Passato all'atletica, nel corso degli ultimi tre anni di liceo rimase imbattuto dopo aver stabilito diversi record.
Nel 1934, Zamperini stabilisce il record mondiale interscolastico del miglio col tempo di 4'21"2. Successivamente partecipa e vince il campionato CIF California State con il tempo di 4'27"8. Questa vittoria gli permise di ottenere una borsa di studio per la University of Southern California.
Nel 1936, Zamperini decide di provare a qualificarsi per le Olimpiadi. Gli atleti dovevano pagarsi il viaggio per partecipare ai Trials olimpici, ma dal momento che suo padre lavorava per la ferrovia, Louis ottenne un biglietto gratis del treno, mentre un gruppo di commercianti di Torrance contribuì con una colletta per consentire all'eroe locale di mantenersi una volta giunto a destinazione.
Sui 1500 metri piani Zamperini era chiuso dalla presenza della medaglia d'argento Glenn Cunningham, Archie San Romani e Gene Venzke, pertando decise di correre, pur essendo senza esperienza, sui 5000 m piani, arrivando ex aequo col primatista statunitense Don Lash, e qualificandosi a soli 19 anni e 178 giorni, primato che ne fa il più giovane statunitense a partecipare alle Olimpiadi in questa specialità.
Né Zamperini né Lash erano accreditati come possibile vincitori dei 5000 m piani ai Giochi olimpici di Berlino, data la presenza del detentore del record mondiale Lauri Lehtinen. Zamperini riuscì dapprima a superare la batteria, preceduto dallo stesso Lehtinen e dal giapponese Kohei Murakoso, eliminando l'italiano Salvatore Mastroieni.
In finale concluse all'ottavo posto, dopo aver effettuato un eccellente ultimo giro in 56 secondi, che catturò le attenzioni di Adolf Hitler, che insistette per un incontro personale. Come Zamperini raccontò, Hitler strinse la sua mano e disse semplicemente: "Ah, tu sei il ragazzo con il finale veloce". La gara fu vinta dall'altro campione finlandese Gunnar Höckert; davanti a Zamperini conclusero tra gli altri lo stesso giapponese Murakoso e l'italiano Umberto Cerati tra i favoriti avendo vinto la prima batteria.
Zamperini ha poi legato alcuni aneddoti della sua esperienza olimpica, tra cui quello riguardante il viaggio in nave verso l'Europa: "Ero un ragazzino depresso. Tutto il cibo era libero. Non ho avuto solo un rotolo di dolce, ma circa sette ogni mattina, con uova e pancetta. I miei occhi erano come piattini". Alla fine del viaggio Zamperini, come la maggior parte degli atleti presenti sulla nave, aveva infatti guadagnato un bel po' di peso, per la precisione 5 kg. Un aumento di peso ad ogni modo utile per la sua salute, avendo perso in precedenza 7 kg durante gli allenamenti per i Trials olimpici nella calura estiva di New York.
Nel 1940, svanito il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo a causa del secondo conflitto mondiale, fu arruolato come bombardiere nell'aviazione. Nel 1942 in un incidente aereo precipitò nell'Oceano Pacifico col suo B-24, resistendo per ben 47 giorni all'inclemenza del tempo, alla furia delle acque e ai proiettili giapponesi, cibandosi di solo pesce crudo assieme ad altri due commilitoni, di cui uno che non sopravvisse.
Dopo 47 giorni fu catturato dalla marina giapponese e deportato in una prigione militare comandata dal feroce sergente Watanabe che lo sottopose a numerose umiliazioni personali, forse ispirato dalla rivalità che Zamperini ebbe con Kohei Murakoso [in occasione dei Giochi olimpici di Berlino].
Zamperini, eroe di guerra, sopravvisse ad ogni tipo di tortura, per far poi ritorno in patria al termine del conflitto. Tornò successivamente a Tokyo, all'età di 80 anni, portando per un tratto la torcia olimpica in occasione dei Giochi olimpici invernali di Nagano 1998.
Morto nel 2014, è stato ricordato dapprima in un libro da Laura Hillenbrand e successivamente da Angelina Jolie, nelle vesti di regista, nell'omonimo film Unbroken.