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24 novembre 2021 3 24 /11 /novembre /2021 09:30
Gianfranco Gozzi (foto tratta da podisti.net)

Ci ha lasciato ieri un grande amico e un gigante buono (tanto che i più intimi, inclusa la moglie Alberta, lo chiamavano l'"omone"): é Gianfranco Gozzi, grande sportivo, runner "lento" e impareggiabile organizzatore di eventi sportivi con l'Atletica Calderara e di eventi di maratona e trail.
Chi potrà mai dimenticare, ad esempio, la "mitica" Maratona di San Silvestro, da lui da sempre curata come un piccolo gioiello?
Sotto questo profilo, Gianfranco è stato un grandissimo aggregatore tra podisti amatori e camminatori, con la passione per le "lunghe" (maratone e ultramaratone).
A lui si devono eventi organizzati in periodi dell'anno, "liberi" da altre maratone e ottimi per gli accumulatori seriali di maratone.
Inoltre Gianfranco, lui stesso nelle sue più tarde partecipazioni podista lento e meditativo, ha sempre sostenuto le ragioni dei podisti lenti (quelli che i runner competitivi chiamano con malgarbo i "tapascioni"), sostenendo a spada tratta che le maratone dovessero avere tempi massimi di percorrenza sufficientemente ampi, tali da evitare che i più lenti finissero fuori classifica, ma ha anche sempre affermato con vigore che gli organizzatori di maratone ed ultra dovessero sentire l'obbligo morale di aspettare al traguardo tutti gli atleti in gara, evitando quelle scene disdicevoli di zone arrivi smantellate prima del tempo, di posti di ristoro esauriti per i ritardatari, come anche dell'assenza totale di ristoro finale per gli ultimi a tagliare il traguardo.
Le maratone e gare trail da lui organizzate sono sempre risultate una festa per tutti, in primo luogo, e - sotto questo profilo - si può senz'altro affermare che Gianfranco sia stato un faro e un punto di riferimento per tutti coloro che, praticando maratone ed ultra-distanze, si riconoscevano nella denominazione tribale di "popolo delle lunghe".
Diede un contributo fondamentale, assieme ad altri, al varo del "Club dei super-maratoneti italiani" (che poi ebbe successive trasformazioni), di cui fino al 2014 fu Presidente e consigliere. Anche in questo fu un grande, poiché, in tutte queste iniziative, egli era fondamentalmente animato da un forte spirito di servizio e forse da alcune sue decisioni furono dovuto al fatto di vedere tradite da parte di alcuni quelle idealità per cui egli si era sempre prodigato .

Aggiungerò qui che Gianfranco, assieme ad altri della Atletica Calderara e della Podistica Lippo Calderara, curava sin da quando le nostre strade si incrociarono, la pubblicazione periodica di un giornalino che conteneva i resoconti della partecipazione a gare di vario genere; su queste pagine, egli ospitava spesso e volentieri gli scritti di podisti amatori che avevano partecipato a maratone e ultramaratone. Gianfranco gradiva anche che gli articoli contenessero delle note critiche in merito alla qualità dell'organizzazione dei singoli eventi, in modo tale da stimolare quegli organizzatori a fare meglio e di più, soprattutto per la tutela e il benessere dei podisti più lenti.
Ai primordi delle mie scritture giornalistiche, fu proprio Gianfranco ad incoraggiarmi a mandargli i miei primi resoconti di maratone ed ultra a cui avevo partecipato per una pubblicazione sul giornalino della sua società.
E quello fu per me uno stimolo fondamentale e prezioso.

Negli ultimi anni, con Gianfranco non ci siamo più incrociati, anche perché io per motivi diversi ho smesso di frequentare - anche da fotografo - gli eventi sportivi podisti, fuori dalla Sicilia.
Rivolgo alla simpaticissima Alberta, moglie di Gianfranco e sua compagna fedele in tutte le avventure organizzative, e alla famiglia tutta, le mie più sentite condoglianze.

Gianfranco Gozzi ci mancherai!
Il mondo del podismo amatoriale sulle lunghe distanze non sarà più lo stesso senza di te.

 

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29 settembre 2017 5 29 /09 /settembre /2017 16:04

(MC) Ieri, 28 settembre 2017, è stata strappata brutalmente all'affetto dei suoi cari Alessandra Casiraghi, sorella dell'ultrarunner Monica Casiraghi, ma anche lei sportivissima con la passione dell'alpinismo d'alta quota, una passione che l'aveva portata in oltre 25 anni di attività a scalare tutte le cime alpine oltre i 4000 metri (ben 82), impresa completata nel 2016 che  l'ha collocata quarta donna italiana e sesta nel mondo a potersi fregiare di un simile titolo.
E' stata travolta da un TIR mentre andava in bici.
Accanto al dolore per la perdita di una persona tanto eccezionale, quanto schiva e poco roboante nelle sue imprese, si aggiunge lo sconcerto e lo sdegno di vedere ancora una volta una vita strappata all'affetto dei propri cari da un dvento così inaccettabile che evidenzia ancora una volta la precarietà in cui coloro che usano la bici, per passione o per sport sono costretti a muoversi, sempre sotto la spada di Damocle della distrazione o della noncuranza dei guidatori dei mezzi motorizzati, ma anche a causa della mancanza di un sistema organico di piste ciclabili, urbane ed extraurbane, come si possono trovare nella maggior parte dei paesi europei "civilizzati", di quelli cioè che si preoccupano di fornire ai propri cittadini una serie di infrastrutture non solo per lo sport e il tempo libero, ma anche per la mobilità sostenibile, espressione che dai nostri governanti è solo utilizzata come slogan vuoto e che, solo raramente, dà adito a effettivi provvedimenti organici e di ampio respiro.
A Monica Casiraghi e ai familiari tutti le nostre più sentite condoglianze, ma anche quelle di tutti gli sportivi che seguono questo Magazine.

Alessandra Casiraghi

(commento postato su FB da Fiorella Fretta) Sono davvero troppi i ciclisti che perdono la vita travolti da un'auto o da un camion, come è accaduto ieri all'amica Alessandra Casiraghi.
Alpinista per passione, sorella della cara Monica Casiraghi, l'ultrarunner pluripremiata con titoli italiani e mondiali.
Alessandra aveva raggiunto un traguardo importante: aveva scalato tutte le cime oltre i 4000 metri, ben 82 in circa 25 anni di attività, quarta donna italiana e sesta al mondo nel compiere l'impresa. Conosco Monica e solo recentemente, attraverso Facebook , ho avuto il privilegio di diventare anche amica di Alessandra.
Un'amicizia che purtroppo non si concretizzerà mai in una conoscenza diretta, perché questa donna schiva, appassionata di uno sport che l'avvicinava al cielo, ha perso la vita travolta, mentre andava in bici, da un camion.
La notizia mi ha colpita profondamente perché, anche se virtualmente, mi ero già affezionata a questa donna forte e discreta.
Mi colpisce anche l'aumento esponenziale del numero dei ciclisti travolti da camion e auto.
Se pure in certi casi gli incidenti sono da imputare a disattenzione del ciclista sono convinta che i mezzi a motore dovrebbero porre molta più attenzione nella guida.
Questi mortali incidenti strappano vite innocenti ai propri cari, ma credo che possano lasciare anche strascichi di rimorso per tutta la vita in chi li ha provocati.

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20 ottobre 2016 4 20 /10 /ottobre /2016 08:42
(Enzo Cordovana, in una foto di Maurizio Crispi)

(Enzo Cordovana, in una foto di Maurizio Crispi)

Se ne è andato dopo lunga malattia il mio caro amico Enzo Cordovana, anche lui medico psichiatra, ma soprattutto amico di corsa e di avventure podistiche. E' con costernazione e dolore che ho appreso della sua dipartita dalla famiglia, in modo assolutamente inatteso.
Da lasciarmi quasiincredulo, tant'è che nel corso della notte ho fatto un sogno (che ho ricordato al suo riveglio) in cui dovevo andare al suo funerale, ma dopo varie vicissitudine di ricerca del luogo, qualcuno mi diceva che no, non era di Enzo il funerale a cui cercavo di arrivare in tempo, ma di un altro collega psichiatra, mai visto né conosciuto peraltro. E questa conclusione mi ha lasciato al risveglio rasserenato, ringraziando per aver fatto un brutto sogno che aveva però un lieto fine, cioè l'annullamento della morte di un caro amico e sodale.
Ma poi la realtà mi ha colpito di nuovo duro e una valanga di ricordi mi ha sommerso, come succede quando se ne va all'improvviso una persona cara.
Fu la 100 km del Passatore a farci incontrare.
Quando io avevo al mio attivo una o forse due partecipazioni a questa gara che molti considerano la "regina" delle 100 km su strada, lui mi contattò (malgrado la professione comune che ci univa non avevamo mai avuto occasione di incontrarci prima) per chiedermi consigli in merito al suo nascente progetto di partecipare ad una 100 km.
Enzo era fatto così. Quando si appassionava di una cosa, prima ancora della cosa in sé, per lui c'era l'idea e da quell'idea sorgeva la passione per un progetto, nel quale poi si tuffava dentro per una full immersion.
Negli anni in cui ci siamo frequentati è stato così quando all'improvviso, senza avere mai avuto esperienze da centauro,  si appassionò dell'idea di andare in moto o, successivamente, quando ha iniziato a coltivare il progetto di andare in canoa.
Enzo, per questo motivo, anche se sempre connesso con la realtà e con le sue esigenze (e soprattutto con il mondo dei suoi affetti familiari), era dentro di sé un sognatore e un sognatore ha sempre di bisogno di nuovi sogni da alimentare.

E, quindi, un giorno mi telefonò per chiedermi consigli su di una cosa di cui non sapeva ancora nulla, ma di cui aveva sentito parlare quel tanto che gli era servito per appassionarsene.
E da qui nacque il nostro rapporto di amicizia, di condivisione e di avventura.
Iniziammo anche a fare allenamenti di lunga durata in cui mescolavamo la camminata con la corsa, stabilendo delle mete da raggiungere, come la volta che percorremmo l'intera distanza da casa sua sul litorale di Ficarazzi a Cefalù, per fare poi ritorno in treno.
E poi, nel corso degli anni ci furono tutti i viaggi per partecipare alla 100 km del Passatore, di cui lui, finisher sin dalla sua prima partecipazione, era diventato un cultore appassionato.
Da cosa nacque cosa e, quindi, ci furono le partecipazioni ad altre tipologie di ultramaratone, le 6 ore, le 24 ore su strada e in pista, forse anche qualche 12 ore. Partecipammo assieme anche a qualche maratona (delle quali ricordo sicuramente una Maratona a Roma - cui lui mi trascinò quasi in modo terapeutico mentre ero al culmine di un momento esistenziale difficile - e sicuramente una a Palermo). E le nostre furono spesso transferte incredibile fatte di solito sul filo del rasoio del tempo che - sempre tiranno - richiedeva un ritorno immediato appena finita la gara. Solevo dirgli che finita l'ultramaratona cui eravamo andati a partecipare scattava immediatamente lo start per una seconda gara che era appunto il viaggio di ritorno, fatto di coincidenze di treni e di aeroplani che non ci avrebbero atteso se fossimo arrivati oltre il tempo massimo.
Durante i nostri lunghi allenamenti, ma anche durante le gare, parlavamo e parlavamo, i racconti di esperienze vissute dall'una e dall'altra parte si facevano fitti. Si parlava di tutto, di cose serie e di cose buffe, di esperienze lavorative, ma soprattutto si faceva galoppare la fantasia in sfrenate incursioni nel surreale.
E tutto quello che abbiamo fatto assieme ebbe sempre il sapore della scoperta e dell'avventura.
Conversare con Enzo era divertente e lieve, perchè lui aveva un forte senso dell'ironia e, quindi, sovente, le nostre chiaccherate subivano degli imprevisti deragliamenti verso direzioni esilaranti, governati dalla libera associazione di idee e dal gusto per il calembour. Tant'é che nel corso del tempo decidemmo di dar vita ad un blog comune che accogliesse alcune di queste "chicche": e il blog fu intitolato Multiversi. Conversazioni polifoniche.
Nell'ambito podistico con Enzo fummo cultori della lentezza e della corsa rilassata, in un certo senso filosofica e la nostra tipologia di conversazione - prima, in corso e durante - sostanziava proprio questo concetto. Per esempio, fu Enzo a fare sua l'idea del "passo balsamico" di cui sempre bisognava andare alla ricerca per affrontare le lunghe distanze. Ciò che contava era "finire" e arrivare alla fine. E su questo punto Enzo che da allievo era divenuto maestro mi diede delle lezioni, quando la mia fermezza nel puntare al traguardo finale senza incertezze ed esistazioni vacillava.
In più, Enzo sosteneva in modo acerrimo la filosofia che, nella corsa sulla lunghissima distanza (che, in definitiva, è metafora della vita stessa) non si può mai essere pronti e che, dunque, proprio per questo motivo, in un rovesciamento paradossale, si è sempre pronti (di cui scrissi qualcosa in un mio post).
Poi, dopo anni di grande intensità - erano divenuti degli appuntamenti obbligati certe trasferte podistiche che scandivano ogni anno - con il sorgere di una nuova passione che per lui fu la pratica della canoa da diporto le cui fasi iniziali io - da ex canoista - mi ritrovai a seguire, accompagnandolo perfino dalla parti di Catania a ritirare la sua nuova canoa fiammante e odorosa di vetroresina, i nostri contatti si diradarono e poi decaddero del tutto.
Non so ancora spiegarmi il perché di ciò, e rimarrò sempre con questo interrogativo, specie ora che lui non cìè più: forse semplicemente si era concluso un ciclo della nostra vita o forse ... non saprei.
Semplicemente, abbiamo smesso di comunicare e di contattarci, come due fratelli che - dopo aver condiviso una parte importante della vita - improvvisamente smettono di parlarsi e non sanno nemmeno loro perchè, per poi - a distanza di anni - sedersi assieme su una panchina in una notte luminosa  e tersa e riprendere a parlarsi, guardando le stelle e la luna.
Enzo, amico mio, mi dispiace davvero tanto che tu adesso non ci sia più e che quel momento di comunione non possa più tornare.
Dove sei tu adesso potrai correre buone corse a fare delle splendide canoate.
Caro amico,  ti 
ricorderò sempre per la tua generosità e per la tua capacità di essere solidale e rimarrò con il rimpianto di non avere potuto condividere nulla con te in questi ultimi anni.

Io che, lupo solitario della corsa, trovai in te un amico grande, un amico dal cuore grande, capace di ascoltare e di essere confidente e depositario dei miei racconti.
Ciao Enzo! Alla moglie Erminia, ai figli Isadora e Lorenzo porgo le mie più sentite condoglianze.

 

Aggiungo qui questo piccolo video, che mi è stato inoltrato da Massimo Scordato, per ricordare che ol compianto Enzo aveva anche - tra le sue multiformi passioni - quella della vela

Il documento allegato é un file audio nel quale é registrata una conversazione_intervista tra me ed Enzo - molto divertente - alla 1^ edizione della 24 ore del Sole (a Trapani, se non vado errato ai primi di dicembre del 2005), conversazione avvenuta esattamente al passaggio tra la 19^ e la 20^ ora di gara, quindi all'alba del nuovo giorno. Molto divertente. Enzo vi appare - come sempre - molto ironico, capace di cogliere i lati divertenti delle cose. Questo era uno dei motivi per cui quando andavamo a fare le gare assieme in transferta ci divertivamo tanto - io mi divertivo sicuramente, perchè nei momenti migliori si verificava un turbine di lanci e rilanci per mezzo dei quali ricamavamo su di tema che si presentava a volta casualmente alla nostra attenzione. E Enzo, in questo, era una sponda preziosa. Naturalmente, facevamo anche delle conversazioni serie, di tanto in tanto, ma la cosa bella era potere ritrovare questa sensazione di leggerezza (che traspare appunto dalla nostra conversazione-intervista).

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26 aprile 2016 2 26 /04 /aprile /2016 18:00
Virgin Money London Marathon 2016. La Maratona di Londra funestata dalla morte improvvisa di un atleta

Come nell'edizione 2014 anche la Virgin Money Marathon 2016, che si è disputata lo scorso 25 aprile, è stata funestata dalla morte improvvisa di un atleta. In maratona si continua a morire: sono frequenti le segnalazioni di eventi mortali: e solo in alcuni casi il peggio è stato evitato grazie al volenteroso intervento di altri runner esperti nelle tecniche di supporto delle funzioni vitali. Ma contrariamente all'opinione comune non è la maratona in sè e lo sforzo fuori dall'ordinario per portarla a termine a causare queste morti. Come è stato più volte rilevato in queste pagine si tratta di eventi determinati da patologie latenti che è impossibile diagnosticare anche le batterie di test che in Italia vengono richiesti per il rilascio del Certificato di idoneità alle attività sportive agonistiche e a fatti malformativi congeniti (anche questi di impossibile diagnosi precoce) come è il caso dell'improvvisa rottura di un aneurisma.
Un momento della Virgin Money London Marathon 2016C'è da chiedersi perché non si segnalino praticamente mai casi di morti improvvise durante le ultramaratone che, quanto ad impegno fisico, sono ben più severe. E' un fatto statistico: gli eventi di ultramaratona raccolgono poche centinaia di partecipanti, mentre le maratone in cui si verificano gli incidenti letali sono caratterizzate dalla presenza di diverse decine di migliaia di partecipanti: piccole città in movimento nelle quali, staticamente parlando, nell'arco di alcune ore possono verificarsi delle morti.
Questa volta la campana è suonata per il britannico David Seath di 31 anni, originario di Cowdenbeath in Fife e ufficiale in serivizio nell'esercito che ha avuto un collasso attorno al 23° miglio (attorno al 38° km). Immediatamente soccorso, è spirato in ospedale.
La corsa di David Seath era legata alla raccolta fondi a favore dell'organizzazione caritatevole "Help for Heroes" che si occupa dell'assistenza e del supporto ai veterani di guerra britannici.
Di seguito il comunicato ufficiale rilasciato dall'Ufficio stampa della Virgin Money London Marathon.

With deep sadness, we confirm the death of a participant in the 2016 Virgin Money London Marathon.

David Seath, aged 31, from Cowdenbeath in Fife and a serving officer in the British Army, collapsed at the 23 mile mark and, although he received immediate medical treatment, he died later in hospital.

David’s parents Libby and Pete, his brother Gary, his girlfriend Gabby Judd, and his aunt Morag paid tribute to David and welcomed donations in David’s memory to his Help for Heroes fundraising page here.

Libby Seath said: “David has achieved more in 31 years than most people do in 70. He lived his life on the edge and to the full. He was running to raise money for Help the Heroes, a cause which was very important to him

David SeathLieutenant Colonel Jon Cresswell, Commanding Officer of 29th Commando Regiment Royal Artillery, paid tribute. He said:

The Regiment was devastated to learn of the tragic loss of Captain Dave Seath during 2016’s London Marathon. Dave was an outstanding commando officer, a natural leader and a true gentleman. He was my Assistant Adjutant and so I knew him very well. He served on operations in Helmand with 19th Regiment Royal Artillery before joining the Commando Gunners and earning his green beret.

Witty, charming and polished, Dave was a fabulous host and stylish performer. As such he was the obvious choice to lead the Blue Peter Ten Tors team last year. Selected to train the future officers of the Afghan National Army later this year in the rank of major, Dave had a great career ahead of him. The thoughts of the Regiment are with Gabby and Dave’s family and friends at this tragic time. We have lost one of the great characters of our Regiment and take strength from the memory of his example and leadership”.

Everyone involved in the organisation of the London Marathon would like to express sincere condolences to David’s family and friends.

No further details will be released and the family has asked for privacy.

The exact cause of death will be established by later medical examination.

 

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24 febbraio 2016 3 24 /02 /febbraio /2016 16:01
Il mondo del Taekwondo e dello Sport piange la scomparsa di Cristiana Orsi
Il mondo del Taekwondo e dello Sport piange la scomparsa di Cristiana Orsi
Il mondo del Taekwondo e dello Sport piange la scomparsa di Cristiana Orsi
Il mondo del Taekwondo e dello Sport piange la scomparsa di Cristiana Orsi
Il mondo del Taekwondo e dello Sport piange la scomparsa di Cristiana Orsi
Il mondo del Taekwondo e dello Sport piange la scomparsa di Cristiana Orsi

Il mondo del Taekwondo piange la scomparsa di Cristiana Corsi deceduta il 22 febbraio 2016 all'età di 39 anni, dopo una lunga malattia.
L'atleta romana aveva partecipato ai Giochi Olimpici di Sydney 2000 e Atene 2004.
Cristiana Corsi aveva iniziato relativamente tardi con il taekwondo, verso i 15 anni, dopo aver provato altre arti marziali, allenandosi nella palestra Lyceum non lontano da casa, nel quartiere Africano. In carriera ha vinto diverse volte il campionato italiano, l’ultima nel 2011 prima di ritirarsi.
Ha vinto anche una medaglia d’argento all’Universiade di Daegu (Sud Corea) nel 2003, l’oro europeo nel 2002 a Samsun (Turchia), e il bronzo nel 2004 e nel 2008 a Lillehammer (Norvegia) e Roma. Dopo l’ultimo tricolore l’atleta romana era diventata tecnico federale della Nazionale cadetti.
La Corsi lascia un marito e un bimbo di soli 5 anni.

Ci sono persone Speciali, persone che hanno la capacità di trasmettere agli altri forza e ottimismo - ha scritto Angelo Cito, Segretario generale della Federazione italiana -. Cristiana era una di queste persone, sempre disponibile ad aiutare gli altri; se avesse un difetto? Certo che lo aveva! Arrivava tardi agli appuntamenti e questo la rendeva speciale perché se pur in ritardo, alla fine arrivava prima! Come ci riuscisse questo è un segreto che solo lei conosceva, perché lei era lei. L’impegno che metteva con i ragazzi della Nazionale era sempre il massimo, sia che si trattasse di fare un allenamento o di preparare un’Olimpiade. Non si risparmiava mai, quando c’era un problema la soluzione spesso era... Cristiana! “Chiamate Cristiana e il problema è risolto!” Non sarà nulla come prima perché nessuno potrà sostituirla, lei era lei una grande. Ciao Cristiana!

La Federazione italiana Taekwondo (FITA) l'ha ricordata così su Facebook: «Ciao Cristiana, grazie per tutto quello che ci hai regalato, per la tua forza d'animo, la tua grinta, i tuoi sorrisi immensi. Una grandissima atleta e una ancor più grande donna. Non ti dimenticheremo mai. La Federazione Italiana Taekwondo si stringe al dolore di Claudio, Francesco e dei familiari».

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16 dicembre 2015 3 16 /12 /dicembre /2015 11:17
Ci ha lasciato Andrea Bifulco, fondista e maratoneta di grande valore
Ci ha lasciato Andrea Bifulco, fondista e maratoneta di grande valore

(podisti.net - 13 dicembre 2015) Aveva 41 anni e il cancro se l’è portato via. Andrea Bifulco, atleta genovese nato il 31 agosto 1974, aveva vestito, tra gli altri, i colori del CUS Genova, della Frecce Zena, della Città di Genova, della Corradini Rubiera e del Cambiaso Risso Running Team, sua ultima società.
Dopo una prima parte di carriera incentrata sulla pista, era diventato un fondista e un maratoneta. Svolgeva anche, negli ultimi anni, il ruolo di personal trainer (e a questo scopo aveva creato un suo sito web).
Tra i suoi innumerevoli successi spiccano, citando solamente i principali, il titolo italiano universitario sui 5.000 metri a Formia nel 1998 e a Bari nel 1999; la Mezza Maratona di Novi Ligure nel 2006; la Maratona di Bologna nel 2007; il titolo italiano a squadre di Mezza Maratona a Ravenna nel 2010; la Maratona del Brembo a Bergamo nel 2010; il titolo italiano a squadre di Maratona a Parma nel 2011; il titolo italiano a squadre Master ad Ugento nel 2011; il titolo italiano a squadre Master a Brescia nel 2012; il titolo italiano a squadre Master ad Ostuni nel 2013.
Andrea nella sua carriera ha segnato personali di altissimo livello: 3’56” sui 1.500 metri (nel 2001), 8’09” sui 3.000 (1999), 14’19” sui 5.000 (2001), 30’06” sui 10.000 (1999), 1h08’04” sulla Mezza (2006), 2h25’26” sulla Maratona (2006).

 

Puoi visitare il sito web di Andrea Bifulco

Ultramaratone, Maratone e Dintorni indirizza ai suoi famigliari e alle persone a lui più care le più sentite condoglianze.

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2 novembre 2015 1 02 /11 /novembre /2015 15:48

Si è spento sabato 31 ottobre 2015, all'età di 88 anni, Pietro Scevaroli, dopo una lunga vita laboriosa, padre e marito affettuoso e straordinario.
Ne dà il triste annuncio il figlio, Stefano Scevaroli, segretario generale della IUTA (Italian Ultrarunning Trail Association).
Ultramaratone Maratone DIntorni, assieme ai simpatizzanti e ai praticanti delle discipline dell'Ultramaratona italiana, porge a lui e a tutti i suoi familiari, le più sentite condoglianze.

Le esequie si terranno martedì 3 novembre alle 9,30 presso la Chiesa Parrocchiale di Poiano di Valpantena.
La salma verrà  successivamente tumulata nella tomba di famiglia (a circa 40 km di distanza da Poiano).

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23 ottobre 2015 5 23 /10 /ottobre /2015 05:08

Se ne è andato Fabrizio Cosi, calabrese di nascita e milanese di adozione, fondatore e anima dei ‘Podisti da Marte’, una nota associazione trasversale di runner, nata a Milano ma capace di raccogliere adepti anche in altre città italiane. 

Fabrizio Cosi, assieme al nucleo di fondatori di Podisti da Marte aveva ideato un modo per fars sì che centinaia di runner, al di fuori delle gare codificate invadessero pacificamente le strade e le piazze di Milano e che, in un certo senso, come i ciclisti che seguono la filosofia di "Critcal mass" se ne appropriassero, ridimensionando di conseguenza - per un semplice effetto "massa" il traffico automobilistico e l'impero del trasporto su gomma nelle città.
E questo "verbo", insieme nission e vision, i "podisti da Marte" hanno cercato di trasmetterlo non solo con le loro "scorribbande marziane" ma anche partecipando anche alle gare canoniche e arrivando al traguardo con lo striscione che enunciava la loro presenza.

A Fabrizio Cosi - e ai suoi soci - si deve anche la meritoria di un Centro culturale polivalente nella sua Milano che presto è diventato punto di riferimento di molteplici iniziative socio-culturali e volano propulsore di tanti e molteplici progetti di solidarietà

Cosi lo ha voluto ricordare Chiara Bisconti, assessore allo Sport del Comune di Milano, tra le prime a dare la notizia:

Fabrizio – scrive la Bisconti – in questi anni ha collaborato con noi su tanti progetti diversi, ci ha contagiato con la sua passione, la sua allegria, la sua generosità, la sua ironia. Con i ‘Podisti da Marte’ ha saputo interpretare al meglio quella che per noi è la vera passione dello sport, del correre insieme, dello stare bene con gli altri.
Le sue ‘missioni’, sempre dedicate a giuste cause contro ogni discriminazione, contro il razzismo, per aiutare i bambini in difficoltà, hanno colorato decine di strade e di piazze
“.

Portava la corsa ovunque, in ogni luogo – prosegue – e portava la sua grande voglia di vivere e ci contagiava tutti. È stato per noi un esempio, un precursore. Innamorato di Milano come pochi altri sapeva renderla più bella. Per noi, per tutto il mondo dello sport milanese, questo è un giorno molto triste. Lo porteremo sempre con noi, correremo sempre con il suo sorriso e la sua voglia di darsi agli altri. Il nostro pensiero e la nostra vicinanza va ai suoi familiari e a tutti coloro che gli volevano bene. Penso che Milano vedrà presto tante persone correre ancora una volta vicino a lui, con un sorriso, come avrebbe voluto”.

fonte: milanotoday

L'Asscociazione “Podisti da Marte” ha voluto ricordare Fabrizio Cosi con questo tweet: C’è solo un Capitano e adesso non c’è più. Lo ricorderemo correndo e continuando il suo lavoro.#ciaofabrizio.

Tanti anche gli attestati di stima che giungono in queste ore a mezzo social, dove Podisti da Marte aveva una sua pagina, forum di incontro per i tantissimi affiliati.

Ultramaratone Maratone e Dintorni (il cui Direttore responsabile ha conosciuto personalmente Fabrizio Cosi in occasione di una conferneza stampa, ospitata appunto nel Centro culturale da lui creato) lo ricorda per la sua arguzia e per la sua presenza discreta, ma sempre viva e attenta, con la capacità di mettere assieme lo sport con molte altre istanze culturali e sociali e si unisce al cordoglio manifestato dal mondo del podismo amatoriale, porgendo ai suoi familiari le più sentite cordoglianze

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2 agosto 2015 7 02 /08 /agosto /2015 05:26
Non ce l'ha fatta Roberto Baratta

L'atleta siciliano Roberto Baratta è morto; qualche giorno addietro l’atleta era stato travolto da un pirata della strada, mentre andava in bicicletta nei pressi della Consolare di Giardini Naxos.
Le sue condizioni erano apparse subito difficili, la sua vita appesa ad un filo di speranza.
Roberto 47 anni era uno sportivo a 360 °; triatleta, conosciutissimo nel mondo sportivo siciliano e molto amato per la sua cordialità e allegria, nel mese di giugno aveva preso parte alla Supermaratona dell’Etna, chiudendo alla grande la “temibile” 0-3000.
Lo scorso 25 luglio avrebbe correre l’Etna Trail di Linguaglossa, ma una settimana prima, il 18 luglio,  si è verificato il fatale incidente.
Roberto, veniva travolto da un’auto guidata da un 41enne di Francavilla di Sicilia, poco dopo tratto in arresto dai carabinieri. 

Roberto ha lottato, dal suo letto del Policlinico di Messina con tutte le sue forze,mettendo in campo tutte le risorse del suo fisico di atleta, della sua voglia di farcela, ma purtroppo il miracolo che tutti si attendevano, non è arrivato.

La sua scomparsa ha lasciato sgomenti i suoi familiari (lascia la moglie e due figli), parenti, amici e sportivi tutti.
A tutti i suoi familiari le più sentite condoglianze da Ultramaratone Maratone Dintorni.

 

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1 agosto 2015 6 01 /08 /agosto /2015 23:18

Il 1° agosto 2015 ha segnato una tragedia nel mondo del ciclismo.
Chiara Pierobon, 22 anni, di Santa Maria di Sala è morta all’ospedale di Ingolstadt dove era stata ricoverata dopo un malore che l'aveva colpita mentre era in viaggio per partecipare ad alla 7^ prova di Coppa del Mondo.

Chiara ha ricevuto un soccorso immediato da parte del pronto intervento tedesco, ma non c’è stato nulla da fare. 

Nel comunicato della Società ciclistica Fassa Bortolo, si fa riferimento a una possibile embolia polmonare come causa del decesso.

Nata il 21 gennaio 1993 a Mirano (Venezia), Pierobon si era messa in luce vincendo il Campionato Italiano su strada nel 2006, i titoli italiani della corsa a punti e della velocità nel 2007. Nella scorsa stagione era stata convocata dal Ct Edoardo Salvoldi nella nazionale per i Mondiali di Ponferrada. Sabato prossimo avrebbe dovuto partecipare con la maglia azzurra alla prova in linea del Campionato Europeo a Tartu, in Estonia. Il presidente Renato Di Rocco ha espresso la sua vicinanza ai familiari e alla Top Girls Fassa Bortolo.

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

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Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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Articoli pubblicati 4259


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