Ci ha lasciato ieri un grande amico e un gigante buono (tanto che i più intimi, inclusa la moglie Alberta, lo chiamavano l'"omone"): é Gianfranco Gozzi, grande sportivo, runner "lento" e impareggiabile organizzatore di eventi sportivi con l'Atletica Calderara e di eventi di maratona e trail.
Chi potrà mai dimenticare, ad esempio, la "mitica" Maratona di San Silvestro, da lui da sempre curata come un piccolo gioiello?
Sotto questo profilo, Gianfranco è stato un grandissimo aggregatore tra podisti amatori e camminatori, con la passione per le "lunghe" (maratone e ultramaratone).
A lui si devono eventi organizzati in periodi dell'anno, "liberi" da altre maratone e ottimi per gli accumulatori seriali di maratone.
Inoltre Gianfranco, lui stesso nelle sue più tarde partecipazioni podista lento e meditativo, ha sempre sostenuto le ragioni dei podisti lenti (quelli che i runner competitivi chiamano con malgarbo i "tapascioni"), sostenendo a spada tratta che le maratone dovessero avere tempi massimi di percorrenza sufficientemente ampi, tali da evitare che i più lenti finissero fuori classifica, ma ha anche sempre affermato con vigore che gli organizzatori di maratone ed ultra dovessero sentire l'obbligo morale di aspettare al traguardo tutti gli atleti in gara, evitando quelle scene disdicevoli di zone arrivi smantellate prima del tempo, di posti di ristoro esauriti per i ritardatari, come anche dell'assenza totale di ristoro finale per gli ultimi a tagliare il traguardo.
Le maratone e gare trail da lui organizzate sono sempre risultate una festa per tutti, in primo luogo, e - sotto questo profilo - si può senz'altro affermare che Gianfranco sia stato un faro e un punto di riferimento per tutti coloro che, praticando maratone ed ultra-distanze, si riconoscevano nella denominazione tribale di "popolo delle lunghe".
Diede un contributo fondamentale, assieme ad altri, al varo del "Club dei super-maratoneti italiani" (che poi ebbe successive trasformazioni), di cui fino al 2014 fu Presidente e consigliere. Anche in questo fu un grande, poiché, in tutte queste iniziative, egli era fondamentalmente animato da un forte spirito di servizio e forse da alcune sue decisioni furono dovuto al fatto di vedere tradite da parte di alcuni quelle idealità per cui egli si era sempre prodigato .
Aggiungerò qui che Gianfranco, assieme ad altri della Atletica Calderara e della Podistica Lippo Calderara, curava sin da quando le nostre strade si incrociarono, la pubblicazione periodica di un giornalino che conteneva i resoconti della partecipazione a gare di vario genere; su queste pagine, egli ospitava spesso e volentieri gli scritti di podisti amatori che avevano partecipato a maratone e ultramaratone. Gianfranco gradiva anche che gli articoli contenessero delle note critiche in merito alla qualità dell'organizzazione dei singoli eventi, in modo tale da stimolare quegli organizzatori a fare meglio e di più, soprattutto per la tutela e il benessere dei podisti più lenti.
Ai primordi delle mie scritture giornalistiche, fu proprio Gianfranco ad incoraggiarmi a mandargli i miei primi resoconti di maratone ed ultra a cui avevo partecipato per una pubblicazione sul giornalino della sua società.
E quello fu per me uno stimolo fondamentale e prezioso.
Negli ultimi anni, con Gianfranco non ci siamo più incrociati, anche perché io per motivi diversi ho smesso di frequentare - anche da fotografo - gli eventi sportivi podisti, fuori dalla Sicilia.
Rivolgo alla simpaticissima Alberta, moglie di Gianfranco e sua compagna fedele in tutte le avventure organizzative, e alla famiglia tutta, le mie più sentite condoglianze.
Gianfranco Gozzi ci mancherai!
Il mondo del podismo amatoriale sulle lunghe distanze non sarà più lo stesso senza di te.
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