Anche se con un po' di ritardo rispetto al previsto, lancio questa miscellanea di impressioni, trascritte a caldo, man mano che andavo mettendo in ordine le foto realizzate in occasione dell'edizione 2012 dell'Ecotrail di Ficuzza.
Pubblico adesso quasi in dirittura di arrivo per l'edizione 2013, che si svolgerà domenica 23 dicembre, chiudendo l'edizione 2013 del Circuito Ecotrail Sicilia di cui è la 9^ prova - in una degna ed apprezzata cornice, ma - in ogni caso - si tratta di considerazioni sempre attuali.
(Maurizio Crispi). Primo movimento. Siamo al primo passaggio degli atleti all'unico posto di ristoro, collocato strategicamente in modo tale che sia all'intersezione di due successivi passaggi degli atleti, rispettivamente al 7° e al 16° km e poi lungo il sentiero (fanghiglioso) immediatamente dopo. Gioia ed allegria traspaiono dai volti dei trailer, incuranti del fango e dei primi graffi causati dai rovi, ma anche reduci da qualche caduta (almeno alcuni).
Nella testa della corsa si nota ancora Max Buccafusca delll'ASD Marathon Monreale, forte runner nelle gare su strada e alla sua prima esperienza trail che, nei chilometri successivi, sarà fortemente provato da una situazione di corsa troppo dissimile dalle esperienze su strada.
Infatti, nei chilometri successivi, con difficoltà più da trail, Buccafusca perderà moltissime posizioni (anche a causa di numerose cadute nei tratti in discesa).
Tra i primi a passare, si può notare anche il cane-mascotte (di padrone sconosciuto) che ha accompagnato gli atleti della testa della corsa sino al traguardo, tagliandolo addirittura in terza posizione...
A questo passaggio, Boumalik non ha ancora acquisito un netto vantaggio ed è passato quasi spalla a spalla con Giuseppe Cuttaia che si classificherà poi secondo, ma con un certo distacco.
Secondo movimento: siamo ora al 17° km della gara e, lasciando il tavolo dei ristori, mi sono immesrso nel bosco risalendo il pendio lungo il sentiero che i trailer di lì a poco percorreranno.
Il sentiero, dopo un breve ed ingannevole discesa, si inerpicava di nuovo nel bel mezzo del bosco, con alcuni tratti trasformati in una melma, stillante acqua e scivolosissima.
I tratti più scivolosi erano fiancheggiati da rovi che ti ghermivano le gambe e rendevano ancora più incerto il passo.
I piedi sprofondavano nel fango con liquidi risucchi...
Ma al passaggio erano tutti contenti: anche il fango fa parte del trail e bisogna accettarlo con lo stesso spirito con cui si contempla un bel paesaggio.
Dopo alcuni passaggi dei walktrailer, è arrivato Boumalik, vispo e gagliardo come sempre, per nulla provato dal fango e dalla salita. ma - incredibile - prima del suo arrivo è sfrecciato su per la salita il cagnolino nero che già si era visto al passaggio attorno al 7° km, ancora mischiato al gruppo di testa.
Qui, il cane nero aveva preso su Boumalik un vantaggio di circa 500 metri , ma - arrivato su di un dosso sopraelevato dal quale si godeva un magnifico paesaggio - ansimante, si è fermato ad aspettare.
Appena Boumalik è passato, il cane è ripartito a razzo appresso a lui.
Incredibile! Ma anche entusiasmante...
Tornando indietro al tavolo di ristoro, ho incrociato i trailer che continuavano a sfilare.
Il bosco era a tratti ombroso, ma percorso dal rombo fastidioso di moto da cross che, fortunatamente, prendevano altre direzioni, anche se una parte del fango era generata dal continuo macinamento della terra da parte delle ruote artigliate degli enduro in precedenti passaggi.
Vicino al tavolo di ristoro, c'era una piccola mandria di mucche al pascolo che aggiungevano alla scena una nota intensamente pastorale.
Terzo movimento. Dopo gli scatti di alcuni degli arrivi (non quelli dei primissimi, a parte le sequenze di uno pseudo-arrivo di Boumalik, vincitore della tappa), ho cominciato a seguire a ritroso l'ultima parte del percorso di gara, fotofagrando una buona parte degli atleti che ancora dovevano arrivare nell'ultima parte della loro fatica.
Già, nell'edizione dell'anno scorso avevo fotografato lungo questo sentiero: subito dopo un tratto di strada asfaltata e dopo aver passato un ponticello di assi di legno, ci si inoltra lungo un sentiero in lieve pendenza (ew nel giorno della gara reso scivoloso dalle pioggie precedenti e dall'umidità), molto bello e immerso in un bosco silenzioso, subito alle spalle della Reggia, in un tripudio di colori autunnali.
Poi, sono ritornato sui miei passi, sempre fotografando...
Anche nelle ultime centinaia di metri, il sorriso non ha mai abbandonato il volto della maggior parte dei podisti, anzi era ancora più intenso ed ampio, visto che, nell'aria, si poteva già sentire il "profumo" dell'arrivo...
Poi arriva il tempo degli ultimi e degli ultimi degli ultimi, dei podisti meno brillanti, di quelli che in corso di gara si sono voluti rilassare oppure di quelli meno preparati (compresi alcuni dei camminatori del Walktrail lungo). In questa fase a fare da protagonisti, ci sono i runner che si riposano, si rilassano o si riprendono dopo la fine della loro fatica, oppure che ciondolano qua e là e che cazzeggiano, mentre gli ultimi - sempre più diradati - continuano ad arrivare, ma tutti con la stessa dignità e la stessa gioiosità.
Qualcuno cade a terra preso da crampi dolorosi, ginocchia sbucciate e sanguinanti per impreviste cadute e ruzzoloni (e alcuni li ho visti proprio con i miei occhi mentre fotografavo lungo il sentiero), mani graffiate dai rovi e incrostante di fango marrone, le scarpe da trail ridotte ad un ammasso informe di fango rappreso.
Tutti, chi più chi meno portano addosso i segni del trail, eppure sono tutti gioiosi, cuorcontenti, perché hanno la consapevolezza di aver compiuto ancora una volta una bella imprersa.
Alcuni arrivano addobati da babbo Natale, come la nostra Elena Cifali.
C'è chi, malgrado le piccole ferite e la fatica che appesentisce i muscoli, fa le capriole, sprizzante di felicità per l'impresa appena compiuta.
Le piccole ferite, i dolori muscolari, i crampi si sanano presto e rimangono soltanto i bei ricordi di una giornata trascorsa intensamente con tanti amici con i quali si condivide una passione comune.
Alcuni chiacchierano, altri si ristorano.
Alcuni si strecciano o se ne stanno seduto o distesi sul bel prato verde, ggodendosi il bel sole caldo.
Si percepisce una bella atmosfera fatta di pacatezza e rilassatezza, cordialità e amichevolezza, cameratismo e convivialità.
Altri non contenti del fango che hanno beccato durante la corsa passano e ripassano distrattamente mettendo i piedi sulle grandi buse che poco prima hanno pascolato sul prato. Niente male: avranno buona sorte nell'anno che verrà!
Questo è anche il tempo delle foto di gruppo, in cui si sorride al fotografo o ci si mette una mano sulla spalla, è il tempo dei giochi con i bimbi che sono rimasti ad aspettare i papà e le mamme runner.
E' il tempo di consolare ed accudire la cagnetta che, eroicamente, ha corso per tutti i 23 km del trail e che, adesso, se ne stata buttata sul prato, praticamente appiattita al suolo, strermata, anzimante, senza più un briciolo di energia.
Qualcuno pensa bene di rifocillarle, portandole da bere e da mangiare, mentre lo speaker al microfono (Aldo Siragusa) narra le sue gesta.
Tutti le si fanno attorno: vogliono vezzeggiare la cagnetta che, senza né arte né parte è divenuta eroe per caso destinato ad entrare nella leggenda del trail siciliano.
In attesa delle premiazioni c'è anche il tempo di andare al bar a bere una bella tazza di the fumante o di cioccolata.
Fatto rimarchevole delle premiazioni: proprio davanti alla postazione prescelta c'era un'enorme cagata di mucca (come dicono su al Nord, una "busa") e quasi tutti, andando a ritirare il proprio premio o ritirandosi nelle fila degli astanti assiepati tutt'attorno, ci hanno messo uno o due piedi.
Sembrava quasi che lo facessero apposta: l'attrattiva della merda come equivalente simblico del denaro è formidabile...
Ogni volta l'evento suscitava grandi clamori da parte della folla...
Al punto che, quando arrivava un nuovo premiato, lo si incitava a mettere i piedi nella cacca di mucca, fino a che la busa si è totalmente appiattita ad uno straterello fanghiglioso che aveva del tutto perso le sue sembianze originali ed era del tutto potenziato rispetto al suo iniziale potere talismanico.
Dopo, per alcuni è stata la vlta di un lauto pasto presso l'agritursimo "Antica Fattoria".
Alla fine, i convivati erano estenuati per le ottime pietanze che incalzavano...
Ma ciò nondimeno, sacrificandosi non poco, sono riusciti a far fronte al fiero pasto...